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Dom Helder e la violenza

 

 

Trascriviamo l’interessante testimonianza di un (allora) giovane cileno che partecipò a una conferenza di mons. Helder Câmara nel 1969, a Santiago del Cile:

“In questo centenario della nascita di Dom Helder Câmara (2009, ndr), ritengo opportuno ricordare un fatto a cui assistetti giovanissimo, che mi sembra svelare un aspetto poco conosciuto dell’arcivescovo rosso.

“Nel 1968/69, come studente di giurisprudenza presso la Pontificia Università Cattolica del Cile, a Santiago, accompagnai per alcuni giorni la visita che Dom Helder fece nella capitale cilena, perché volevo scriverne un rapporto. Tra le attività della visita ci fu un incontro, tenuto segreto, con «Iglesia Joven» (Giovane Chiesa), movimento estremista allineato alla Teologia della Liberazione, che pochi mesi prima aveva preso d’assalto la cattedrale di Santiago.

“Riuscii ad infiltrarmi nella riunione con un registratore portatile (che all’epoca non erano molto discreti…), per registrare le parole di Dom Helder. Purtroppo fui riconosciuto da un collega dell’Università, figlio dell’ambasciatore cileno in Vaticano. Volevano portarmi via il registratore, ma riuscì a sgattaiolare e a salire sul palcoscenico, sedendomi in un posto dove un’eventuale aggressione sarebbe stata vista anche da Dom Helder.

“Durante la sua conferenza, rispondendo alle domande, gliene fu posta una circa la legalità dell’uso della violenza nella lotta intrapresa dalla sinistra. Ricordo perfettamente la risposta di Dom Helder, che registrai. Mi sembra ancora di sentirlo, tanto mi colpì: «Non mi ci vedo a infilzare un coltello nella schiena di un uomo d’affari, ma alla violenza istituzionalizzata è legittimo rispondere con la violenza rivoluzionaria»”.

“Credo che non sia possibile un incitamento alla violenza più eloquente. Molti dei presenti, che sentirono quelle parole, formarono in seguito le milizie terroristiche del MIR (Movimento di Sinistra Rivoluzionaria) e altre simili, che tanto sconvolsero il mio Paese.

“Lasciai la conferenza e mi dileguai senza farmi notare. Più tardi, all’università, ricevetti una minaccia dal figlio dell’ambasciatore di cui sopra: se avessi pubblicato quello che avevo visto e sentito, ne avrei subito le conseguenze.

“Non volevo che passasse il centenario di questo personaggio senza rendere pubblica la sua dichiarazione. Dom Helder è stato quattro volte candidato al Premio Nobel per la Pace, ma la mia testimonianza rivela come tale pretesa si scontri con la realtà”.

(F.A.A., documento firmato, Santiago, Cile)

 

Attribuzione immagine: By Antonisse, Marcel / Anefo - [1] Dutch National Archives, The Hague, Fotocollectie Algemeen Nederlands Persbureau (ANEFO), 1945-1989, Nummer toegang 2.24.01.05 Bestanddeelnummer 931-7341, CC BY-SA 3.0 nlWikimedia.

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