Articoli su Plinio Corrêa de Oliveira
Giovedì 04 Dicembre 2008 10:30 |
CR n.1070 del 6/12/2008 Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995), una delle massime personalità intellettuali cattoliche del secolo scorso, è stato un testimone e un critico delle contraddizioni del cattolicesimo post-conciliare e, al tempo stesso, ha incarnato l’assoluta fiducia in una rinascita del Cristianesimo. La figura del grande storico brasiliano è stata ricordata in un convegno in occasione del centenario della nascita, tenutosi il 26 novembre scorso, al Palazzo della Cancelleria, a Roma. Il dibattito è stato moderato da Julio Loredo, dell’associazione “Tradizione, Famiglia, Proprietà”. Per l’occasione è stato presentato il libro di Massimo Introvigne Una battaglia nella notte. Plinio Corrêa de Oliveira e la crisi del secolo XX nella Chiesa (Sugarco).Massimo Introvigne, presidente del CESNUR e professore di Sociologia della religione, ha illustrato i contenuti del proprio volume «di genere non biografico ma storico-sociologico» che inquadra la figura di Corrêa de Oliveira nel contesto della crisi della Chiesa nel secolo XX. «Per chi domanda se quella del secolo scorso sia stata una delle crisi più gravi nella storia della Chiesa, la risposta è affermativa», ha esordito Introvigne. «La crisi fu reale per quattro ordini di motivi: 1) ogni crisi morale della storia umana si riverbera sempre sulla Chiesa; 2) nel secolo scorso sono calati vistosamente il numero dei sacerdoti e delle vocazioni sacerdotali, e della pratica del sacramento della confessione; 3) lo stesso Magistero della Chiesa ha denunciato tale crisi, insieme all’errata interpretazione del concilio, arrivando a denunciare vere e proprie eresie; 4) è diminuita o, forse cambiata qualitativamente – per usare un termine economico – la “domanda” religiosa, cui però faceva fronte l’aumento di interesse per altre fedi (si pensi al protestantesimo pentecostale in Brasile)». Analizzando la più importante opera di Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e controrivoluzione, Massimo de Leonardis, docente di Storia delle relazioni internazionali, all’Università Cattolica di Milano, ha spiegato come la Chiesa, secondo l’autore «è il punto più sensibile nella lotta tra rivoluzione e controrivoluzione». In tale dialettica «la difesa della civiltà cristiana» è identificabile con «la più grande forza controrivoluzionaria», opposta a quella rivoluzione che, nel pensiero correiano, si manifesta in quattro tappe:
1) Riforma Protestante; 2) Illuminismo; 3) Marxismo; 4) Contestazione studentesca del ’68 e attacco ai valori non negoziabili della vita, della famiglia e della morale sessuale.
[Tratto da Corrispondenza Romana, 6 dicembre 2006] |