Crisi della Chiesa

  • Come Lepanto ci insegna a confidare nella Madonna

     

     

    di Principe Bertrand di Orleans-Braganza

    Quando si considera il caos attuale, la prima parola che viene in mente è Lepanto. Dobbiamo ricordare Lepanto perché questa grande battaglia è una lezione per il nostro tempo. Siamo nel 450° anniversario di quella famosa battaglia navale, svoltasi al largo della Grecia il 7 ottobre 1571. Le forze della cristianità, in inferiorità numerica, affrontarono la potente flotta turca.

    Questa battaglia è allo stesso tempo simile e diversa alla lotta dei nostri giorni. Guardando la crisi che colpisce sia la società che la Chiesa facilmente scopriamo dei paralleli.

     

    Le somiglianze

    Il futuro della cristianità dipendeva dai risultati di Lepanto. Oggi, il nostro futuro cattolico dipende dalla nostra lotta contro la Rivoluzione per difendere quel poco che resta della Fede.

    L'odio che guida la lotta della sinistra contro i resti della Civiltà Cristiana oggi è lo stesso odio che cercò di distruggere la Cristianità nel XVI secolo.

    A Lepanto, i difensori della Chiesa dovettero combattere l'indifferenza, l'inerzia e persino il tradimento di coloro che anteponevano i loro interessi e piaceri a quelli di Cristo. Oggi, anche noi dobbiamo affrontare l'apatia, la letargia e il tradimento da parte di coloro che hanno più da perdere dal non combattere.

     

    La grande sproporzione

    Ci sono anche differenze tra Lepanto e noi. La più grande differenza è che i nemici del cristianesimo oggi sono molto più poderosi di quelli di Lepanto. I nemici sono ovunque, in tutti i campi della società.

    Come afferma il prof. Plinio Corrêa de Oliveira nel magistrale saggio Rivoluzione e Controrivoluzione, siamo di fronte a una Rivoluzioneche è universale, una, totale, dominante e processuale.

    E le nostre forze sono molto, molto più piccole. Siamo una Contro-Rivoluzione che non è proporzionale al nemico dominante. Non abbiamo il potere schiacciante e il peso che ha l'altra parte.

     

    Il flagello del rispetto umano

    La seconda differenza è che gli eroi di Lepanto godevano delle lodi e degli applausi dei cattolici di tutto il mondo. Tutti pregavano per il loro successo. Tuttavia, noi affrontiamo l'opposizione sia all'interno che all'esterno della Chiesa. Dobbiamo vedercela con il mondo, la carne e il diavolo in tutte le loro manifestazioni rivoluzionarie, affrontando il ridicolo, l'indifferenza e il disprezzo.

    Il rispetto umano fa sì che le persone si preoccupino di ciò che gli altri pensano di loro. Pertanto, le persone si rifiutano di protestare contro la blasfemia o di pregare sulla pubblica piazza perché temono il pubblico disprezzo.

    Di conseguenza, il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira asseriva che ci vuole molto più coraggio oggi per andare nelle strade ostili che per combattere tra le gloriose acclamazioni di Lepanto.

     

    La crisi nella Chiesa

    La terza differenza è che gli eroi di Lepanto non dovettero affrontare una grave crisi all'interno della Chiesa. Avevano a capo un santo. Papa San Pio V organizzò le forze contro l'Islam. Che differenza con la nostra situazione di oggi.

    Oggi, affrontiamo la persecuzione dei pastori che dovrebbero proteggerci mentre combattiamo contro i più grandi nemici della Chiesa, l'Islam compreso. Affrontiamo la tragedia dei pastori che aiutano la causa dell'altra parte contro di noi.

    Mai la Chiesa ha visto una tale situazione. Questa situazione è il motivo per cui dobbiamo guardare a Lepanto, perché ci fornisce una lezione di fronte a situazioni impossibili e la speranza di un risultato finale che ci dà il coraggio di andare avanti.

