Pro Lituania cattolica e libera

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Newsletter dell'Associazione Tradizione Famiglia Proprietà — Marzo 2015 — 1

 

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Lituania: venticinque anni di una campagna storica

 

        Gentile ,     

        Forse non è appena un caso che, nel 25° anniversario dell’indipendenza della Lituania dall’Unione Sovietica, il Paese baltico sia di nuovo sotto crescente pressione del suo potente vicino, al punto di aver dovuto ripristinare il servizio di leva e convocare i riservisti. Il fatto è particolarmente pieno di significato, essendo la Lituania un paese massicciamente cattolico.

 

Un po’ di storia

 

Sajudis        Alla fine degli anni ‘80 al vertice dell’URSS c’era Michail Gorbaciov, che aveva lanciato la politica della “glasnost” (trasparenza) e della “perestrojka” (ricostruzione). Si trattava, in realtà, di slogan ancora privi di contenuti, dei prodotti piuttosto propagandistici ai fini di esportazione.

          Con la caduta del muro di Berlino, nel dicembre 1989, cominciano a soffiare sempre più impetuosi i venti dell’indipendenza in molti paesi dell’impero sovietico, particolarmente nelle nazioni baltiche. Tre mesi dopo, vince le elezioni politiche in Lituania la coalizione di centro-destra Lietuvos Persitvarkymo Sąjūdis (Movimento Lituano per la Riforma), portando alla presidenza Vytautas Landsbergis.

          L’11 marzo, il Parlamento proclama l’indipendenza del Paese, che così si stacca dall’Unione Sovietica. Pochi giorni dopo, il Cremlino condanna severamente questa mossa e, in palese contraddizione con la retorica gorbacioviana, ordina all’Armata Rossa di occupare gli edifici pubblici in Lituania, imponendo inoltre un blocco economico totale, che comprendeva il taglio dei rifornimenti di gas e di petrolio.

          Il governo lituano si rivolge allora all’Occidente in cerca di riconoscimento diplomatico e di aiuto economico. Niente! Uno dopo l’altro i Paesi si rifiutano. Pur di non infastidire Gorbaciov, voltano le spalle alla povera Lituania, abbandonandola al suo destino. La Primo ministro, Kazimiera Prunskiene, viene perfino trattata male dal presidente Bush senior durante la sua visita a Washington.

          Ricordiamo che una certa propaganda occidentale presentava allora Gorbaciov come il “Costantino del secolo XX”, la figura carismatica che avrebbe traghettato l’URSS verso un post-comunismo non marxista, ma neanche capitalista. Nessuno voleva scalfire l’aura propagandistica di questo “Costantino”. La sua figura era osannata perfino da alte sfere ecclesiastiche.

 


Appello al dott. Plinio

 

LituaniaCampagna

          In queste circostanze disperate, il Parlamento lituano si rivolge all’Ufficio delle TFP di Washington, chiedendo insistentemente l’appoggio del prof. Plinio Corrêa de Oliveira e delle TFP. Il leader cattolico coglie l’occasione al volo e, il 1° giugno, lancia la TFP brasiliana nella campagna “Pro Lituania cattolica e libera”, a cui poi aderiscono le altre TFP ed associazioni affini in tutto il mondo. 

(cliccate qui per una galleria fotografica della campagna http://www.atfp.it/mediateca/foto/foto-delle-tfp/campagna-pro-lituania-libera-1990.html)

          Si trattava di raccogliere firme in sostegno del Paese baltico, e in 25 giorni le TFP ne avevano già ottenute un milione. Il dott. Plinio inviò allora un primo messaggio di solidarietà al presidente Landsbergis: “La Lituania avrà sempre l’appoggio, il rispetto e l’ammirazione delle TFP”. Risponde il ministro degli Esteri, Algirdas Saugardas: “Porgiamo i nostri profondi ringraziamenti al prof. Plinio Corrêa de Oliveira, in nome del sig. V. Landsbergis e mio, per il suo appoggio alla nostra lotta per l’indipendenza. Il vostro sostegno è molto opportuno e incoraggiante nella difficile situazione attuale”.

          Nel frattempo, l’URSS stringe la morsa. Il 7 luglio, il Primo ministro sovietico Nicolai Rizhkov minaccia: “La Lituania deve osservare strettamente la legge sovietica”.

 

La maggiore sottoscrizione della storia

          Imperterrita, la campagna delle TFP procede a gonfie vele, raccogliendo in 130 giorni 5,2 milioni di firme. L’impressa viene registrata nel Guinness dei Primati come la maggior sottoscrizione della storia.

 Mosca         Il 2 dicembre, una commissione delle TFP, compresi due rappresentanti dell’Italia, si reca a Vilnius per consegnare il microfilm delle firme al governo lituano. Ospite ufficiale, la commissione è ricevuta dal Presidente e poi onorata in una sessione plenaria del Parlamento. L’8 dicembre la commissione visita il santuario della Madonna Porta dell’Aurora. Il giorno successivo, il cardinale primate Vincentas Sladkevicius accoglie festosamente la commissione con una solenne Messa nella cattedrale di Kaunas.

        Il messaggio era chiaro: al di là dell’atteggiamento prudente — qualcuno direbbe vigliacco — dei governi occidentali, l’opinione pubblica appoggiava senza riserve l’indipendenza della Lituania, e rigettava l’atteggiamento ipocrita di Gorbaciov. 

          A Mosca, le autorità comuniste non sembrano affatto tranquille... Vladimir Kriutchov, capo del KGB, giunge a lanciare minacce durante un programma TV: “Non tollereremo l’ingerenza nei nostri affari interni di questi gruppuscoli che, dall’estero, stanno movendo una guerra segreta contro lo Stato sovietico”. Da parte sua, il Ministro degli Interni si scaglia contro “questo piccolo gruppo di provocatori che viene a seminare lo scompiglio nell’URSS”.

