Colombia: Il fallimento del buonismo
I giornali di tutto il mondo hanno dedicato ampio spazio alla sospensione del processo di pace in Colombia e la conseguente ripresa dell’offensiva del Governo contro la guerriglia comunista delle FARC (Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia). Stanco di essere sistematicamente ingannato dalle FARC, che avevano spudoratamente sfruttato i negoziati per accrescere il loro potere, il presidente Andrés Pastrana ha ordinato l’immediata occupazione militare della cosiddetta “zona libera del Caguán”, ovvero il territorio autonomo concesso nel ‘98 alla guerriglia in cambio dell’apertura dei colloqui (1).
Col titolo Finalmente l’incubo è terminato, l’associazione Tradición y Acción, consorella della TFP, ha reso pubblico un manifesto congratulandosi per questo passo: “Molte volte questa Associazione, insieme ad importanti settori dell’opinione pubblica, ha dimostrato in modo esauriente che le concessioni alla guerriglia marxista, terrorista e narcotrafficante portano solo al disastro. (...) Ora è chiaro che combattere la violenza terrorista fino alla sua completa sconfitta resta l’unica cosa che può impedire alle FARC di attuare il loro progetto di cristianizzazione del Paese e di sovvertire il regime politico, sociale ed economico. Soltanto dopo si potrebbe pensare a qualche misura di clemenza, se non vogliamo che esse si dimostrino controproducenti”.
“Finalmente il presidente Pastrana si è deciso ad adottare le misure che il Paese da tempo esigeva -- prosegue il documento -- La sua popolarità era crollata ai livelli più bassi della storia recente. (...) Il territorio del Caguán era diventato un santuario del terrorismo, del sequestro, della rapina, del narcotraffico e di tanti altri crimini. E, mentre i guerriglieri vi vivevano in assoluta tranquillità, la Colombia viveva invece nel terrore per le atrocità che, nonostante tutto, le FARC hanno continuato a commettere”.
Il manifesto lamenta come “un eccesso di benevolenza verso la guerriglia abbia permesso ad essa di insediarsi sul territorio concessogli, dove spadroneggiava manu militari, soggiogando la popolazione e utilizzandolo come trampolino per gli attacchi terroristici, nonché come base per il traffico internazionale di cocaina”. Questa politica cedevole ed arrendista, rincalza Tradición y Acción, altro non ha fatto che far precipitare la situazione.
Il manifesto termina con una fervente supplica alla Madonna di Chiquinquirà, Patrona della Colombia, affinché “protegga la Nazione e la faccia sempre più grande e cristiana”.
1. Cfr. “Repubbliche sovietiche all’interno del Paese”, Tradizione Famiglia Proprietà, marzo 2001, pp. 8-9.