     

    Il miracolo di Lepanto

    Consideriamo quanto accadde nella battaglia di Lepanto. Le due flotte si scontrarono e poi rimasero incastrate. Il mare divenne un enorme campo di battaglia galleggiante con soldati che combattevano e morivano sui ponti delle navi.

    Poiché la flotta cattolica era in inferiorità numerica, l'esito della battaglia era a forte rischio. Sembrava che tutto fosse perduto, e la causa cattolica fosse in pericolo di essere sopraffatta. La situazione era disperata. Ma nonostante ciò si continuò a combattere.

    Le moderne fonti cattoliche progressiste non menzionano un fatto cruciale che accadde al culmine della battaglia. Tuttavia, alcune antiche fonti musulmane raccontano di un evento straordinario. Improvvisamente, quando meno se lo aspettavano, testimoni musulmani riferirono di aver visto nel cielo una signora vestita come una regina, che li guardava con uno sguardo così terrificante che persero coraggio e fuggirono.

    Questo fatto ha una lezione preziosa per noi. Quando tutto sembra perduto, dobbiamo confidare nella Madonna. Noi serviamo la stessa Regina che vinse la battaglia di Lepanto e possiamo oggi vincere se confidiamo in Lei. Lei può trasformare le situazioni più disperate in vittoria. Lei trasformerà il nostro caos attuale nel trionfo del suo Cuore Immacolato promesso a Fatima!

     

    Lepanto, l’aspetto più eroico

    Commentando la vittoria di Lepanto, il Prof. Plinio Corrêa de Oliviera diceva che il più grande eroismo di coloro che combatterono a Lepanto non fu lottare contro i turchi. Ci voleva ovviamente molto coraggio, ma tutte le battaglie richiedono coraggio.

    Secondo lui, il più grande eroismo di quei cattolici fu l'eroismo di credere che la battaglia sarebbe stata vinta dalla Madonna quando tutto sembrava perduto. Quell'atto di fiducia era un atto di fedeltà in cui la voce interiore della grazia invitava ciascuno a confidare e a pregare che Lei avrebbe dato la vittoria.

    E Lei diede una vittoria spettacolare oltre ogni aspettativa!

    Il noto pensatore cattolico ha detto che a volte "lungo tutta la storia succede che la buona causa si trovi in una situazione simile a quella degli eroi cattolici a Lepanto. Umanamente parlando, tutto sembra perduto, ma la Madonna mette una speranza nelle nostre anime che sarà Ella a vincere la battaglia per la maggior gloria di Dio".

     

    Confidare nella voce della grazia

    Il vero eroismo significa fidarsi di questa voce. Dobbiamo essere fedeli a questa voce di grazia che ci unisce. Quando siamo tentati di non credere, dobbiamo rispondere: "Più la situazione peggiora, più siamo vicini al Suo intervento. La Madonna non mente. Questa voce che parla in me è la Sua voce!".

    Quando siamo scoraggiati dall'intensità della lotta intorno a noi, pensiamo a Lepanto. Ascoltiamo la voce della grazia e andiamo avanti. Crediamo nella nostra moderna Lepanto, una battaglia un milione di volte più disperata, il che aumenta solo la nostra certezza di vittoria.

     

    Fonte: tfp.org, 31 Ottobre 2021. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia

    © La riproduzione è autorizzata a condizione che venga citata la fonte.

  • Nel 1972 la grande domanda: Come sarà la Chiesa nel 2000?

    Nel 1972 Plinio Corrêa de Oliveira tenne una conferenza pubblica in cui, analizzando notizie dell’epoca, gettava uno sguardo profetico sulla Chiesa dell’anno 2000.

     

    Svizzera, 2016: liturgia celebrata da laici e donne (screenshot acquisito dal sito RSI News)

    Svizzera, 2016: liturgia celebrata da laici e donne (screenshot da RSI News)

     

    di Plinio Corrêa de Oliveira

    Non so se avete visto l’ultimo numero di Paris Match, con la foto di Jacqueline [Kennedy] e [Aristotele] Onassis sulla copertina. La rivista contiene un lungo articolo illustrato dal titolo “L’avenir chrétien”, il futuro dei cristiani, in cui, con base nei fatti attuali, cerca di scorgere come sarà la Chiesa nell’anno 2000.

