Bomba per la Chiesa in Svizzera?
di Marco Giglio
Una “bomba per la Chiesa in Svizzera”. Ecco come i giornali elvetici stanno dando notizia delle accuse per abusi sessuali mosse da un sacerdote contro sei vescovi, quattro dei quali ancora in carica. Costoro avrebbero insabbiato gli abusi. Uno di loro avrebbe addirittura aggredito sessualmente una giovane.
L’informatore non è uno qualunque. Si trata di P. Nicolas Betticher, già Vicario generale della diocesi di Losanna-Ginevra-Friburgo. Le accuse sono contenute in una lunga lettera che Betticher ha inviato al Nunzio mons. Martin Krebs lo scorso maggio: «Questa comunicazione riguarda sei vescovi svizzeri».
Il Vaticano ha presso molto sul serio le accuse di P. Betticher, tanto da aver incaricato il vescovo di Coira, mons. Joseph Bonnemain, di svolgere un’indagine preliminare interna. Mons. Bonnemain ha confermato alla stampa che è coinvolta anche la Procura della Repubblica, ma ha rifiutato di commentare il caso. La presunzione di innocenza vale per tutti, ha detto.
In concreto, un membro dell’episcopato svizzero è accusato di aver molestato sessualmente una giovane. Inoltre, tre sacerdoti delle diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo sono accusati di molestie sessuali su giovani, successivamente nascoste dal vescovo. Un portavoce della diocesi ha detto: “Prendiamo molto sul serio le accuse. Le autorità statali ed ecclesiastiche si stanno attivando”.
Gli ecclesiastici sotto accusa sono mons. Jean Marie Lovey, vescovo di Sion, che avrebbe insabbiato un caso di abuso sessuale. Un altro imputato è il vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo, mons. Charles Morerod, che sarebbe venuto a conoscenza di un caso di abuso senza prendere alcuna misura. «Ho condiviso con lui questa importante informazione nel novembre 2011», scrive P. Betticher nella sua lettera al Nunzio. Solo dopo che un giornale locale ha pubblicato i dettagli dello scandalo, nel 2020, mons. Morerod ha sospeso il sacerdote.
In relazione allo stesso caso viene chiamato in causa anche l’attuale amministratore apostolico della Diocesi di Lugano mons. Alain de Raemy, quando era vescovo ausiliare in Romandia. Mons. de Raemy e il presunto autore dell’abuso possedevano insieme uno chalet nel Vallese, dove sarebbe avvenuta l’aggressione. Nel 2020, de Raemy ha negato di esserne a conoscenza, anche se ha ammesso di sapere che il comproprietario dello chalet “aveva una relazione omosessuale”.
P. Betticher ha inoltre detto di aver di aver informato il Vaticano di tutti i casi di cui era a conoscenza, per porre fine alla «deliberata dissimulazione». È dovere della Chiesa «trarre le conseguenze e rimuovere gli autori di abusi dal servizio della Chiesa», ha affermato in un’intervista pubblicata dal portale cattolico svizzero Catt.ch. «I funzionari hanno fallito», ha aggiunto. L’ex vicario generale riconosce di aver commesso lui stesso degli errori. «Ho osservato a lungo e ho visto che non succedeva nulla», per questo ho deciso di informare la Santa Sede.
(Cfr. “Accuse d’aver coperto gli abusi nella Chiesa, parla Nicolas Betticher”, Corriere del Ticino, 11-09-23; “Missbrauch in der katholischen Kirche Ex-Kadermann packt aus”, SontagsBlick, 10-09-23).
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