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Attualità

 

Cina: uno sguardo dietro le quinte

 

[Avvicinandosi ormai le Olimpiadi di Pechino, oggetto d’una colossale operazione di marketing propagandistica a beneficio del regime comunista cinese, forse è il caso di sbirciare dietro le quinte per scoprire l’altra faccia della medaglia.]

 

La super-diga sull’orlo del disastro


Costruita come simbolo della nuova Cina, ostentata come la più grande del mondo, e ancora non terminata, la super-diga Tre Gole (foto a d.) è già sull’orlo del disastro. “Si tratta di un disastro dell’ingegneria — afferma l’agenzia di notizie ufficiale Xinhua — si può andare verso la catastrofe”. I commentatori fanno notare che, se il pericolo non fosse davvero incombente, i responsabili, per una tale notizia, avrebbero rischiato la vita.


Agenti del Partito Comunista hanno già cominciato ad allertare le popolazioni lungo le rive dello Yangsté. Gli argini hanno già ceduto in 91 punti diversi, in un arco di più di 36 chilometri, inghiottendo alcuni villaggi di pescatori. Ogni cedimento provoca un piccolo tsunami che poi viaggia lungo il fiume seminando distruzione. (Catolicismo, nov. 2007)

 

Cronica carenza di benzina


Per l’ennesima volta si è fatto sentire in grande parte della Cina un fenomeno ormai endemico: il Tu huang, ovvero il panico da benzina. Milioni di automobilisti hanno dovuto affrontare fino a cinque ore di snervante attesa davanti ai distributori, solo per ricevere i pochi litri di benzina autorizzati dal governo per ogni cittadino. Molti sono rimasti a secco. Tali scene sono diventate sempre più comuni negli ultimi anni, mentre il paese soffre di periodiche scarsità di carburante durante le stagioni di picco della domanda. Il motivo di fondo non è tanto l’insufficienza della produzione quanto la politica del governo, che preferisce vendere il carburante all’estero, mentre mantiene la propria popolazione in uno stato di razionamento che poco è cambiato dall’epoca di Mao Tse Tung. (China Watch, 06-12-2007)


Pesci avvelenati

Le acque al largo della Cina nord-orientale, sede delle maggiori pescherie ed aziende ittiche, sono diventate una gigantesca discarica per i rifiuti chimici secondo quanto rivela il Nanfang Daily. I banchi di pesci cominciano a scarseggiare, quelli di allevamento presentano un indice di tossicità allarmante, i frutti di mare vengono ritenuti addirittura “avvelenati”. I pescatori stanno abbandonando i villaggi costieri, una volta prosperi, per immigrare verso l’interno.


Il mare di Bohai, che bagna le coste dello Shandong, Hebei e Liaoning era tradizionalmente conosciuto come “la fattoria ittica dell’imperatore”. Ma oggi le sue acque stanno morendo a causa dei fiumi avvelenati che vi sfociano. Si stima che 43 dei 53 corsi d’acqua che sfociano nel Bohai siano fortemente inquinati da sostanze chimiche. Ogni anno, 5,7 miliardi di tonnellate di rifiuti tossici nonché 2 miliardi di tonnellate di rifiuti solidi sono gettati al mare. Il suo contenuto di metalli pesanti ormai supera di ben 200 volte il livello accettabile. Il porto di Yangjiao, già leader del mercato all’ingrosso di frutti di mare, è praticamente deserto. “Non ci sono più pesci”, si lamenta il pescatore Wang Dayou. (China Watch, 08-11-07)

 

USA: cresce il sentimento anti-cinese


Dopo i farmaci avvelenati, il cibo per cani malsano, i prodotti di igiene fatti con agenti cancerogeni, i pneumatici avariati, i giocattoli pericolosi, le vernici contenenti sostanze proibite, e le batterie di cellulare che scoppiano, ecco che arrivano dalla Cina le “culle assassine”. Queste culle, commercializzate negli USA dalla ditta Simplicity for Children, hanno la cattiva tendenza a collassare, soffocando il bebè.


Nell’arco di poche settimane, tre bimbi sono morti in questo modo, inducendo le autorità americane a ritirare dal mercato più di un milione di culle. L’indignazione contro i prodotti cinesi è alle stelle. Negozi sempre più numerosi stanno esibendo un cartello “China Free”, vale a dire “negozio senza prodotti cinesi”. (Catolicismo, nov. 2007)

 

Ancora la censura


Un tribunale di Hang-zhou ha condannato il giornalista Lu Gengson per “istigazione sovversiva contro lo Stato”, senza consentirgli di fare richieste o dichiarazioni. Il suo crimine? Aver parlato della corruzione dei funzionari pubblici. La moglie Wang Xue ha detto che è stata permessa la presenza solo a lei, alla figlia e a due amici. “Il giudice – racconta Wang – ha letto la sentenza immediatamente. Non ci sono state domande e nessuno ha potuto dire qualcosa”. Almeno 40 giornalisti sono attualmente in galera per analoghe accuse. (AsiaNews 06-02-2008)

 

Una cultura di violenza


Proteste di interi villaggi che chiedono l’indennità per i terreni espropriati dal governo, imprese che inviano picchiatori contro attivisti per i diritti dei lavoratori, polizia mandata a pestare e arrestare gli operai che chiedono di essere pagati: la “società armoniosa” cinese assomiglia sempre più al vecchio “Far West” USA, con i cittadini che debbono difendere da soli i loro diritti.


