La gioventù fu fatta per l’eroismo o per il godimento?
di Plinio Corrêa de Oliveira
Chitarra a tracolla e microfono in mano, Elvis Presley, campione mondiale della frenesia, mette in delirio milioni di persone allucinate.
Nell’uomo, l’intelligenza deve dirigere la volontà, e ambedue devono guidare la sensibilità, proteggendola dalla debolezza che le è propria. Tra le facoltà umane, quella dalla quale più frequentemente nascono i disordini, le crisi, le sregolatezze è precisamente la sensibilità.
Nel portamento, nei gesti, nella fisionomia di questo povero ragazzo tutto indica lo scatenamento totale della sensibilità, che soggioga la volontà, producendo movimenti del tutto privi di equilibrio, di buon senso, di contegno, elementi che invece sono propri dell’azione guidata dall’intelligenza. C’è una mera agitazione dei nervi, ammalati e super eccitati, che vibrano senza il concorso della ragione, senza origine né obbiettivo, se non quello del piacere morboso di vibrare. Una frenesia che, a sua volta, richiama vibrazioni sempre maggiori.
Si giunge così a manifestazioni estreme: ritmi deliranti, gesti disordinati, espressioni fisionomiche contorte. Insomma, un insieme di sregolatezze tipiche di coloro che, secondo l’incisiva espressione di Dante, “persero la luce dell’intelletto”. Se un ubriaco cantasse e danzasse, lo farebbe dimenandosi proprio così. Un’ubriachezza contagiosa, poiché si estende a milioni di persone. Si tratta di un’ubriachezza molto più pericolosa di quella dell’alcool, perché mostra un disordine fondamentale dell’anima che non finisce come invece finiscono gli effetti del vino.
A fianco di questa deplorevole dimostrazione di disordine interiore, frequente nei giovani del nostro tempo, ci offrono invece un bellissimo esempio questi studenti cattolici tedeschi, che partecipano al Katholikentag del 1954, a Fulda.
Le loro fisionomie rivelano l’abitudine di concentrarsi e di studiare, frutto di una formazione intellettuale profondamente seria, iniziata nei banchi della scuola. Hanno un vigore fisico che deriva da un allenamento equilibrato, senza esagerazioni “sportive”. Portamento saldo, che esclude qualsiasi mollezza, e che ci fa intravedere in questi giovani non soltanto futuri intellettuali, ma anche uomini preparati all’azione e alla lotta.
L’abbigliamento tradizionale degli studenti tedeschi corrisponde pienamente a questa concezione della gioventù. È policromo, allegro, variato e pratico, come conviene ai giovani. Ma è rispettoso della persona e delle cose dello spirito. Infine, la spada ricorda la lotta eroica medievale, aggiungendo una nota di idealismo militante. Praticano la scherma, che mette in movimento tutto il corpo ed è ammirevolmente adatta a educare all’attenzione, alla solerzia, allo spirito di iniziativa e alla fierezza.
Questa foto fa pensare alla grande verità enunciata da Paul Claudel: “La gioventù non fu fatta per il piacere, ma per l’eroismo”. Al contrario, nella prima fotografia tutto sembra dirci che la gioventù non fu fatta per l’eroismo, ma per il piacere. Anzi, peggio, per il godimento.
(Tratto da Catolicismo, dicembre 1956)