Il pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira
nel panorama della destra italiana
Per ben tre volte nelle scorse settimane, le pagine culturali del Corriere della Sera hanno dedicato ampio spazio a un tema di solito trascurato dalla maggior parte dei mass media, e cioè il pensiero di destra (1). Nel presentare l’argomento, l’articolista prende atto che “il luogo comune sulla destra” è quello di considerarla “incolta e magari fiera di esserlo”. Non a caso, nel mondo anglosassone a volte ci si riferisce ai conservatori come the stupid party. E anche da noi si sente ogni tanto parlare di “destra troglodita”...
Questa caricatura altro non è che un riflesso della “ghettizzazione” della destra compiuta dalla sinistra, largamente egemonica negli ultimi decenni, soprattutto in area culturale. Anche se, come ben osserva Massimo Cacciari, questa caricatura è piuttosto applicabile alla destra di potere che a quella di cultura, il fatto è che per molti “destra” è sinonimo di assenza di pensiero, di rozzezza. Secondo questo luogo comune, la “sofisticazione” intellettuale e culturale sarebbe appannaggio della sinistra.
Il tramonto d’una caricatura
Nel momento in cui, come conseguenza dello spostamento a destra di rilevanti settori dell’opinione pubblica occidentale, le correnti che si richiamano a questa matrice riacquistano spazi, ed in alcuni casi arrivano perfino al potere per via elettorale, diventa un dovere perlomeno intellettuale interrogarsi sulla attendibilità o meno della suddetta caricatura.
Allo scopo di contribuire serenamente al dibattito intorno al tema è stato pubblicato di recente il libro Cos’è la Destra. Colloqui con diciotto protagonisti della cultura italiana non conformista, a cura di Marco Ferrazzoli (2). Nel presentare l’opera, il curatore della collana, Massimo Viglione, spiega che questo “è un libro dedicato all’approfondimento del pensiero e della cultura di destra in Italia”, che intende “porre nella dovuta luce una pagina fondamentale della nostra storia e civiltà che troppo a lungo è stata volutamente oscurata e a volte ingiustamente denigrata”.
Presentata a Roma, l’opera è stata poi ampiamente recensita dai mass media. La prima edizione è in via di esaurimento, a testimoniare la grande appetenza del pubblico per l’argomento. È un segno, assai discreto ma valido, che sembra prospettare il tramonto della caricatura.
Maestro del pensiero contro-rivoluzionario
Fra i molteplici commenti che questa importante opera ispira, ci preme coglierne uno che ci tocca più da vicino. Nel trattare “i riferimenti culturali principali” della destra italiana, ben tre autori menzionano, fra gli altri, il prof. Plinio Corrêa de Oliveira: Giovanni Cantoni, Rino Cammilleri e Roberto de Mattei, che si dichiara suo discepolo. Giovanni Cantoni, che è reggente nazionale di Alleanza Cattolica, segnala anche, per la sua “felicità riassuntiva” di ciò che è la destra, il lemma Tradizione Famiglia Proprietà, scelto appunto dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira per contraddistinguere la sua opera.
L’influenza intellettuale del prof. Plinio de Oliveira in Italia non è nuova. Dai servizi su L’Alfiere (Napoli, 1962) e la pubblicazione de La Libertà della Chiesa nello Stato Comunista su Il Tempo (Roma, 1963), alla prima edizione italiana di Rivoluzione e Contro-Rivoluzione (dell’Albero, 1964) e la diffusione della sua ultima opera Nobiltà ed élites tradizionali analoghe (Marzorati, 1993), la sua opera è stata un costante punto di riferimento nel panorama del pensiero tradizionale cattolico in Italia. I suoi scritti hanno inoltre servito da fondamento per la formazione dottrinale e spirituale di legioni di intellettuali e di attivisti cattolici (3).
È quindi con pertinenza che, in altra sede, lo scrittore Rino Cammilleri lo ha salutato come “capo della crociata del XX secolo” (4).
Ed è anche significativo che, pochi mesi dopo la sua scomparsa, proprio in Italia sia stato pubblicato il primo libro che ne riassume vita e pensiero, Plinio Corrêa de Oliveira. Il crociato del secolo XX, scritto dal prof. Roberto de Mattei (5), docente presso l’Università di Cassino. Con edizioni in diverse lingue, questo libro resta un eccellente mezzo per chi vuole avvicinarsi alla figura del grande leader cattolico brasiliano.
