Magdi Cristiano Allam:
Essere testimoni della verità in Europa
“L’Europa e le sue radici di fronte alle sfide contemporanee”, ecco il titolo della affollatissima conferenza tenuta dall’eurodeputato Magdi Cristiano Allam nella sede della Fédération pro Europa Christiana a Bruxelles. Ha presentato l’oratore Jean Goyard, della TFP francese. Riportiamo alcuni brani dell’importante intervento, che può essere visionato su YouTube sul canale della FPEC.
Mi auguro che questo mio intervento possa aiutare a ciascuno di voi ad acquisire elementi di certezza rispetto a una tragedia a cui noi oggi stiamo assistendo, che ci aiuti a capire cosa oggi dobbiamo fare per affrancarci da una situazione dove l’Europa, nel suo insieme, non è in grado di individuare una rotta da seguire e il traguardo a cui approdare. Parlo della verità.
È fondamentale distinguere fra la dimensione delle persone e quella della religione. Oggi noi commettiamo degli errori che ci portano ad assumere posizioni sbagliate perché sovrapponiamo queste due dimensioni. Per esempio, non è per niente la stessa cosa parlare di dialogo fra islam e cristianesimo e di dialogo fra musulmani e cristiani.
Il cristianesimo è la religione del Dio che si fa uomo con Gesù Cristo. Si è cristiani non perché si creda in una dottrina ma nella verità storica del Dio incarnato. L’islam, invece, è la religione del Dio che si fa testo e che si “incarta” nel Corano. Per i musulmani, il Corano è Dio, della stessa sostanza di Dio, opera increata al pari di Dio, dove pertanto, fede e ragione non possono mai convivere.
Il cristianesimo, invece, è la religione che concepisce l’uomo a immagine e somiglianza di Dio, dove la vicinanza fra uomo e Dio fa sì che fede e ragione siano parti integranti della cultura cristiana. Gesù Cristo non ha nulla a che fare con l’Allah islamico.
La confusione fra la dimensione delle persone e quella della religione ci porta in Europa a due tipi di errori. Il primo è quello del relativismo. Il relativismo diventa ideologia nel momento in cui ci nega l’uso della ragione per arrivare alla verità. Secondo il relativismo, aprioristicamente — ed è questa la dimensione ideologica — tutte le religioni, tutte le culture, tutti i valori vengono considerati pari, uguali a prescindere dai loro contenuti.
Il relativismo ci porta a mettere sullo stesso piano tutto e il contrario di tutto. L’errore a cui ci porta questo relativismo è l’idea che, per amare i musulmani come persone, si debba accettare l’islam come religione. L’amore per il prossimo rappresenta il fondamento del cristianesimo. Ma questo amore non deve automaticamente tradursi nel legittimare la religione del prossimo, soprattutto se, entrando nel merito dei contenuti di questa religione, noi prendiamo atto che è incompatibile con la verità e con quei valori che Benedetto XVI ha definito “non negoziabili”.
Il secondo errore in cui si incorre è di segno opposto, ed è l’ideologia del razzismo dove, partendo dalla condanna della religione si arriva alla condanna delle persone.
Da qui la necessità di distinguere fra le due dimensioni. Noi possiamo dialogare con i musulmani come persone, pur restando sempre noi stessi come cristiani, senza relativizzare la religione cristiana, senza cadere nella trappola che, per amare il prossimo, dobbiamo mettere tutte le religioni sullo stesso piano.
Questo approccio oggi in Europa è diffuso laddove si è affermato un modello di convivenza noto come “multiculturalismo”. Si tratta di un approccio ideologico che ritiene che il governo della pluralità etnica, linguistica, culturale e religiosa possa realizzarsi limitandosi a elargire a piene mani diritti e libertà, senza chiedere in cambio doveri e il rispetto delle regole, e senza che ci sia un comune collante identitario e valoriale.
Il multiculturalismo immagina che, per favorire il dialogo e agevolare la convivenza, è preferibile che noi ci presentiamo come se fossimo una landa deserta, senza la certezza della nostra fede, negando le nostre radici cristiane, senza la certezza della nostra identità. Ed è proprio nel momento in cui noi ci presentiamo in questo modo che gli altri, gli islamici, ci percepiscono come una terra di conquista. E questa conquista è già in atto.
Quello che accade oggi sulla scena internazionale evidenzia una realtà che è simile a quella che a partire dal settimo secolo ha portato all'islamizzazione del Mediterraneo. Sull'altra sponda del Mediterraneo, le comunità cristiane sono vittime di una guerra santa islamica, legittimata dal Corano, che vuole sradicare definitivamente la presenza dei cristiani.
Di fronte a questa situazione noi commettiamo un doppio errore madornale. Il primo è di non venire incontro ai bisogni di queste comunità cristiane, come se fossero una realtà che non ci riguarda. In questo modo noi legittimiamo, a livello internazionale, una guerra santa islamica che, a quel punto, non si fermerà soltanto al di là del Mediterraneo.
L’altro errore madornale è che non ci rendiamo conto che ciò che succede dall’altra parte del Mediterraneo fa parte di una strategia finalizzata all’islamizzazione dell’Europa. (...)
L’assumere la consapevolezza che l’affermazione della verità, salvaguardando la libertà, rappresenta il primo passo da compiere in un percorso che ci deve portare ad essere autentici testimoni della verità in un’Europa che può costruire un futuro dignitoso e libero per tutti coloro che scelgono di venire in Europa per migliorare la propria vita, in un ambiente di fraternità, però dove i valori non negoziabili, insegnati da Benedetto XVI, e le regole devono valere per tutti senza nessuna eccezione.