Condividi questo articolo

Submit to FacebookSubmit to Google PlusSubmit to Twitter

Attualità

 

Mentre a Roma tacciono le campane…

 

di Gregorio Lopes

 

Pochi oggetti possiedono una tale “carica” di cattolicità quanto le campane. Nella sua sapienza, la Chiesa ha perfino istituito una benedizione particolare per le campane. Così diventano oggetti sacri. Il loro suono, allo stesso tempo allegro e maestoso, ha la capacità di attrarre gli angeli mentre sgomenta i demoni. L’atto stesso di suonarle, dispiegando le caratteristiche corde, in un certo modo fa partecipare alle “grazie” della campana. “La corda che serve per suonare la campana, questa corda che sale e scende senza sosta, indica la preghiera del fedele, ed è anche l’immagine della nostra vita”, spiega il teologo francese Mons. Gaume (L’Angelus au dix-neuvième siècle, Éditions Saint-Rémi, 2005). Allo stesso tempo ha un contenuto profondamente umano. “Nel suono delle campane l’uomo può collocare tutto ciò che vuole: le gioie, i dolori, le speranze”, leggiamo in un documento dell’Associazione suonatori di campane a sistema veronese.


È quindi con comprensibile tristezza che siamo venuti a conoscenza di un articolo pubblicato l’anno scorso dalla BBC News di Londra (25-08-08). Eccone la sostanza:


“A Roma, capitale della Cristianità, con più di seicento chiese che ostentano oltre millecinquecento campane, l’antica arte di suonare le campane è quasi morta. I suonatori di campane sono una specie in estinzione. Il loro posto è stato preso da attrezzature automatizzate che, nella maggior parte delle chiese, hanno ormai sostituito le tradizionali corde. Prima, ogni chiesa aveva il suo sacrestano, una di cui funzioni era proprio suonare le campane in determinati orari”.

Possiamo certo capire che i ritmi della vita moderna ostacolano sempre di più il lavoro manuale e che, di conseguenza, vi sia la tendenza a sostituire l’uomo con la macchina. Questo e tanto altro lo sappiamo benissimo. Ma sappiamo anche che un cuore veramente cattolico non può non rattristarsi con la scomparsa di questo mestiere così rappresentativo della civiltà cattolica, e la sua sostituzione col freddo atto di schiacciare un bottone, così rappresentativo d’una civiltà che esitiamo a chiamare cattolica.

E chi non vede che sono le campane stesse ad essere sempre più excluse dalla nostra civiltà fino a rischiare l’estinzione? Prosegue la BBC:

“Per secoli le campane delle chiese di Roma hanno scandito le ore. Suonavano per annunziare la morte di un Papa, per celebrare le grandi feste di Natale e di Pasqua, per chiamare i fedeli alla Messa dominicale.

“Secondo Fabio Angelici, specialista nell’installazione di sistemi meccanici per campane, ‘i romani hanno perso l’abitudine di deliziarsi con la bellezza del tocco delle campane di chiesa, per svegliarsi la mattina o per andare a Messa la domenica. Al contrario, oggi il suono delle campane riesce sempre più scomodo ad un numero crescente di persone. La legge oggi limita il tocco delle campane nelle chiese, come se facessero parte di un sistema d’allarme’.

“Nel Nord dell’Italia esistono decine di associazioni di suonatori di campane. Ma apparentemente a Roma non ce n’è nemmeno una. I pochi romani che facevano questo mestiere sono scomparsi negli ultimi anni, commenta Angelici, il cui padre lavorava nell’ultima fonderia di campane esistente a Roma, chiusa nel 1993 dopo ben 500 anni di attività.
“‘Se qualche vicino si lamenta del rumore allegando che gli provoca angoscia o danni, continua Angelici, allora la Polizia ha il potere di intervenire per silenziare quella campana. Fino a non molto tempo fa, le campane delle chiese erano il segnale per andare a lavorare e, poi, per rincasare per il pranzo. Tutto questo è finito’.

“Appena una infima minoranza di sacerdoti romani continua a suonare le campane a mano. Uno di essi è don Battista Pansa, parroco della Chiesa della Trasfigurazione. ‘Le domeniche quando i ragazzi vengono a Messa, dice don Pansa, gli piace suonare le campane. Quando invece sono solo, allora sono io a tendere le corde’.

“D’altronde, perfino il Vaticano ha ormai abbandonato la pratica di suonare le campane a mano, in favore del bottone meccanico...”