Nel frattempo in Scandinavia…
La Polizia svedese è stata accusata di insabbiare sistematicamente casi di aggressioni sessuali compiute da musulmani, per non aizzare ulteriormente il clima anti-immigrazione, portando quindi acqua al mulino della destra. Il caso è esploso all’indomani dei fatti di Colonia, quando il quotidiano Dagens Nyheter, di Stoccolma, ha domandato perché episodi simili in Svezia non siano stati investigati e i colpevoli puniti.
È stato appurato, infatti, che già in diverse occasioni bande, anche di cinquanta ragazzi, perlopiù afgani, avevano assalito ragazzine durante festival giovanili, come il We Are Sthlm. Il capo della sicurezza al festival, Peter Agren, ha dovuto ammettere: “Questo è un punto dolente. A volte non presentiamo nessuna denuncia perché pensiamo che possa fare il gioco dei Democratici”. I Democratici svedesi (Sverigedemokraterna) sono un partito di matrice nazionalista, che negli ultimi mesi è cresciuto sensibilmente nei sondaggi. Nelle elezioni generali del 2014, ha raggiunto il 12,9% dei suffragi, eleggendo 49 deputati.
L’esempio della Germania ha dato coraggio alle ragazze svedesi, che in sempre maggior numero stanno, a loro volta, presentando denunce alla Polizia locale. Per esempio, nella cittadina di Kalmar, sono stati già segnalati undici casi di molestie sessuali, sempre per opera di bande di immigrati magrebini o mediorientali. Anche a Malmö, la popolazione si è lamentata alla Polizia della crescente pratica del Taharrush, arabo per “molestia collettiva” o “stupro di gruppo”.
Prendendo atto delle accuse, il primo ministro Stefan Löfve (foto sopra) ha condannato questa versione svedese di Colonia, parlando di “doppio tradimento: alle donne e alla democrazia”. “Andremo fino in fondo con gli accertamenti – ha promesso il Premier, di centro-sinistra – non chiuderemo gli occhi né guarderemo dall’altra parte. Dobbiamo affrontare questo problema serissimo”.
La Svezia è il paese europeo che ha accolto più immigranti, proporzionalmente alla sua popolazione. Ma di fronte alla crescente reazione pubblica, il governo ha annunciato un giro di vite in materia di immigrazione.
Le cose non vanno meglio nella vicina Norvegia.
“Abbiamo perso la città”, ha dichiarato un portavoce della Polizia di Oslo. Egli si riferiva specialmente alla situazione nei quartieri a maggioranza musulmana, come Grønland, ad appena un paio di fermate dal Parlamento e una dalla Stazione centrale. Il maggiore quotidiano di Oslo, l’Aftenposten, solitamente pro-islamico e favorevole al multiculturalismo, ha denunciato che nel quartiere circolano pattuglie della Sharia Police. E cita l’immigrante Fatima Tetouani: “Grønland è più musulmano del Marocco”.
Nel solo 2015 si sono registrati, nei quartieri centrali di Oslo, più di cinquecento rapine e quarantanove stupri. Nella maggior parte dei casi, la Polizia non ha potuto arrivare ai colpevoli. Il capo della Polizia di Grønland, Inge Sundeng, parla di “vittime quasi dimenticate”.