Un’opera che ci invita a riflettere seriamente
+ Bernardino card. Echeverría Ruiz O.F.M.
Se analizziamo seriamente e obiettivamente la storia dell’umanità, constatiamo che in tutte le epoche, culture, razze, e così via, si può scoprire un’innegabile differenza fra i loro componenti. Vi sono sempre stati uomini sapienti e ignoranti, classi che comandano e che ubbidiscono, ricchi e poveri. Cristo stesso ci ha lasciato questo insegnamento: i poveri li avrete sempre con voi.
La varietà dei componenti della società è naturale e umana quanto la varietà dei componenti del corpo umano. Nel corpo umano vi è diversità di organi, e perciò stesso di funzioni, il che costituisce la ricchezza della natura umana.
Tuttavia, benché questa varietà sia tanto naturale, relativamente ai componenti della società vi è stata la tendenza a considerare tali differenze come contraddittorie, come estranee alla natura umana. Così è nato lo slogan della Rivoluzione francese, che ha posto come base della società l’aspirazione a Uguaglianza, Libertà e Fraternità, non a partire da una concezione cristiana, secondo la quale tutti noi uomini ci sentiamo uguali perché siamo creature dello stesso Dio e figli dello stesso Padre, ma a partire dalla concezione erronea per cui non devono esistere differenze di nessun genere fra gli esseri umani, negando la diversità di funzioni di ciascun membro. Il che sembra essere in aperta contraddizione con il piano di Dio nella creazione dell’universo e conforme a una teoria elaborata dalla ragione umana, secondo la quale si devono sopprimere, se necessario con la violenza, tutte le disuguaglianze esistenti nella società.
Questo modo di pensare ha caratterizzato la Rivoluzione francese e ha pure suggerito, ad alcuni sociologi materialisti, la lotta di classe, l’ateismo pratico, l’adozione della tirannia per farla finita con tutto quanto potesse essere considerato favorevole al riconoscimento della differenza di valori introdotta nella realtà storica della società.
Ispirandosi a questa dialettica, il marxismo-leninismo ha misconosciuto i valori della fede cristiana e ha adottato una filosofia materialista e atea.
La lotta di classe predicata dal marxismo ha ricevuto un colpo mortale con gli ultimi avvenimenti prodottisi nell’impero sovietico. Ma non è stato ancora approfondita la nuova concezione che deve ispirare la restaurazione della società distrutta dal materialismo storico. Allo scopo, è necessaria una nuova ottica nell’interpretazione dell’essere umano e uno studio più profondo circa i valori che costituiscono la società.
Vale la pena di chiedere se è valida la concezione che pone alla radice l’unità, oppure se è necessario realizzare uno studio più profondo sull’importante varietà dei fattori che formano la società.
È quanto intende fare l’intelligente e profondo pensatore Plinio Corrêa de Oliveira che, basandosi su un’interessante mole di documenti della Chiesa, ha scritto un’opera tale da contribuire positivamente allo studio e alla soluzione di questo problema.
L’opera di Plinio Corrêa de Oliveira s’intitola Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII al Patriziato ed alla Nobiltà romana. In questo volume è affrontato il tema — che sembra inedito — delle élite sociali e dell’aristocrazia tradizionale della vecchia nobiltà. Facendo riferimento a questa classe sociale, l’autore sostiene la necessità che vengano ricuperati i valori sociali della classe privilegiata, delle famiglie di stirpe elevata, delle famiglie di buon ceppo, per i loro titoli e le loro tradizioni.
Il ricupero dei valori sociali delle élite potrà sembrare un poco anacronistico e obsoleto. Tuttavia, ricordando le vecchie e nobili tradizioni della propria famiglia, egli presenta la nobiltà d’altri tempi non solo come detentrice di titoli nobiliari ma, soprattutto, come dotata del tesoro delle grandi virtù che sono servite non solo alle famiglie in questione, ma anche alla società in generale.
A partire da queste riflessioni, oso affermare che l’immoralità e la corruzione hanno acquisito proporzioni scandalose nella società moderna proprio perché in essa si è infiltrata una concezione dell’uguaglianza male intesa.
In qualsiasi società, in qualsiasi cultura, in qualsiasi comunità devono essere coltivati e promossi i settori che si distinguono dagli altri per la loro cultura superiore, per la loro moralità più pura, per la consapevolezza di un significato di nobiltà che rende onorevole non solamente la persona stessa, ma conquista l’ammirazione e il rispetto di quanti giungono a conoscere questi valori umani e, soprattutto, le virtù cristiane. Perciò, quanto più numerose saranno, in una comunità, le famiglie caratterizzate dalla pratica delle virtù umane e cristiane, tanto meglio sarà orientata la società in generale.
Pio XII ha lasciato un autentico deposito di documenti nei quali, rivolgendosi più specificamente alla Nobiltà romana, esalta in termini molto elogiativi le virtù tradizionali delle famiglie considerate nobili, ed esorta il Patriziato a coltivare, in modo autentico, qualità e virtù che devono ornare le persone e le famiglie che si sentono o si presumono nobili. Esorta le élite a non conservare soltanto i valori ancestrali della nobiltà, ma a purificarli con gli insegnamenti di Cristo.
Per tutte queste ragioni, crediamo che la pubblicazione dell’opera di Plinio Corrêa de Oliveira costituisca un forte appello profetico che chiama la società contemporanea a fare un esame di coscienza sull’autentica nobiltà, che ha distinto gli uomini del passato, e sulle autentiche virtù, con le quali si deve contribuire alla formazione di una società più umana e più cristiana.
L’autentica nobiltà non si deve basare sulla vanità e sull’egoismo, ma sul solido fondamento della verità e del bene. Perciò siamo convinti che quest’opera inviterà a una seria riflessione, che culminerà nel ritorno ai valori eterni dell’essere umano, sui quali si erge la sua grandezza e la sua somiglianza con Dio.
+ Bernardino card. Echeverría Ruiz O.F.M.
Ibarra, 21 gennaio 1995
* Tratto da Cristianità n. 249 (1996). Documento pubblicato in TFP Informa, bollettino della TFP ecuadoriana, poi trascritto in traduzione portoghese, con il titolo Um livro que nos convida a refletir seriamente, in un dépliant promozionale di Plinio Corrêa de Oliveira, Nobreza e elites tradicionais análogas nas alocuções de Pio XII ao Patriciado e à Nobreza romana, Livraria Civilização-Editora, Oporto 1993 (trad. it., Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII al Patriziato ed alla Nobiltà romana, Marzorati Editore, Milano 1993). Traduzione redazionale.