A dicembre, circa 10mila lavoratori della fabbrica elettronica di Ai Gao a Dong Wan sono scesi in piazza, protestando che la ditta decurta dal loro salario di 690 yuan (meno di 70 euro, il minimo mensile per legge) almeno 232 yuan per la mensa e 50 yuan per farli dormire in stanze da 16 persone. La polizia ha colpito i dimostranti e portato via oltre 100 persone, fra cui alcuni giornalisti. Nei giorni successivi il governo di Dong Wan ha proibito qualsiasi notizia, anche su siti web.

A Shenzhen da mesi gli attivisti per i diritti dei lavoratori sono pestati da ignoti. Una settimana prima è stato massacrato di botte Li Jinxin, attivista pro-lavoratori, e la stampa locale ricorda almeno altri due attivisti pestati in questi mesi.


Anita Chan, ricercatrice presso l’Università nazionale australiana, dice che “se la cosa continua si potrà generare una cultura della violenza”. (AsiaNews/Agenzie 08-01-2008)


I poveri sempre più poveri

Un recente studio della National Development Reform Commission, con sede a Pechino, informa che l’indice Gini, che misura la distribuzione del reddito delle famiglie, ha raggiunto lo 0,4 il ché mostra che il divario fra ricchi e poveri a livello nazionale continua a crescere. Secondo Fan Gang, direttore del National Economic Research Institute, è improbabile che la tendenza soffra sostanziali variazioni nel prossimo decennio. (China Watch, 22-08-2007)

 

Ravioli al veleno


Su ordine del Ministero della sanità giapponese, una ditta importatrice di ravioli surgelati cinesi ha dovuto ritirare il prodotto dal mercato dopo aver scoperto la presenza di un pesticida che ha provocato malori da avvelenamento ad almeno 10 persone.


I ravioli surgelati, prodotti dalla ditta cinese Tianyang, contenevano un insetticida al fosforo, causa di dolori addominali, vomito e diarrea. Tre persone nella provincia di Hyogo e sette a Chiba, vicino a Tokyo, si sono ammalate. Fra loro anche una bambina di 5 anni, che è caduta in coma e solo da poco ha riguadagnato coscienza. Il Ministero giapponese della sanità ha sospeso tutte le importazioni della Tianyang.

La qualità e la sicurezza delle esportazioni cinesi in Giappone è stata messa in crisi molte volte lo scorso anno, con la scoperta di materiali velenosi mortali contenuti in paste dentifrice, mangimi per animali, giocattoli e medicine.
Anche in Giappone ormai si diffonde l’uso di cartelli che indicano che i prodotti alimentari in vendita non provengono dalla Cina (foto pag. precedente). (AsiaNews/Agenzie 31-01-2008)


Repressione di dissidenti

Incurante dei prossimi Giochi Olimpici, il governo cinese ha lanciato una sistematica repressione del dissenso politico. La situazione dei diritti umani è notevolmente peggiorata. “Pechino ha chiaramente dimostrato che non intende mantenere le promesse fatte alla comunità internazionale in cambio di ospitare i Giochi — ha detto Sophie Richardson, capo ufficio per l’Asia dello Human Rights Watch — Al contrario, assistiamo ad un sistematico sforzo di ridurre al silenzio  e di reprimere i cittadini cinesi che stanno cercando di ottenere dal governo un maggiore rispetto dei diritti fondamentali”. Negli ultimi quattro mesi, ben sei noti dissidenti sono stati arrestati con l’accusa di “incitamento alla sovversione contro il potere statale”.


“I preparativi per le Olimpiadi stanno avendo un impatto negativo sugli sviluppi dei diritti umani in Cina — ha detto Richardson — Negli ultimi mesi, il governo ha aumentato la censura, perseguitando i difensori dei diritti umani e soffocando il crescente clamore popolare per una migliore tutela dei diritti di tutti”. In un altro inquietante sviluppo, la repressione dei dissidenti e degli attivisti per i diritti umani si è allargata negli ultimi mesi in modo da includere la sistematica intimidazione, sorveglianza e confinamento anche dei loro parenti. (Human Rights News, 06-02-08)

 

Niente Natale


La polizia della provincia dell’Hubei ha arrestato la notte di Natale un gruppo di orfani ed i volontari cristiani che si apprestavano a passare le feste con loro. Gli agenti hanno rinchiuso i bambini ed hanno “convinto” il proprietario del terreno su cui sorgeva l’orfanotrofio a cacciare via gli affittuari. Lo denuncia la China Aid Association, un’organizzazione non governativa che opera per la libertà religiosa in Cina. Secondo un documento segreto del Partito comunista dell’Hubei, in Cina è in atto una campagna per “normalizzare” le Chiese protestanti sotterranee dando loro due possibilità: o aderire al Movimento delle tre autonomie (fondato dal governo comunista) o essere soppresse.


Poco prima, la polizia aveva fermato P. Zeng Zhongliang ed un suo seminarista, Wang Bin, mentre erano in visita nella provincia meridionale del Guan-gdong. Il loro “crimine”? Il sacerdote aveva organizzato una riunione del clero di tutta la diocesi, dove aveva agito in rappresentanza del vescovo, da tempo agli arresti domiciliari. (Asia News, 27-11-2007)