La gran luce del Natale
Se è vero che, in ogni epoca, il Santo Natale apre una schiarita di pace nel duro affanno della vita quotidiana, ai giorni nostri la tregua natalizia assume un significato eccezionale perché equivale a un grande e universale sursum corda, proclamato ad un’umanità tumultuosa e sofferente che sta sprofondando nel caos della più completa dissoluzione morale e sociale.
La nostra epoca sembra una valle oscura che la luce del Natale a malapena riesce a squarciare. Dall’invasione islamica al terrorismo internazionale, dalla violenza dilagante allo smarrimento di tanti giovani in preda alla droga, dalle incerte prospettive economiche al tremendo stress imposto dalla vita moderna, tutto sembra cospirare per rendere il nostro mondo ostile alla gioia natalizia. Viviamo in un’epoca radicalmente scristianizzata.
Eppure, è o non vero che, nonostante tutto, dalla mangiatoia di Betlemme si effonde una dolcezza che scioglie i nodi, smussa le asprezze, lenisce i livori, solleva i cuori? Perfino il più grezzo sente la commozione salirle in gola quando, al termine della Messa di Natale, si intona il “Tu scendi dalle stelle”...
Nella notte di Natale le stelle sembrano più vicine a noi, cielo e terra si baciano e, d’un tratto, siamo immersi in un’atmosfera celeste, quasi ad accompagnare gli angeli mentre cantano Gloria in excelsis Deo et in terra pax ominibus bonae voluntatis.
Inginocchiati davanti al presepio, i membri e volontari dell’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà chiedono al Principe della Pace che questa luce che cominciò a brillare a Betlemme si diffonda su tutta la terra, scacciando le tenebre del neopaganesimo moderno. Chiedono per i loro amici e sostenitori perché il Divino Salvatore gli dia gioia e serenità; per coloro che si sono affidati alle nostre preghiere perché Egli gli conceda il centuplo; chiedono in modo speciale per coloro che soffrono perché provino consolazione; per coloro che oscillano tra la virtù e il vizio perché trovino finalmente la strada retta; per i peccatori perché si ravvedano.
Chiedono soprattutto per la Santa Chiesa Cattolica, supplicando il Re dei Re che, al di là delle turbolenze del nostro secolo, essa possa “risorgere quale tenera bambina”, per il maggior bene delle anime e gloria di Cristo Gesù.
Noi, chi siamo noi? Siamo quelli che non piegano le ginocchia, e nemmeno un ginocchio davanti a Baal. Quelli che hanno la Vostra Legge scolpita sul bronzo dell’anima, non permettendo che le dottrine del secolo attuale gravino coi loro errori su questo bronzo, reso sacro dalla Vostra Redenzione. Quelli che amano la purezza immacolata dell’ortodossia come il tesoro più prezioso, ricusando qualsiasi patto con l’eresia, con le sue opere e le sue infiltrazione. Quelli che hanno misericordia per il peccatori pentito, e che implorano la Vostra misericordia anche per se stessi, così spesso indegni e infedeli, ma che non risparmiano l’empietà orgogliosa e insolente che presume di sé, il vizio che si ostenta con arroganza schernendo la virtù.