Una storia di Natale bavarese
“Sono Gesù. Vengo a visitarti!”
Paul è seduto sui freddi gradini di pietra della chiesa di S. Giacomo, in una piccola città della Baviera, in Germania. Come sempre, chiede elemosine. Con gesto mesto e gentile, apre la porta ai fedeli, regalandogli un sorriso che mostra una bocca quasi priva di denti.
Paul ha 50 anni. È un mendicante senza fissa dimora che lotta per sopravvivere. Il suo corpo è consumato non solo dal freddo e dalla fame, ma anche dall’eccesso di alcol. Sembra molto più vecchio di quanto non sia in realtà. “Se solo avessi la forza di combattere questa dipendenza!”, pensa di continuo... E, ogni giorno, fa il fermo proposito di smettere di bere.
Ma quando arriva la sera, e con essa il ricordo della sua famiglia persa in un brutto incidente, non resiste, e ricorre al conforto fallace della bottiglia. La bottiglia di vino è la sua compagna fedele. L’alcol lenisce il vuoto nella sua anima, ma è solo per un po’. La cirrosi epatica e altre malattie, inesorabili, vanno poco a poco, consumando il suo corpo. Per gli abitanti del villaggio, Paul è diventato una parte integrante dei gradini della chiesa, quasi come fosse una statua in più. E lo trattano proprio così. A mala pena lo guardano. Tutti si domandano per quanto tempo potrà ancora campare.
Il parroco e il suo assistente pastorale si prendono cura di lui. Ma è soprattutto Suor Petra, una giovane missionaria venuta da Monaco, a fargli ogni giorno una visita. Paul è contento delle visite di Suor Petra, che gli porta sempre qualcosa da mangiare. Ma nemmeno la religiosa riesce a convincere Paul ad abbandonare la strada e a venire in Canonica per mangiare meglio e lavarsi.
Ogni sera dopo il tramonto, senza che nessuno lo veda, Paul s’intrufola nella chiesa ormai al buio, e si siede al primo banco, proprio di fronte al Tabernacolo. Vi resta in silenzio, quasi senza muoversi, per circa un’ora. Poi si alza e, trascinando i piedi, esce dalla chiesa e scompare nella notte. Dove va? Nessuno lo sa. Il giorno dopo, eccolo lì, ancora seduto sui gradini del sagrato come una statua.
E così passano i giorni, i mesi, gli anni…
Un giorno, Suor Petra gli chiede: “Paul, vedo che tu entri in chiesa ogni sera. Cosa ci fai fino a notte fonda? Forse preghi?”. “Non prego – risponde Paul – Come potrei pregare? Io non prego da quando ero ragazzo e andavo al Catechismo. Ho dimenticato tutte le preghiere. Non ricordo più niente. Cosa ci faccio in chiesa? È molto semplice. Vado al Tabernacolo, dove Gesù si trova solo nel suo piccolo santuario, e Gli dico: ‘Gesù, sono io, Paul, vengo a visitarti. Così almeno qualcuno ti fa un po’ di compagnia’”.
La mattina della vigilia di Natale, i gradini del sagrato sono vuoti. Paul non c’è più! Preoccupata, Suor Petra comincia a cercarlo in giro. Alla fine lo trova nell’ospedale del paese vicino. Nelle prime ore del mattino, alcuni passanti lo hanno trovato incosciente sotto un ponte e hanno chiamato l’ambulanza. Paul è stato ricoverato.
Vedendolo, la missionaria è impallidita. Paul è collegato a diversi tubi, il suo respiro è debole. Il volto ha il tipico colore giallastro dei moribondi. Una voce la distoglie dal turbamento: “Lei è una parente?”. È il medico curante. “No, non lo sono – risponde Suor Petra – ma mi prenderò cura di lui”. Il dottore scuote la testa: “Purtroppo non c’è molto da fare, sta morendo”.
Suor Petra si siede vicino a Paul, gli prende la mano e prega a lungo. Poi, deve tornare in chiesa per addobbarla per le cerimonie di Natale.
Il giorno dopo torna in ospedale, psicologicamente preparata per ricevere la brutta notizia della morte di Paul. E invece… La giovane missionaria non crede ai suoi occhi: Paul è seduto sul letto, rasato e pulito, con gli occhi aperti e vivaci. Vedendo la Suora, un’espressione di gioia ineffabile lampeggia sul suo viso radioso. Suor Petra non riesce nemmeno a parlare, e pensa: “Questo è davvero l’uomo che ieri combatteva con la morte?”.
Alla fine, esce dallo stupore: “Paul, è incredibile! Sei risorto! Sei irriconoscibile! Cosa ti è successo?”. “È successo ieri notte dopo che tu te ne sei andata – rispose Paul con voce ferma – Stavo malissimo e temevo proprio di non farcela. Improvvisamente, ho visto qualcuno accanto al mio letto. Era un uomo giovane bellissimo, magnifico, raggiante. Non puoi nemmeno immaginare! Mi ha detto, sorridendo: ‘Paul, io sono Gesù, vengo a visitarti’. Mi sono addormentato e, proprio oggi, giorno di Natale, mentre suonavano le campane, mi sono risvegliato guarito”.
Da quel giorno Paul non ha assaggiato più una goccia di alcol. Suor Petra ha trovato per lui un’occupazione come giardiniere e una stanzetta nella casa parrocchiale. Da quel Natale, la sua vita è cambiata del tutto. Paul ha trovato nuovi amici nella parrocchia. Se può, dà una mano a Suor Petra nei lavori. Una cosa, però, non è cambiata. Quando cala la notte, Paul s’intrufola in chiesa, si siede di fronte al Tabernacolo e dice: “Gesù, sono io, Paul, vengo a visitarti”.
(Breve storia pubblicata come veridica in Wöchentliche Depesche Christlicher Nachrichten, N° 50, 2010)