     

    Una Chiesa laica mossa da “profezie” pentecostali

    Vedete qui: è la fotografia di una riunione pentecostale in una comunità cattolica degli Stati Uniti, nella quale alcuni cominciano a parlare le lingue. C’è un gruppo di persone con al centro due hippy che stanno avendo una sorta di estasi sciamanica o spiritista. Dicono che stanno “profetizzando”, ovviamente fra virgolette. Dicono che sarebbe il miracolo della Pentecoste che si rinnova nella Chiesa dei nostri giorni. Bene, questa è una tendenza per la Chiesa del futuro, cioè una Chiesa quasi senza gerarchie, con personaggi “profetici” che incanalerebbero il senso popolare, di cui avrebbero una sorta di conoscenza carismatica.

    Un’altra tendenza è il crollo delle vocazioni sacerdotali e la crescente assunzione da parte dei laici delle loro funzioni. Vedete questa foto di una chiesa, tra l’altro bella. I fedeli vi si riuniscono la domenica, nell’orario della Messa. Sull’altare c’è la tovaglia e un cesto con il pane. Un laico legge qualcosa, con gli altri seduti ad ascoltarlo. Dopo la lettura tutti mangiano il pane che è sull’altare. Pretendono che questa cerimonia in qualche modo sostituisca la Messa. Ed è un altro aspetto della Chiesa del XXI secolo.

    Si sta camminando verso la trasformazione della Santa Messa in un’agape - cioè le antiche feste [pagane] - in cui, ovviamente, non ci sarà la Presenza Reale. Col pretesto che non ci sono sacerdoti, cominceranno a fare celebrazioni di questo tipo che poi chiameranno “Messa”, ma in realtà sarà la sostituzione della Messa con l’agape pagana. D’altronde, perché sia veramente “profetica”, una celebrazione così dovrà essere spontanea.

    Tutto a pretesto del crollo delle vocazioni che, infatti, è drammatico. La stessa rivista Paris Match dà qualche numero. Nel 1965 c’erano 41.000 sacerdoti diocesani in Francia, nel 1975 saranno meno di 32.000. E anche i seminari soffrono. Nel 1965 c’erano in Francia 5.279 seminaristi, nel 1971 sono appena 2.840, cioè un crollo del 47% in meno di otto anni, in coincidenza con l’applicazione delle riforme conciliari.

    Sorgono quindi piccoli “gruppi profetici” ai margini delle strutture religiose, la parrocchia scompare e si trasforma in una rete di cellule. I progressisti vogliono una Chiesa senza sacerdoti. Non vogliono vocazioni né seminari. Vogliono eliminare quasi del tutto il ruolo del sacerdote nella Chiesa. Perciò proporranno tappe intermedie, come l’ordinazione part time, cioè non a tempo pieno. Verrà anche l’ordinazione di uomini sposati e perfino di donne. Ora, loro sanno che questo è eretico, non esistono sacerdotesse. Si profila quindi una Chiesa eretica ma “profetica”, in cui la profezia potrà essere esercitata dalle donne, una sorta di Chiesa matriarcale. Allora sì che avremo una Papessa Giovanna! (3)

    C’è da chiedersi se la Chiesa del futuro avrà un Papa alla sua testa. I progressisti tendono verso una figura del Papato come un primum inter pares, incaricato di mediare le differenze fra le varie “chiese”, e non come monarca della Chiesa. Questo processo passa dalla decentralizzazione della Chiesa e dall’accettazione di ogni settore, in nome del “pluralismo”. Escluso, è chiaro, il settore tradizionalista, che sarà trattato con la frusta.