Sintetizzando l’influenza del pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira, don Gianni Baget Bozzo non ha esitato a scrivere che “in Italia quello che rimane di cattolicesimo tradizionalista è divenuto (...) puramente reazionario [sic] della scuola brasiliana di Corrêa de Oliveira” (6).
Pensatore ed uomo d’azione
Sbaglia però chi vuole ingabbiare Plinio Corrêa de Oliveira nella categoria di “pensatore”. Più che un filosofo, egli si riteneva un uomo d’azione, la cui militanza si esercitava nel campo del combattimento ideologico. Egli concepiva la sua opera filosofica non come uno sforzo teorico di esplicitazione di dottrine, magari belle ma eteree e prive di forza di impatto concreta. Per lui, gli scritti erano vere e proprie armi da guerra: “Per noi che lottiamo per delle idee, non c’è mezzo di combattimento più prezioso che gli argomenti. Per chi lotta per delle idee, un argomento ha la stessa importanza di un'arma per il militare” (7).
Ed ecco emergere un’altro aspetto della sua ricca personalità: quello di fondatore. Plinio Corrêa de Oliveira si fece apostolo delle proprie idee, fondando un’opera spirituale ormai diffusa in tutto il mondo.
“Plinio Corrêa de Oliveira è una figura eccezionale del cattolicesimo dei nostri tempi -- commenta il prof. Massimo de Leonardis, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore -- È stato un pensatore della grande cultura teologica, è stato un leader politico, è stato un professore universitario, un pubblicista e uno scrittore. È difficile trovare riunite in una stessa persona doti eminenti di santità personale, di pensatore, di fondatore e di guida di movimenti civici” (8).
Uomo di Fede
“Santità personale”... La vera chiave di volta per comprendere Plinio Corrêa de Oliveira è la centralità della sua fede cattolica, apostolica e romana: “Io non voglio altro che essere figlio della Santa Chiesa, membro della Chiesa e obbediente alla Chiesa. Questa è la mia definizione. La parola cattolico contiene tutto ciò che di buono, di bello, di vero e di giusto esiste nel vocabolario umano. Di più non si può dire! Se qualcuno mi scrivesse come epitaffio Fuit vir catholicus (È stato un’uomo cattolico) io esulterei di gioia nel mio sepolcro”.
Nel momento in cui, come conseguenza degli avvenimenti degli ultimi mesi, assistiamo a un riallineamento di rilevanti settori dell’opinione pubblica, e quindi ad una crescente ricerca di nuovi punti di riferimento, non è fuori luogo domandarsi se per ritrovare i valori della tradizione dovremmo non tanto guardare indietro, quanto invece spingerci avanti.
1. Dario Fertilio, “Conservatore è bello: tutti i modi per dirlo”, Corriere della Sera, 09-02-02, p. 37; Dario Fertilio, “Destra: Gli orfani ritrovano famiglia”, Corriere della Sera, 23-02-02, p. 33. Cfr. anche Ottavio Rossari, “Che progressisti, questi Borboni”, Corriere della Sera, 03-03-02, pg. 35.
2. A cura di Marzo Ferrazzoli, Cos’è la Destra, colloqui con diciotto protagonisti della cultura italiana non conformista, Il Minotauro, Roma, 2001.
3. Per una bibliografia in lingua italiana, cfr. Plinio Corrêa de Oliveira, Note sul concetto di Cristianità. Carattere spirituale e sacrale della società temporale e la sua “ministerialità”, Thule, Palermo, 1998, pp. 49-55. Cfr. anche Julio Loredo de Izcue, “Plinio Corrêa de Oliveira. Legionario della Chiesa”, Percorsi, dicembre 1998, pp. 51-57.
4. Cfr. Tradizione Famiglia Proprietà, novembre 1996, p. 10.
5. Roberto de Mattei, Plinio Corrêa de Oliveira. Il crociato del secolo XX, Piemme, Casale Monferrato, 1996, 379 pp.
6. Gianni Baget Bozzo, “Il ciclone Pivetti”, La Repubblica, 31-05-1994.
7. Plinio Corrêa de Oliveira, “Uguaglianza-Disuguaglianza. Il problema religioso del secolo XX”, in Il Pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira, n. 11, settembre 1998, p. 3.
8. Cfr. Tradizione Famiglia Proprietà, novembre 1996, p. 10.