Accademia estiva 2010
Lo studio approfondito di ogni aspett della Rivoluzione:
fondamento di un rinnovato impetu contro-rivoluzionerio
Quest’anno l’Accademia Estiva dell’associazione Tradizione, Famiglia, Proprietà si è incentrata sullo studio della Rivoluzione Francese quale “spartiacque nel processo di scristianizzazione dell’Occidente”. Attraverso un percorso di conferenze e visite guidate dei luoghi teatro di tali eventi sono state evidenziate le dinamiche del processo rivoluzionario, mediante un’analisi delle tendenze che hanno creato l’ambiente adatto per la nascita e l’attecchimento di idee le quali, divenute filosofie aberranti, sono penetrate e si sono diffuse come un virus nella società per trasporsi infine nei fatti.
Tre gli aspetti principali emersi circa la Rivoluzione Francese:
1. La versione “ufficiale”, adottata da gran parte della storiografia ed insegnata nella maggioranza delle scuole, che presenta la rivoluzione quale moto improvviso e spontaneo sorto dal basso, dal ceto popolare, in odio al Re ed alla Nobiltà è quantomeno inverosimile. La realtà che emerge da un’attenta visione d’insieme dei fatti, mette in luce un processo graduale ed articolato svoltosi per tappe successive, organizzato ed orchestrato fin nei minimi dettagli ed in maniera tale che il solo accostare i termini rivoluzione francese e spontaneità costituisce un ossimoro.
2. L’andamento della storia, diversamente da quanto insegnano le perverse e false dottrine rivoluzionarie, non consiste in un’ascesa indefinita, in un continuo ed inarrestabile progresso, bensì di alti e bassi: l’ago della bilancia della storia è spostato da piccole minoranze. La rivoluzione francese né è un esempio paradigmatico: un esiguo numero di congiurati, ma determinato e ben coordinato, abilissimo nel diffondere e disseminare i veleni rivoluzionari attraverso ogni sorta di canale (dai salotti ai cafè, mediante testi e pamphlets), è riuscito ad innescare un processo che ha rovesciato l’ordine cattolico della civiltà.
3. Il cardine su cui poggia l’azione rivoluzionaria consiste nel suscitare un’avversione contro l’ordine costituito facendo leva su due vizi fondamentali dell’uomo: l’orgoglio e l’impurità. Il primo dei quali genera un odio contro ogni gerarchia ed ogni disuguaglianza, portando all’egualitarismo; il secondo ostile ad ogni limitazione ed autorità, conduce al liberalismo. Ma, per usare le parole del Dottor Plinio, “un’esplosione di passioni disordinate tanto profonda e tanto generale […] non sarebbe avvenuta senza un’azione preternaturale”. “La Rivoluzione non è frutto della semplice malizia umana. Quest’ultima apre le porte al demonio, dal quale si lascia eccitare, esacerbare e dirigere”.
Quest’ultima constatazione svela il carattere dello scontro tra Rivoluzione e Contro-rivoluzione: esso è essenzialmente uno scontro religioso. Si rende quindi necessario ed indispensabile, in questa lotta, l’ausilio della Grazia e pertanto l’ausilio di Colei che, per la stessa volontà di Nostro Signore Gesù Cristo, ne è la dispensatrice: La Madonna. Proprio per questo fulcro del percorso di quest’anno è stata, nel cuore della Vandea, la preghiera ed il rinnovo della consacrazione a Maria sul sepolcro di San Luigi Maria Grignon di Monfort, poiché, “la devozione alla Madonna è condizione sine qua non perché la Rivoluzione sia schiacciata, perché vinca la Contro-Rivoluzione”.