Gentile ,
Nell’intervento inviato per la presentazione dell’edizione italiana del suo libro Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII al Patriziato e alla Nobiltà romana, Plinio Corrêa de Oliveira pennella nelle primissime righe i disastri scaturiti dalla I e dalla II Guerra mondiale, additandole entrambe come due rivoluzioni “non soltanto in campo politico ed economico, ma anche quanto a mentalità, usi e costumi”. Ovvero, “molto di quanto (…) era ritenuto essenziale, degno, sublime, forse intangibile, venne spazzato via, senza dispiacere e senza pietà, dal soffio degli avvenimenti, e sostituito da altri usi, da altri costumi e da altre mentalità, che si trovavano esattamente al polo opposto”. A più di un secolo di distanza dalla fine del primo conflitto mondiale, notiamo che la Rivoluzione – oltre ad aver accresciuto a dismisura il suo potere - mantiene ancora in mano tutte le redini, ma senza essere riuscita nell’impresa di aver catturato completamente i cuori e le anime d’innumerevoli persone. E mentre questo accade, le schiere di coloro che decidono di combattere sotto le insegne della Regina del Cielo aumentano poco a poco ma inesorabilmente.
Cordialmente
Samuele Maniscalco