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Newsletter dell'Associazione Tradizione Famiglia Proprietà — Giugno 2012 — 2 |
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Roma, 15 giugno 2012
Gentile , La devozione al Sacro Cuore di Gesù era una colonna della spiritualità di Plinio Corrêa de Oliveira e oggetto costante delle sue riflessioni. Nel Sacro Cuore egli trovava, infatti, il modello della propria vocazione, a cavallo fra lo spirituale e il temporale. Trovava la fonte divina da dove scaturiva ogni grazia, ogni bellezza e ogni bene, sia nella Chiesa che nella società civile. Il cuore è simbolo della mentalità e della volontà. Il regno di Nostro Signore Gesù Cristo sulle anime – Regnum meum intra vos est (Lc. 17,21) – implica la conformità della persona al Suo spirito. Naturalmente socievole, l’uomo forma una società, che sarà cristiana nella misura che sia conforme allo spirito di Nostro Signore. Regnando sui cuori degli uomini, Cristo regna anche sulla società. La devozione al Sacro Cuore è quella a Cristo Re, come spiega ammirevolmente Pio XI nell’enciclica Quas Primas. “Gesù Cristo è Re delle menti, delle volontà e dei cuori — insegna il Pontefice — il suo regno è principalmente spirituale, ma anche universale e sociale. (...) Sbaglierebbe gravemente chi togliesse a Cristo Uomo il potere su tutte le cose temporali”. Quando nel Padre Nostro preghiamo “venga a noi il tuo regno”, stiamo chiedendo il suo dominio sulle anime e sulla società: “sia fatta la tua volontà come in Cielo così in terra”. È il regno spirituale di Cristo, ma anche il suo regno sociale. Fra queste due realtà — di natura diversa ma intimamente collegate fra loro — non ci può essere una scissione, come invece pretende il laicismo, che Pio XI stigmatizza come “la peste della età nostra”. Ed è proprio nel Sacro Cuore di Gesù che ambedue gli aspetti si ritrovano in perfetta sintesi, come la chiave di volta di un arco gotico. Così come i malvagi cospirano contro il regno spirituale di Cristo, non possono non cospirare anche contro quello sociale. Ed ecco le rivoluzioni che hanno costellato la storia moderna, a partire dall’Umanesimo e dal Protestantesimo, tese ad imporre una situazione che è l’esatto opposto di quella voluta da Cristo. E così come un cattolico dovrebbe anelare il dominio di Nostro Signore sulle menti, sulle volontà, sui cuori degli uomini, dovrebbe anche anelare la restaurazione d’una civiltà cristiana, appunto, una Contro-Rivoluzione. Una Contro-Rivoluzione che ha la promessa divina della vittoria. La devozione al Sacro Cuore di Gesù non è una mera dottrina, ma contiene anche una promessa: Io regnerò! Alla quale fa eco la promessa della Madonna a Fatima: Infine il mio Cuore Immacolato trionferà! È con lo sguardo posto in questo regno trionfale di Gesù e di Maria che abbiamo il piacere di offrire ai nostri cari lettori questa Newsletter. Cordialmente,
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La devozione al Sacro Cuore di Gesù
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Il piano del Sacro Cuore per arrestare la RivoluzionePochi sanno che i messaggi del Sacro Cuore di Gesù a S. Margherita Maria avevano un destinatario preciso: il re Luigi XIV di Francia, detto il “Re Sole”. Oltre agli aspetti prettamente religiosi, i messaggi contenevano infatti una richiesta sociale di portata epocale, una sorta di strategia divina che mirava a realizzare la rinascita spirituale dell’epoca, arrestando il processo rivoluzionario. Sulla fine del secolo XVII, l’Europa era infestata da fermenti rivoluzionari. Il protestantesimo, anche se ostacolato dalla Contro-Riforma nelle manifestazioni più palesi, continuava a diffondere le sue tossine attraverso forme più subdole, come il giansenismo. L’illuminismo cominciava a corrompere gli spiriti, suscitando crescenti dubbi sulla Chiesa e sulla religione. Con l’affermarsi di un modo frivolo e fatuo di considerare le cose, iniziava una dissoluzione quasi generale dei costumi. Con la deificazione della vita terrena, si preparava il campo alla vittoria graduale della irreligione. Era una crisi profonda e totale, frutto d’una decadenza spirituale, che a sua volta