    Questa nuova Chiesa adopera perfino un linguaggio diverso. Tanto che è lecito chiedersi quanta continuità vi sia con la Chiesa di sempre.

    La cosa più grave è che tutto questo è evidentemente fatto con il consenso delle autorità superiori. A volte esse istigano questi cambiamenti. A volte semplicemente creano un ambiente propizio. Nella Chiesa,fino agli anni Sessanta,questo era impossibile. L’ultima delle parrocchie più povere, nell’angolo più sperduto del Sudamerica, sapeva benissimo che Nostro Signore Gesù Cristo è vero Dio e vero Uomo, e sapeva che il Papa è infallibile. Questa situazione di crisi non poteva verificarsi senza che qualcuno creasse uno stato di dubbio, almeno per omissione dolosa.

    Un altro aspetto della Chiesa nel secolo XXI sarà l’apostolato con settori “marginali”. Per esempio, qui c’è una foto che non posso mostrare. È un sacerdote vestito malissimo in mezzo a delle prostitute in un Paese asiatico. È un orrore!

    Qui c’è una foto che rivela una tendenza opposta nella Chiesa del secolo XXI: il refettorio del seminario di Ecône, di mons. Lefebvre, con i seminaristi in talare. Questi seminaristi rifiutano di rinunciare all’abito talare e alla liturgia tradizionale. Quindi, una linea tradizionalista. Ci sono, dunque, tendenze divergenti all’interno della Chiesa. Vedete come questa lacerazione comincia a essere oggetto dell’attenzione dei più grandi organi pubblicitari. E come il mondo contempla tutto ciò con un’indifferenza sorprendente.

    Giacché siamo nella riunione conclusiva dell’anno, mi sembra che queste previsioni non siano irragionevoli. Io credo che, salvo un miracolo e un papa come san Pio X, niente fermerà la marcia delle cose in quella direzione. Questo processo andrà avanti.

     

    Si spezza l’ultima resistenza

    Passo, quindi, a commentare alcuni brani dell’articolo di Paris Match, scritto da un noto analista di cui ho già sentito parlare, Robert Serrou. Egli descrive il pieno compimento di ciò che noi stessi avevamo previsto negli anni Sessanta (1):

    “La Chiesa a cammino verso il 2000 è in piena crisi. Fra trent’anni, cosa accadrà alla Chiesa di Gesù Cristo? Siamo all’inizio del XXI secolo. Il Concilio Vaticano IV finisce, ma la riforma liturgica decisa dal Vaticano II è ancora lontana. Essa è applicata un po’ ovunque, ma ci sono delle eccezioni. Ad esempio, a Muck Abbey, sperduta su un’isola al largo delle coste irlandesi, i monaci celebrano ancora la Messa in latino e migliaia di pellegrini da tutto il mondo accorrono per riscoprire le preghiere dei loro antenati. Un giorno sbarca a Muck un giovane inviato del Papa, incaricato di porre fine allo scandalo. Per obbedienza, l’abate del Monastero alla fine cede, ma a prezzo della sua fede. E l’abbazia, sprofonda nel nulla e nella notte” (2).

    Guardate come la visione di quest’uomo abbia alcuni aspetti simili a ciò che vediamo oggi: una minuscola roccaforte fedele alla vera Fede e alla vera Liturgia, su un’isola sperduta di difficile accesso, che però esercita un’attrazione sul mondo intero. Masse di fedeli vengono a pregare, attirate dal fascino di questo unico residuo che ancora resta. Purtroppo, questo residuo non ha il coraggio di chiarire la propria posizione di fronte al Papa, e si lascia prendere dall’ambiguità. Non è, per esempio, la nostra posizione. Riceve quindi un ultimatum perché non ha voluto affrontare un problema che non vuole vedere, e si arrende. La resistenza è finita. Il Papa pone fine all’ultima resistenza cattolica nel mondo. Poi l’abate perde la fede e il monastero sprofonda nel vuoto e nella notte. È la fine della vera Chiesa cattolica, uccisa da un Papa.

