Attualità
Il ddl Mastella: una bomba a tempo per la libertà dei cattolici
Sottovoce, quasi alla chetichella, sotterrato all’interno d’un fitto pacchetto di decreti, è stato unanimemente approvato dal Consiglio dei Ministri, lo scorso 25 gennaio, il ddl contro le “discriminazioni” presentato dal Ministro della Giustizia Cle-mente Mastella. Applicato nella sua integrità, questo decreto potrebbe implicare la fine della libertà di pensiero e di azione in campo morale e religioso in Italia.
Il ddl sulle “discriminazioni”
Col ddl Mastella, gli atti cosiddetti “discriminatori” vengono equiparati all’incitamento all’odio razziale, inclusi in questa categoria e puniti di conseguenza.
In particolare, si dispone la punizione da 6 mesi a 4 anni di carcere “per chiunque diffonda, in qualsiasi modo, idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, ovvero inciti a commettere o commetta atti di discriminazione razziale, etnica, nazionale, religiosa, o fondata su orientamento sessuale o identità di genere”.
Volutamente ampio, il ddl Mastella punisce la “discriminazione” non solo quando la si commette effettivamente, né solo quando si istiga a commetterla, ma anche quando la si “diffonde”, ossia la si esprime, teorizza o giustifica pubblicamente, ed “in qualsiasi modo”, ossia mediante parole, scritti, immagini, gesti.
Inoltre, le categorie discriminatorie vietate dal ddl sono talmente vaghe, da creare una vastissima tipologia di reati, potenzialmente imputabili ad un enorme numero di soggetti.
La libertà a rischio
Nella logica del ddl Mastella, diventerà impossibile in Italia distinguere fra vero e falso, buono e cattivo, bello e brutto, visto che chiunque si veda criticato in qualsiasi campo per le sue idee o le sue azioni potrà sempre proclamarsi un “discriminato” e denunciare i suoi critici per “incitamento all’odio razziale”.
In concreto, sarà impossibile punire tutte le forme di “discriminazione” incluse o includibili nelle categorie qui previste. Di conseguenza, la magistratura sarà spinta a fare un’applicazione selettiva ed esemplare del ddl, scegliendo quali reati punire e quali settori colpire. Questa scelta, fatta in base a criteri extragiuridici, potrebbe colpire gli ambienti ideologicamente o politicamente “scorretti”, risparmiando invece quelli ideologicamente o politicamente “corretti”.
Paradossalmente, questa legge antidiscriminatoria potrà funzionare solo... facendo gravi discriminazioni!
Il reato di “discriminazione sessuale”
L’aspetto più grave del ddl è costituito dal fatto di prevedere il reato di discriminazione sessuale, qui paragonato a quello di discriminazione razziale. Cosa sarebbe quest’“orientamento sessuale”, tanto importante che il solo criticarlo verrà punito col carcere? Il ddl Mastella evita di dare una sia pur vaga definizione di questa fantomatica categoria.
Non serve, però, molta intuizione per accorgersi che nella fattispecie il soggetto principale è uno: gli omosessuali. Infatti, gli “orientamenti sessuali” tutelati dal ddl vengono considerati come del tutto diversi dai due soli sessi (maschile e femminile) esistenti in natura, già abbondantemente tutelati per legge dalle discriminazioni. In questo modo l’omosessualità diventerà un “orientamento sessuale” che, essendo tutelato per legge, non potrà più essere criticato, e tantomeno contrastato, in alcun modo.
Persecuzione religiosa?
Classificandole come “identità di genere” degne di stima, tutela e promozione, il ddl implicitamente eleva le varie deviazioni sessuali al rango della sessualità normale, mentre questa viene abbassata ad una delle tante forme di erotismo. Viene così imposto un ideologico egualitarismo sessuale basato su una concezione “pluralistica” della sessualità, che vieta di distinguere tra ciò che è secondo natura e ciò che è contro natura, tra ciò che è morale e immorale, giusto e ingiusto, sociale e antisociale.
Nella logica del dll Mastella, la Chiesa non potrà più insegnare il suo Magistero in campo morale. Per esempio, qualsiasi condanna dell’omosessualità, sia pure fondata sulle Sacre Scritture, potrà essere considerata un “incitamento all’odio razziale”. E visto che, in tema di omosessualità, le Sacre Scritture sono assai “discriminatorie”, ci si chiede se esse non saranno eventualmente messe sotto sequestro, insieme a tanti documenti ecclesiastici, come il Catechismo della Chiesa Cattolica.
In conclusione: dietro un titolo apparentemente innocuo, e perfino simpatico, il ddl Mastella pone le basi per la più terribile persecuzione religiosa che il nostro Paese abbia mai sofferto. Speriamo che in sede parlamentare, dove il ddl segue adesso il suo iter, prevalga invece il buon senso, vistosamente assente nella seduta del Consiglio dei Ministri il 25 gennaio scorso.