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Pensatore

 

Al nome di Plinio Corrêa de Oliveira si è soliti abbinare la qualifica di “pensatore”. Egli, però, era molto lontano dal tipo di “intellettuale filosofeggiante” su cui aveva ironizzato in un suo articolo del 1951.


Consapevole che “Dio ha stabilito relazioni misteriose e mirabili tra certe forme, colori, suoni, sapori, e certi stati d’animo delle persone”, egli constatava che “è chiaro che con questi mezzi si possono influenzare a fondo le mentalità e indurre persone, famiglie e popoli a formarsi una condizione spirituale profondamente rivoluzionaria, oppure contro-rivoluzionaria”.


Se da una parte è vero che l’uomo modella le realtà che lo circondano — moda, arte, cultura, architettura, cucina, ambienti e via dicendo — è vero anche l’inverso: queste, a loro volta, esercitano su di lui una profonda influenza. E tutto questo ancor prima che sia intervenuto l’intelletto a dare un contenuto ideologico a questi fenomeni.


Perciò il dottor Plinio privilegiava l’analisi degli aspetti “tendenziali” delle realtà su quelli strettamente filosofici, partendo sempre dalla descrizione, salvo poi risalire al livello teorico, senza mai perdere contatto con la realtà concreta.


Per abituare i suoi seguaci ad effettuare questo tipo di analisi, nel 1951 egli inaugura la rubrica “Ambienti, costumi, civiltà” della rivista Catolicismo.