    “Che cosa accadrà al cristianesimo nell’anno 2000? Nessuno conosce il futuro. Ma il fatto è che il cristianesimo dell’anno 2000 è già in germe nel presente. Nella Chiesa le strutture sono sempre più scosse. All’era della contestazione violenta e della critica corrosiva, è seguita un’era di indifferenza”.

    In altre parole, la vittoria del progressismo nella Chiesa si è realizzata senza entusiasmo e nell’indifferenza generale, senza reazioni di un qualche spessore.

     

    Il “Concilio Vaticano III”

    L’articolo di Paris Match menziona quindi la proposta del cardinale Suenens di realizzare un Concilio Ecumenico a Gerusalemme.

    La cosa più terribile non è tanto che un cardinale progressista lo dica, ma che questo trovi eco in una rivista importante. Ciò mostra come il progressismo stia penetrando da tutte le parti. Solo un miracolo potrà fermare questa infiltrazione. Il progressismo si sta sviluppando come un cancro, occupando tutti gli spazzi, penetrando dappertutto, e riducendo a uno stato di miseria i gruppi veramente cattolici.

    Il fatto che una rivista del calibro di Paris Match lo dica apertamente sembra indicare che i fautori di questa infiltrazione non temano più alcuna reazione. Costoro stanno già preparando l’avvento di questa nuova Chiesa, che io non ho dubbi nel chiamare chiesa di Satana. Corruptio optimi pessima. Se tutto questo progetto eretico si dovesse avverare fino in fondo, io non ho remore di dire che sarebbe la chiesa di Satana. L’espressione potrebbe sembrare troppo violenta. Io, però, ho presentato una serie di argomenti, ognuno con un valore. Essi andrebbero confutati da chi opina che ho usato un’espressione troppo violenta.

    Vediamo allora che gli stendardi di Satana non avanzano più di notte, mentre tutti dormono, temendo la luce per paura che qualcuno si svegli e possa reagire. Ormai si mostrano alla luce del giorno, non temendo più una valida reazione di grandi proporzioni.

    È passato un po’ di tempo dall’ultima volta che abbiamo avuto l’opportunità di affrontare questi problemi. L’articolo di Paris Match mi dà l’opportunità di portare alla vostra attenzione tutta questa problematica. È una situazione umanamente disperata per chi vuole essere veramente fedele alla vera Chiesa cattolica. Chiudere gli occhi su questo, a mio avviso, sarebbe il culmine della cecità.

     

    Una società segreta

    Passiamo adesso a commentare un articolo di Gustavo Corção del 22 dicembre scorso (4):

    “I vescovi francesi si sono nuovamente riuniti a Lourdes in assemblea plenaria. (…) Parleranno della crisi delle vocazioni e del clero, cercando una risposta radicale: qual è la Chiesa che dobbiamo servire? (…) La Chiesa oggi vede la diminuzione del numero dei seminari come segno di una crisi più profonda a tutti i livelli: dottrinale, morale, sacramentale, pastorale. Per i conservatori l’unica soluzione sarebbe il ritorno alla loro forma tradizionale, cosa che i vescovi francesi a Lourdes proprio non vogliono. Io concludo, senza esitazione, che i vescovi francesi riuniti a Lourdes non sono più cattolici. Quello che leggiamo negli atti ci autorizza a questa brutale conclusione: A Lourdes, nella capitale della preghiera, la società segreta francese incaricata di distruggere le ultime mura della Chiesa di Cristo, ha incontrato poche onorevoli eccezioni”.

    Non sono stato io a dirlo. Ora, una società segreta di vescovi incaricata di abbattere gli ultimi muri della Chiesa è una società al servizio di Satana. L’opera specifica di Satana è distruggere la Chiesa. Questo non può meravigliarci. Negare che ci siano vescovi agenti di Satana implica negare il Vangelo quando dice che Satana entrò in Giuda e lo portò a ciò che sappiamo.

