Gentile ,
Le parole-talismano, così come le aveva connotate Plinio Corrêa de Oliveira, sono quelle parole il cui significato legittimo è amichevole e, a volte, persino nobile, ma che hanno anche una certa elasticità. Quando vengono usate in modo tendenzioso, “brillano di un nuovo splendore, affascinando l’ascoltatore e portandolo molto più lontano di quanto potesse immaginare”. Questo fenomeno, oggi ampiamente constatato, il leader cattolico brasiliano lo denunciava già negli anni ’60 a proposito di parole, come ‘dialogo’, utilizzate per trasbordare i cattolici da posizioni intransigenti a atteggiamenti più concilianti verso lo spirito del mondo. Ecco, perché, stupiscono solo fino a un certo punto certi modi di dire e le parole impiegate dai neomodernisti nella Chiesa e dai loro equivalenti in campo sociale, i personaggi woke della “cancel culture”. Il risultato finale, in entrambi i casi, è il regno del caos. E noi tutti sappiamo bene chi ne sarà il grande manovratore: il principe delle tenebre.
Cordialmente
Samuele Maniscalco