          “Gruppuscoli”, veramente le TFP lo erano, almeno in confronto con la gigantesca macchina dello Stato sovietico. Quanto alla “guerra segreta”, si trattava in realtà di una campagna pacifica e legale svolta sulle vie e nelle piazze dell’Occidente sotto gli occhi di tutti. Riguardo lo “scompiglio nell’URSS”, esso sarà molto più profondo di quanto temessero le stesse autorità sovietiche... 

          Prima di ritornare in Europa, la commissione si trattenne a Mosca pere consegnare una copia delle firme all’ufficio di Michail Gorbaciov.

 

La violenza del pacifista

 

Tank          Nonostante ciò, Mosca non mostra il minimo segno di voler mollare la presa. Anzi, la pressione sul governo lituano si fece sempre più incalzante. Il 2 gennaio 1991, l’Armata Rossa occupa la sede della televisione lituana. Una moltitudine disarmata accorre spontaneamente a difendere questo simbolo della libertà di espressione. 

          Il 3, Gorbaciov dà l’ordine di caricare. I carri armati cominciano a sparare sulla folla schiacciandola sotto i cingoli. Bilancio: 14 morti e 240 feriti, molti gravi. Poche ore prima, il presidente Landsbergis aveva inviato un messaggio al dott. Plinio: “Lituania è in grave pericolo, la prego di informare tutte le TFP. (...) La responsabilità del sangue versato ricadrà su Michail Gorbaciov”.

          Per sfuggire alla stretta militare il governo lituano si trincera nel Parlamento, protetto da masse di giovani col Rosario in mano che cantano inni alla Madonna di Fatima. Una statua della Madonna protegge, simbolicamente, il cancello di ingresso. Affrontando a mani nude i carri armati sovietici, nove giovani muoiono eroicamente. Ma questa volta Gorbaciov è costretto a indietreggiare. La Lituania è libera! 

          Poco dopo, un portavoce del governo confiderà ad un inviato delle TFP che era stata la campagna lanciata da Plinio Corrêa de Oliveira ad animare il popolo lituano con i suoi conseguenti atti di eroismo.

 

La fine dell’URSS e la gratitudine della Lituania

          L’esempio della Lituania si diffonde a macchia d’olio per tutto l’impero sovietico. Una ad una le repubbliche sovietiche cominciano a staccarsi da Mosca, segnando l’inizio del crollo definitivo dell’URSS. 

        La Lituania non dimenticò mai l’appoggio ricevuto. Nel corso di un convegno internazionale delle TFP, tenutosi a San Paolo del Brasile nel gennaio 1992, e al quale parteciparono più di duemila persone, nel nome del governo di Vilnius, il salesiano lituano Don Pranas Gavenas fece omaggio al dott. Plinio Corrêa de Oliveira di una “jousta”, ovvero una fascia onorifica appositamente portata dalla Lituania.

Yousta          Ecco alcuni brani del discorso di Don Gavenas: 

        “In nome del popolo lituano, ho portato per Lei, carissimo dottor Plinio, un modesto ricordo, simbolo della nostra eterna gratitudine. Si tratta d’una jousta, portata appositamente dalla mia Patria. È molto semplice. Quanto ci piacerebbe che fosse ricca di seta, ricamata in oro e incastonata di pietre preziose! Questa, però, gli angeli la stanno già preparando per Lei nel Cielo. (…) 

        “Questa storica vittoria che oggi celebriamo si deve anzitutto alla protezione della Madonna Ausilio dei Cristiani. Ma si deve anche a un uomo di Dio, al quale volgiamo oggi i nostri cuori per dirgli, traboccanti di gratitudine: dottor Plinio grazie, in nome del popolo lituano, mille volte grazie! (…) 

          “Prima di concludere, è mio dovere dichiarare pubblicamente quanto segue. In un editoriale, il noto giornale The New York Times affermò che i paesi baltici furono i catalizzatori della débacle sovietica. Bisogna registrare che la Lituania fu la prima repubblica sovietica a dichiarare l’indipendenza, nel marzo 1990, dando coraggio alle altre e avviando quindi il processo di dissoluzione dell’URSS. 

          “Ma non possiamo dimenticare che, quando la Lituania proclamò l’indipendenza, l’Occidente incrociò le braccia, abbandonandola alla sua sorte di fronte all’orso sovietico. Ma Dio è provvido. Sullo sfondo di quell’orizzonte cupo e pesante, un grido di crociata riecheggiò in 23 paesi dei cinque continenti. Il grido era stato lanciato dal dottor Plinio Corrêa de Oliveira e si propagò per tutta la terra, il cui esito fu la maggiore raccolta di firme nella storia. A Mosca, i tiranni comunisti tremarono, perché sapevano che era l’inizio della loro sconfitta!”.

          Un buon esempio da ricordare proprio oggi, 25° anniversario dell’indipendenza lituana, quando lugubri nuvole si addensano di nuovo sopra questo Paese baltico. Qualsiasi somiglianza non è mera coincidenza. 

       

 

firma loredopicc                                                                                                                            Julio Loredo

 

 

         P.S. Siamo in Quaresima. La Pasqua si avvicina. Per vivere questo “momento forte” in unione con Nostro Signore Gesù Cristo e con la Sua Madre Santissima, vi proponiamo la bellissima «Via Crucis» scritta dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira, sia in versione cartacea, sia in versione CD.

        Per ordinarla, inviate una mail a  info@atfp.it  oppure tramite il nostro sito  http://www.atfp.it/?Itemid=158  con possibilità di pagamento online.

 

 
 

 

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