     

    L’immoralità

    Passo a commentare un altro aspetto del problema: l’immoralità dilagante. Da diversi fonti mi arrivano notizie di quanto le mode immorali siano esplose con l’arrivo del caldo estivo. Tanto che perfino nelle chiese si vedono ragazze vestite in modo succinto. Si sta camminando a larghi passi verso il nudismo.

    Qui ci sono due punti. Da una parte la provocazione che ciò esercita sulle persone che vogliono mantenere la purezza. Queste persone si trovano quasi impossibilitate a frequentare certi ambienti. D’altra parte, se queste mode si diffondono, le persone vi si potranno abituare, passando a pensare che ciò sia naturale. Questo porterà, anche implicitamente, a pensare che i modi della Chiesa di una volta siano ormai vecchi e superati, qualcosa che oggi non ha più ragion d’essere. E così crolla tutta la morale cattolica.

    Questo porta a una riflessione di carattere religioso. Una donna che esce vestita in questo modo costituisce una prossima e grave occasione di peccato mortale per gli uomini che incontra. In una chiesa sovraffollata, o in una strada trafficata, quanti peccati si commettono per causa delle mode? E cosa succede quando un sacerdote dà l’assoluzione a queste persone, senza chiedergli di cambiare atteggiamento? E un parroco che celebri la Santa Messa con i fedeli vestiti in questo modo, quanti sacrilegi porta sulla sua coscienza? Nel dare la comunione a persone vestite così, implicitamente si afferma che ciò non è più immorale.

    Io mi chiedo: i sacerdoti stanno o no proclamando implicitamente che questo non è più immorale? Certo che sì! È un modo di insegnare l’errore con i fatti. Quando si tratta un fatto come normale, quando si accetta che una persona vestita in modo immorale faccia la Comunione, si afferma implicitamente che la persona è in pace con Dio nostro Signore, quindi si afferma la liceità di quel modo di vestire.

    Ora, quando questo diventa un’abitudine diffusa in una diocesi, e quando i vescovi che fanno o permettono questo restano al loro posto, io mi domando se il peccato non sia grande come una torre di Babele, grande come il mare, come le stelle del cielo, come le sabbie del mare.

     

    Note

    1. Si riferisce soprattutto al saggio “Gruppi occulti tramano la sovversione nella Chiesa”, pubblicato in Catolicismo nel 1969. Cfr. “Verso una Chiesa Nuova”, Tradizione Famiglia Proprietà, ottobre 2017.

    2. Gerroux si ispira al romanzo di Brian Moore Cattolici, pubblicato nel 1972.

    3. La “Papessa Giovanna” avrebbe regnato sulla Chiesa col nome di Giovanni VIII dall’853 all’855. Si tratta di un’invenzione diffamatoria senza nessuna base storica.

    4. Gustavo Corção (1896 – 1978), scrittore cattolico brasiliano, esponente della corrente conservatrice.

     

    Fonte: Conferenza per soci e cooperatori della TFP brasiliana, 30 dicembre 1972. Brani scelti, tratti dalla registrazione magnetofonica, senza revisione dell’autore. Traduzione a cura di Tradizione Famiglia Proprietà – Italia.

    © La riproduzione è autorizzata a condizione che venga citata la fonte.

  • Schizofrenia e autodemolizione

     

     

    di Julio Loredo

    La scorsa settimana mi trovavo in Irlanda per partecipare al campeggio estivo organizzato dall’Irish Society for Christian Civilisation, la TFP irlandese. La domenica, mi è capitato fra le mani l’ultimo numero dell’Irish Catholic, il settimanale cattolico locale. Quaranta pagine di notizie, commenti e pubblicità religiosa in formato tabloid.

    Mi è subito sembrato che gli articoli potessero essere classificati in due grandi categorie:

             - la crisi nella Chiesa;

             - le cause che hanno innescato tale crisi.

