Fatima: spiegazione della pandemia, luce di speranza
«E vedemmo (qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti), in una luce immensa che è Dio, un vescovo vestito di bianco (abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre), altri vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c’era una grande Croce di tronchi grezzi, come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo, con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce» (dal terzo Segreto di Fatima).
Molte persone hanno fatto la correlazione fra la scena vissuta il venerdì 25 marzo a piazza San Pietro – in piena quarantena per il COVID-19 – e questo brano del terzo segreto di Fatima. L’analogia era ovvia. La benedizione Urbi et Orbi impartita da Papa Francesco passerà alla storia come un evento altamente simbolico.
La scena è stata descritta dai media come “apocalittica”, “epocale”, “biblica”, “tragica”, “spettrale”. Sotto un cielo plumbeo e una pioggia battente, Papa Francesco ha attraversato a piedi piazza San Pietro: una figura bianca, tremula, vacillante, solitaria, nella vuota immensità della piazza, che ricalcava il vuoto di un mondo che sembrava essersi fermato nel tempo.
Tutti siamo rimasti colpiti dalla solitudine del Pontefice. In questa solitudine traspariva tutta la grandezza dell’istituzione del Papato. In questi momenti non c’è collegialità né sinodalità. È il Vicario di Cristo solo, il supremo Pontifex che unisce Cielo e Terra – un po’ come il sommo sacerdote mentre entra in solitudine nel Sancta Sanctorum del Tempio – portando sulle sue spalle tutto il peso dell’umanità peccatrice, lui, l’unico che può placcare l’ira di Dio e intercedere per gli uomini.
Costrette all’isolamento, senza le distrazioni frenetiche del mondo moderno, e perciò con l’anima aperta a panorami solitamente sepolti dal tam tam quotidiano, le persone sono state trasportate a un’altra dimensione, così elevata che toccava già il Cielo. Le persone sono state colpite non tanto dalle parole di Papa Francesco – sulle quali si potrebbero fare svariati commenti – quanto dalla grandezza biblica della scena. Così grandiosa che molti l’hanno paragonata appunto al famoso brano del terzo segreto di Fatima.
Ed ecco che, da un giorno all’altro, il tema Fatima, che sembrava relegato in soffitta, è balzato nuovamente in primo piano. Possiamo trovare nel messaggio di Fatima un accenno a quanto sta succedendo per causa della pandemia da COVID-19? È possibile individuarvi criteri di analisi che possano dare un senso a queste afflizioni? Possiamo trovarvi, soprattutto, una parola di speranza che possa ridare gioia alle nostre vite?
La risposta alle tre domande è: SÌ.
Che cosa ha detto la Madonna alla Cova da Iria nel 1917? Perché le sue parole sono rilevanti per i giorni che viviamo?