I limiti alla tolleranza
Mi sono sempre meravigliato che la sinistra laicista, portata a strillare al minimo accenno di influenza cattolica sulla vita pubblica dei nostri paesi, favorisca invece l’immigrazione musulmana, proprio nel momento in cui l’islam sta vivendo un periodo di grande esaltazione religiosa. Ne è esempio la Spagna di Zapatero: mentre si cercava di restringere fino quasi a eliminarla l’ora di religione cattolica nelle scuole, si stabiliva invece l’ora di religione musulmana.
Questa sinistra non è, dunque, laica né laicista. È anticattolica. Prova per la civiltà cristiana europea quell’“odio patologico” denunciato da Benedetto XVI. Vuole distruggerla e, pur di raggiungere lo scopo, è disposta a suicidarsi portando in Europa il credo islamista.
Questo odio patologico è condiviso anche da una certa sinistra cattolica che, sbandierando l’“accoglienza”, è disposta a inondare il nostro continente di masse eterogenee che rischiano di deturparne la fisionomia e distruggerne le radici. Senza curarsi che ciò potrebbe significare la scomparsa della Santa Chiesa cattolica, come sta succedendo nel Medio Oriente.
È ovvio che vi sono alcuni immigranti legittimi, bisognosi di accoglienza. Ma è altrettanto ovvio che un certo islam sta approfittando delle porte aperte per penetrare l’Europa.
La stragrande maggioranza degli europei, ottimisti e spensierati, guardava questo processo con gli occhi assonnati di chi non vuole grane: purché io possa godermi ancora un po’ questa bella vita… Nemmeno l’afflusso sproporzionato di rifugiati mediorientali durante l’estate 2015 era riuscito a svegliarli dallo splendido sonno.
Tutto ciò si è frantumato la notte di Capodanno, quando migliaia di giovani di origine musulmana hanno sistematicamente molestato ragazze in diverse città tedesche, con atteggiamenti arroganti di chi sa di poter contare sull’impunità. Di colpo, l’immigrazione ha mostrato il suo volto peggiore.
Rivelando profondissime crepe nell’anima europea, che pochi pensavano potessero esistere, ciò ha innescato un ripensamento a tutto campo: mentre le sfere politiche si interrogano sul futuro del Trattato di Schengen e parlano di alzare muri ai confini, in campo cattolico ci si comincia a interrogare sui limiti della tolleranza e dell’accoglienza. È come se, di colpo, ce ne fossimo accorti che il pericolo non è più alle porte ma nel cortile di casa.
Nel 1683 i turchi dovettero arrivare fino alle mura di Vienna, capitale dell’Impero e porta d’ingresso all’Europa occidentale, perché gli europei si decidessero finalmente a reagire. Fin dove dovrà arrivare oggi la minaccia islamista perché l’Europa si desti? (JL)