    Nella prima categoria possiamo inserire l’annuncio che in Irlanda si cominceranno a celebrare “funerali laici”, cioè presieduti da un laico e non da un sacerdote. Il motivo: l’irreversibile mancanza di clero. “I fedeli dovranno abituarsi”, sentenziava laconicamente l’articolo. Infatti, mentre prima del Concilio il St. Patrick College di Maynooth ordinava una media di novanta novelli sacerdoti ogni anno, nel 2021 quel numero è sceso a sei. Secondo l’Irish Association of Catholic Priests, fra morti e apostasie, la Chiesa in Irlanda ha perso negli ultimi tre anni il 20% del suo clero.

    Possiamo anche contare come “crisi nella Chiesa” la notizia della chiusura di chiese e di luoghi sacri, ormai vuoti. La Conferenza episcopale ha già nominato una Commissione per occuparsene. Si parla di ridurre il numero delle chiese, di accorpare le parrocchie e di tagliare il numero delle diocesi. Afferma l’articolo: “Possiamo quindi aspettarci un’accelerazione delle fusioni delle parrocchie, la chiusura di chiese e una diminuzione del numero delle messe celebrate in tutta la Repubblica d’Irlanda”.

    Anche il numero di suore sta diminuendo. Una notizia informava che, se non fosse per l’afflusso di religiose provenienti dalla Polonia, diverse istituzioni cattoliche di beneficenza avrebbero già chiuso i battenti. Un altro articolo ricordava la chiusura, avvenuta nel 2020, del monastero carmelitano di Loughrea, dopo ben 340 anni di gloriosa storia. Il convento resistette alle persecuzioni cromwelliane, solo per soccombere alla crisi post-conciliare.

    Più articoli parlavano degli abusi sessuali nel clero, un problema ormai endemico. Si sono costitute diverse associazioni di “vittime del clero”. Un pezzo ricordava la storica richiesta di perdono nel 2018 da parte di Papa Francesco, in nome dei vescovi irlandesi, alle vittime di abusi sessuali, reali o presunti. Un colpo psicologico dalla quale la Chiesa non si è più ripresa.

    Queste e altre notizie – che mostrano una chiesa ormai allo sfascio – erano presentate con una certa nota di lutto e di tristezza: duole vedere Santa Madre Chiesa ridotta in tale situazione, specie in un Paese prima tanto fiorente.

    Parallelamente, però, quello stesso giornale che sembrava piangere la terribile crisi abbattutasi sul Corpo Mistico di Cristo, celebrava festoso quelle tendenze, quelle idee e quei fatti che hanno provocato la crisi. Lagnanze per la malattia, allegria per il virus che l’ha provocata. Raramente ho visto un simile caso di schizofrenia ecclesiale.

    Ecco un articolo per annunciare – festoso – che la Catholic Education Partnership, che sorveglia le scuole cattoliche, ha accolto il curriculum proposto dal Governo, denominato Relationships and Sexuality Education Programme, che comprende l’educazione sessuale dalla prima elementare, con tanto di lezioni speciali sulla pornografia e sui “rapporti inter-personali”, comprese quelli fra individui dello stesso sesso. Possiamo meravigliarci se le scuole cattoliche ormai non formano più cattolici?

    Due intere pagine erano occupate da un editoriale contro Boris Johnson, che proprio in quei giorni aveva annunciato il suo ritiro. L’articolo non si spiegava come mai un cattolico potesse votare per un candidato conservatore, bacchettava Johnson come uno dei peggiori politici degli ultimi tempi e si rallegrava per la sua caduta. Ma l’Irish Catholic, mi domandavo, vuole spingere i cattolici verso il Labour Party? Possiamo meravigliarci che tanti cattolici si siano estraniati da una Chiesa che tende a sinistra?

    L’attacco a Johnson era seguito da un lungo necrologico/panegirico di Eugenio Scalfari, presentato come “uno dei giornalisti italiani più acclamati”. Già nel titolo il pezzo affermava che Scalfari “ha contribuito a modellare la narrativa di Papa Francesco”. Ma come fa un settimanale cattolico a elogiare un laicista, ateo e socialista? Ho provato una sensazione di nausea, che immagino sia quella di tanti cattolici irlandesi, che poi rispondono allontanandosi dalla Chiesa.

