L’eredità carolingea
Con la partecipazione di quasi duecento giovani provenienti da dieci paesi europei e dagli USA, si è svolta la III Università estiva delle TFP, questa volta promossa dall'Österreichische Gesellschaft zum Schutz von Tradition, Familie und Privateigentum, la TFP austriaca.
L’evento ha avuto come cornice la storica Certosa di Gamming, una culla della monarchia austriaca in quanto, nel 1350, divenne sede di governo del duca Albrecht II e, quindi, capitale del ducato d’Austria. Sia il duca che sua moglie, Johanna von Pfirt, discendente di Carlo Magno, sono sepolti nella navata centrale della chiesa abbaziale. Attualmente, la certosa abrita l’Istituto Teologico internazionale di studi sulla famiglia.
Patriarca, Fondatore e Profeta
In un’epoca in cui infuria la polemica sull’identità dell’Europa, la TFP ha voluto scegliere come tema del proprio incontro “L’eredità carolingia nell’Occidente cristiano di fronte alla doppia minaccia del laicismo persecutorio e del fondamentalismo islamico”. Sottintesa la convinzione che solo in questa eredità l’Europa troverà la sua vera identità e, quindi, le proprie vie di sviluppo.
Obbligatorio il riferimento a Carlo Magno, entrato nella storia come archetipo di monarca cristiano, modello di statista cattolico, uomo talmente grande che la grandezza è entrata a far parte del suo nome. A Carlo Magno, secondo il relatore inaugurale, si possono applicare con proprietà teologica le qualificazioni di Patriarca, Fondatore e Profeta. Egli è stato patriarca dell’Occidente, fondatore del Sacro Impero, profeta della civiltà cristiana.
Insegna san Tommaso: “Non mancheranno mai uomini dotati dello spirito di profezia, ovviamente non per rivelare nuove dottrine della fede, ma per dirigere gli atti umani” (1). Dopo il crollo dell’Impero Romano d’occidente, quando l’umanità vacillava alla ricerca di un ordinamento socio‑politico che potesse incorporare le nuove realtà d’una Europa sempre più cristiana, Carlo Magno sembra aver avuto un’intuizione provvidenziale, collocando le fondamenta dell’ordine che, secoli dopo, sarebbe sbocciato nella Cristianità medievale. Un’intuizione ritenuta alla stregua d’una missione religiosa più che politica. Non a caso la Chiesa ha autorizzato in alcune diocesi il culto religioso a Carlo Magno, col titolo di Beato.
“Ogni popolo ha il suo sogno — sosteneva il prof. Plinio Corrêa de Oliveira — suggerito dalla realtà più profonda di quel popolo, in funzione d’una missione storica a esso assegnata e per la cui realizzazione possiede una fortissima tendenza. Il Sacro Impero è stato un sogno. Carlo Magno è stato l’uomo che ha pienamente creduto in quel sogno e l’ha realizzato”.
“Le spedizioni dei Franchi — spiega a sua volta lo storico Cesare Cantù — non erano più scorrerie come quelle dei Barbari per devastare; neppure inimicizie da tribù a tribù, ma guerre determinate da politico intendimento e da un sistema prestabilito. (...) Dalle cinquantatré spedizioni che [Carlo Magno] condusse dal 769 all’813 trapela l’intenzione di congiungere in una robusta unità le popolazioni stabilite su quel che un tempo formava l'impero romano” (2).
Questa “robusta unità” non era altro che l’Europa che così cominciava a sorgere dalle rovine del mondo antico, non come mera entità politica ma, soprattutto, spirituale e religiosa: la Cristianità appunto. Lo capì Papa S. Leone III quando, durante la santa messa di Natale dell’ano 800 in San Pietro a Roma, quasi per subitanea ispirazione divina, si accostò a Carlo Magno e gli pose sul capo un diadema d’oro. Il popolo acclamò all’unisono: “Vita e vittoria a Carlo, grande e pacifico imperatore romano, coronato per volontà di Dio!”. Carlo fu il primo monarca a regnare “per la grazia di Dio”, essendo stato investito dal Vicario di Cristo.
Molti contemporanei non videro nella cerimonia che un rinnovarsi dell’Impero occidentale. Altri, più lungimiranti, capirono invece che nasceva una nuova e luminosa realtà, il Sacro Romano Impero che sarebbe durato formalmente fino al 1806 e, idealmente, fino al 1918.
La Rivoluzione
La seconda giornata dell’incontro giovanile delle TFP è stata dedicata all’analisi della civiltà cristiana in tutti i suoi aspetti. Una visita pomeridiana alla Schatzkammer di Vienna, dove è custodito il tesoro imperiale degli Asburgo, offriva ai partecipanti l’opportunità di ammirare le vestigia di questa gloriosa realtà.
Purtroppo, verso la fine del medioevo, la Cristianità cominciò a mostrare i primi sintomi della decadenza che l’avrebbe successivamente portata al disfacimento. A partire del secolo XV, si era andata producendo una crisi che gradualmente si abbatté su di essa senza risparmiarne alcun ambito. È il processo rivoluzionario magistralmente analizzato dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira nel suo capolavoro Rivoluzione e Contro‑Rivoluzione.
Se ne sono occupati i relatori della terza giornata, illustrando gli effetti di questa crisi in campo politico, sociale, culturale e religioso. Particolarmente sentita la conferenza sul “fumo di Satana nel tempio di Dio”, straziante frase con cui Papa Paolo VI descrisse la crisi nella Chiesa già nel 1968.
Il Regno di Maria
Dove andrà finire questa crisi? Il suo naturale sviluppo porterebbe all’annientamento della civiltà cristiana, della fede e, eventualmente, perfino della Santa Chiesa. Esito chiaramente impossibile data la promessa di Nostro Signore circa la sua indefettibilità: le porte del inferno non prevarranno!
Molti santi moderni hanno intravisto, al di là della crisi rivoluzionaria, una rifioritura della Chiesa e della civiltà cristiana. “Una grande era sta per venire — proclamava il Beato Don Orione — avremo novos coelos et novam terram”. “Sotto il vessillo dell’Immacolata — affermava a sua volta S. Massimiliano Kolbe — si combatterà una grande battaglia. (...) E l’Immacolata diverrà Regina del mondo intero”.
Una corretta prospettiva storica, nell’ottica di Rivoluzione e Contro‑Rivoluzione, non può prescindere dalla speranza di questo trionfo epocale che, anzi, ne è l’elemento centrale. È quanto ha affermato il relatore nella conferenza di chiusura, titolata “Il Regno di Maria e la pienezza della storia”, tenutasi nella fastosa biblioteca abbaziale di Gamming.
Note_________________________________
1. Summa Theologiae, II‑II, 174, 6 ad 3.
2. Cesare Cantù, Storia Universale, Unione tipografico‑editrice, Torino, 1883, tomo IV, p. 572.