Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria
Venerdì 25 marzo, festa dell’Annunciazione, Papa Francesco ha consacrato la Russia al Cuore Immacolato di Maria, nel corso della solenne celebrazione penitenziale a San Pietro in Vaticano. Al di là delle polemiche che tale atto ha suscitato, è opinione generale che esso abbia adempiuto le condizioni richieste dalla Madonna: un atto solenne fatto dal Papa, in unione con tutti i vescovi del mondo, menzionando esplicitamente la Russia.
I commentatori hanno poi messo in risalto alcuni dettagli. Si è trattato di un “affidamento e consacrazione”, superando quindi un dubbio sorto per alcune delle precedenti formule che parlavano solo di “affidamento”. La consacrazione è stata fatta specificamente al “Cuore Immacolato” di Maria. La sollecitazione ai vescovi del mondo è arrivata in modo ufficiale, attraverso le nunziature. Si è menzionata specificamente la Russia, e non genericamente “i popoli della Russia”. E, finalmente, Papa Francesco ha aggiunto la qualifica di “solenne”.
Il testo della consacrazione include anche passaggi ed espressioni che hanno dato origine a qualche esitazione, come per esempio la menzione all’Ucraina e al mondo intero, oltre che alla Russia. Ma, come ha rilevato mons. Athanasius Schneider in un’intervista a OnePeterFive, si tratta di “abbondanze”, che non toccano l’essenza dell’atto: “A confronto con le formule dei due precedenti atti di consacrazione, fatti da papa Pio XII (nel 1952) e da papa Giovanni Paolo II (nel 1984), le parole e la forma della consacrazione di papa Francesco del 25 marzo esprimono più chiaramente le richieste della Madonna” (1).
1. Intervista con Diane Montagna, OnePeterFive, 25 marzo 2022.