    Sulla prima pagina, in bella mostra, una notizia informava che le diocesi irlandesi disinvestiranno i propri soldi dalle aziende che lavorano con combustibili fossili, all’insegna della “svolta ecologica” proposta da Papa Francesco. In questo senso, l’ultimo Sinodo dei vescovi irlandesi ha approvato un documento sul Climate Change Policy, che impegna la Chiesa a promuovere le energie rinnovabili. E anche qui, mi domandavo, cosa mai può pensare un fedele irlandese nel leggere questa notizia su un settimanale cattolico mentre è costretto a pagare €120 per un pieno? Più la Chiesa diventa green, più diventa anche void

    Un’altra notizia si congratulava con le istituzioni cattoliche – parrocchie, scuole, associazioni – per l’adozione di politiche sempre più “inclusive”, cioè non discriminatorie. Mentre in alcuni casi questa inclusione può essere giusta, per esempio nel caso di persone con disabilità, l’articolo condanna però qualsiasi tipo di “discriminazione”, anche per motivi di “scelte sessuali”. In altre parole, dobbiamo gioire che gli omosessuali stiano ormai riempiendo le istituzioni cattoliche irlandesi, anche se le persone normali se ne stanno andando via…

    Un pezzo informava che, in seguito al suggerimento di mons. Alan McGuckian SJ, vescovo di Raphoe, una commissione rivedrà il testo della Messa, poiché esso contiene troppe “espressioni strane” (awkward language). E io mi domando: se le modifiche già fatte hanno allontanato il 70% dei fedeli, cosa succederà con questa nuova riforma?

    E, last but not least, il grande annuncio che la Chiesa in Irlanda è disposta a seguire il “cammino sinodale” proposto dai tedeschi: “Il processo sinodale in corso in Irlanda segue una tendenza simile in tutto il mondo cattolico”. In Germania, dove il “cammino sinodale” è stato proposto per primo, la situazione della Chiesa è disastrosa. E adesso i vescovi irlandesi vogliono seguire la stessa strada?

    Leggendo le pagine dell’Irish Catholic, mi chiedevo continuamente: come ci si può lamentare che le cose vadano tanto male, e allo stesso tempo rallegrarsi con i fattori che provocano tale andazzo?

    Prima ho parlato di schizofrenia, vale a dire di quel disturbo caratterizzato dalla perdita del contatto con la realtà (psicosi). Credo che al cuore dell’autodemolizione della Chiesa vi sia una vera e propria schizofrenia. Com’è possibile non rendersi conto che il cammino intrapreso, almeno dagli anni Sessanta se non prima, sta portando verso il disastro?

    Proprio questa domanda se la poneva nel 1985 il cardinale Ratzinger nella sua celebre intervista a Vittorio Messori: “È incontestabile che gli ultimi vent’anni sono stati decisamente sfavorevoli per la Chiesa cattolica. I risultati che hanno seguito il Concilio sembrano crudelmente opposti alle attese di tutti, a cominciare da quelle di papa Giovanni XXIII e poi di Paolo VI. [...] I Papi e i Padri conciliari si aspettavano una nuova unità cattolica e si è invece andati incontro a un dissenso che – per usare le parole di Paolo VI – è sembrato passare dall’autocritica all’autodistruzione. Ci si aspettava un nuovo entusiasmo e si è invece finiti troppo spesso nella noia e nello scoraggiamento. Ci si aspettava un balzo in avanti e ci si è invece trovati di fronte a un processo progressivo di decadenza”.

    Resta comunque la domanda: i fautori dell’autodemolizione soffrono di schizofrenia – cioè, non si rendono conto della realtà delle cose – oppure se ne rendono conto e vanno avanti lo stesso?

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