preparava la bufera che si sarebbe scatenata un secolo dopo con la Rivoluzione francese. È in queste circostanze che il Sacro Cuore apparve a S. Margherita Maria, per ammonire l’umanità della crisi ormai incombente e per offrire una soluzione, come nel 1917 farà la Madonna di fronte alla rivoluzione comunista. Quale era, in concreto, il “piano” del Sacro Cuore per arrestare il processo rivoluzionario? Il Sacro Cuore voleva essere venerato da tutti, ma in modo speciale dalle élites, le quali, mediante il loro esempio, potevano facilitare la diffusione della fede e delle virtù nell’intera società. L’appello era rivolto personalmente al Re Luigi XIV, figura di riferimento di tutte le classi nobili nel mondo. Con l’irraggiamento del suo esempio sulla Francia e sugli altri regni europei, Luigi XIV poteva diventare una guida di questa apostolica impresa. Nel 1689, la santa ricevette da Gesù una rivelazione, con il compito di trasmetterla al Re francese. Margherita Maria scrisse che Gesù le aveva detto, riferendosi al Re: “Fà sapere al figlio primogenito del mio Sacro Cuore che, come la sua nascita temporale fu ottenuta grazie alla devozione ai meriti della mia santa Infanzia, così la sua nascita alla grazia e alla gloria eterna verrà ottenuta mediante la consacrazione che egli farà di se stesso al mio adorabile Cuore, che vuole trionfare sul suo e, mediante questo, sui cuori dei grandi della terra”. Continuava Nostro Signore: “Il Sacro Cuore desidera entrare con pompa e magnificenza nei palazzi dei prìncipi e dei Re, per esservi oggi onorato tanto quanto venne oltraggiato, umiliato e disprezzato durante la sua Passione. Egli desidera di vedere i grandi della terra tanto abbassati e umiliati ai suoi piedi, quanto allora venne annichilito”. Va notato che la consacrazione non doveva restare confinata nel suo aspetto privato, ma doveva ridondare nella vita pubblica del regno. Aggiungeva infatti il messaggio a Luigi XIV: “Il Sacro Cuore vuole regnare nella sua reggia, essere raffigurato sui suoi stendardi e inciso sulle sue armi, per renderle vittoriose su tutti i suoi nemici, abbattendo ai suoi piedi le teste orgogliose e superbe, per farlo trionfare su tutti i nemici della Chiesa”. Margherita Maria così descriveva gli omaggi religiosi che il Re doveva compiere: “Volendo riparare le amarezze e le angosce sofferte, fra le umiliazioni e gli oltraggi della sua Passione, dal Cuore adorabile del suo Figlio nei palazzi dei potenti della terra, l’Eterno Padre vuole stabilire il suo impero nella Corte del nostro gran sovrano, servendosi di lui per eseguire un gran progetto, da realizzare in questo modo: far costruire un tempio nel quale venga esposto un quadro raffigurante il Cuore divino, affinché Esso possa ricevervi la consacrazione e gli omaggi del Re e di tutta la Corte. “Gesù ha scelto lui [il Re] come suo fedele amico, per ottenere dalla Santa Sede Apostolica l’autorizzazione della Messa in suo onore, con tutti i privilegi che devono accompagnare la diffusione di questa devozione. In questo modo, Egli vuole dispensare i tesori delle sue grazie di santificazione e di salvezza, cospargendo di benedizioni tutte le imprese del Re, rivolgendole a sua gloria e rendendone vittoriose le armi”. Non sappiamo se Luigi XIV ricevette effettivamente questa richiesta. Quello che è certo, è che questa richiesta del Sacro Cuore non venne esaudita. E le conseguenze di questa inadempienza furono tragiche. Gli anni che seguirono la mancata corrispondenza di Luigi XIV alle richieste del Sacro Cuore segnarono l’inizio della decadenza del regno, con l’arrivo di umiliazioni e sconfitte. Dopo la sua morte, quella Francia che avrebbe dovuto diventare promotrice della riscossa cristiana, cedette alla crescente influenza del razionalismo e del libertinismo, che la indebolirono spiritualmente e moralmente. Ma anche l’intero continente entrò in un lungo periodo di crisi, indicato dagli storici come inizio della decadenza europea, e che sfociò nella tragedia della Rivoluzione francese.
(Cfr. Guido Vignelli, «Il Sacro Cuore salvezza delle famiglie e della società», Roma, Luci sull’Est, 2004.)
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