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Islamismo militante

 

 

“L’amara verità: tutti i terroristi sono musulmani”

In un editoriale pubblicato dal quotidiano Asharq al Awsat intitolato “L’amara verità: tutti i terroristi del mondo sono musulmani”, Abdel Rahman al Rashed, direttore generale della TV araba al Arabiya scrive:

“Quasi tutti gli attentati suicidi negli autobus, nelle scuole e nei centri residenziali in tutto il mondo negli ultimi dieci anni sono stati compiuti da musulmani. (...) Noi musulmani non possiamo ripulire la nostra imagine se non ammettiamo questo fatto scandaloso. (...) La situazione è umiliante, dolorosa e aspra per tutti noi”.

 

Le lezioni della storia

Dicono che la storia sia maestra di vita. Ma in ciò che riguarda l’islam l’Occidente sembra ostinato a non voler imparare dai secoli precedenti. Si sente dire, per esempio, che un’eventuale diffusione dell’islam in Europa non cambierebbe sostanzialmente le cose. Chi così la pensa farebbe meglio a studiare un po’ di papirologia. In questo modo potrebbe scoprire per se stesso cosa succede quando i seguaci di Maometto prendono il sopravvento.

Studi recenti su papiri conservati a Firenze hanno rivelato come era la vita dei cristiani in Egitto nel periodo successivo all’invasione islamica del 641. Dopo la conquista araba, le chiese e i monasteri cristiani videro aumentare vertiginosamente gli imposta. Sotto l’islam erano poi molto frequenti le requisizioni non solo ai danni delle istituzioni cristiane ma anche dei singoli cittadini, vere e proprie estorsioni di denaro e di oggetti preziosi da convertire in denaro, destinate a finanziare la spesa pubblica. Gli studi, realizzati dal papirologo Federico Morelli, hanno messo in evidenza come queste requisizioni fossero sistematiche, organizzate villaggio per villaggio, chiesa per chiesa e monastero per monastero.

Questi ed altri studi mostrano con sufficiente chiarezza come nelle teocrazie islamiche, fin dal loro primo apparire, i cittadini cristiani venissero discriminati e spesso colpiti anche con severe penalizzazioni patrimoniali.

 

“Musulmani oppressori e bugiardi”, parola di vescovo

Mons. Cesare Mazzolari i musulmani li conosce bene. In Sudan dal 1981, vescovo di Rumbek dal 1990, mons. Mazzolari non lesina le parole. Ecco alcuni brani di un’intervista concessa qualche mese fa a Il Giornale:

“Io non posso convertire un musulmano. Avvicinare un islamico significherebbe condannarlo a morte. Chi si converte è costretto a fuggire. Ma prima o poi viene raggiunto e punito. Viene marchiato a fuoco, timbrato su un fianco come le mucche. (...)

“Patisco il terrorismo islamico anch’io. (...) Il sudanesi vivono un 11 settembre quotidiano. (...) Le tremila vittime delle Torri Gemelle le vedo ogni giorno. (...)

“Nello scontro di civiltà siamo solo agli inizi. La Chiesa ha abbattuto il comunismo, ma sta appena percependo la sfida dell’islamismo, che è ben peggiore. Il Santo Padre non poteva raccogliere questa sfida per motivi di età. Il prossimo Papa si troverà ad affrontarla. (...) Saranno i musulmani a convertire noi, non il contrario. Ovunque s’insediano, prima o poi diventano una forza politica egemone. Gli italiani intendono l’accoglienza da bonaccioni. Presto si accorgeranno che i musulmani hanno abusato di questa bontà.. (...) Sono molto più furbi di noi. A me buttano giù le scuole e voi gli spalancate le porte delle chiese. (...)

“Se può ingannarti, un musulmano lo fa con tutto il cuore. Si vanta della sua capacità di imbrogliarti, dargli del bugiardo è fargli un complimento. (...) I musulmani ti incutono paura, ti tengono in uno stato permanente di insicurezza”.

 

Arabia Saudita: cristiani perseguitati

Un recente studio del Dipartimento di Stato USA conclude che, in Arabia Saudita, “la libertà religiosa non esiste, non è riconosciuta o protetta dalle leggi del Paese. I non musulmani rischiano arresti, imprigionamenti, fustigazioni, deportazioni e talvolta la tortura”.

Particolarmente duro è il comportamento della Muttawa, la polizia religiosa, preposta a velare per la “purezza” dell’islam. Numerosi sono i casi di prigioni, torture e minacce di morte ai danni di cristiani. (Avvenire, 23-09-2004)

 

“L’islam ha rimpiazzato la minaccia del comunismo”

Le correnti musulmane ultra-conservatrici hanno rimpiazzato la minaccia del comunismo e mi sorprende che in Occidente non se ne discuta abbastanza. L’uso della forza non è di per sé sbagliato, ma dev’essere accompagnato dalla conoscenza”.

Ecco quanto afferma l’antropologo René Girard, professore della Stanford University. Secondo lui, “fino a 15 anni fa il timore principale per la sicurezza mondiale veniva dalla minaccia nucleare, ma le probabilità che le superpotenze utilizzassero i loro arsenali erano minime. Ora invece sappiamo che i terroristi [musulmani] possono ottenere ordigni atomici e che non esiteranno ad usarli”.

 

Pakistan: massacrati perché cristiani

Arrestato, torturato e, infine, ucciso dalla violenza di un gruppo di fondamentalisti islamici. E’ accaduto in Pakistan a un giovane cattolico di 26 anni, Nasir Masih. L’episodio è l’ennesimo caso di violenza ai danni dei cristiani.

“L’omicidio ha una motivazione religiosa”, ha spiegato Peter Jacob, responsabile della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza episcopale del Pakistan. La sua morte è la prova della crescita della violenza fondamentalista contro i cristiani, sostenuta dalla legge sulla blasfemia. L’omicidio di Nasir segue quelli di altri due giovani arrestati con l’accuse di blasfemia e massacrati dagli islamici.

In un’altro caso, Javed Anjum, 19 anni, è morto a Faisalabad con 26 ferite su tutto il corpo inflittegli da un insegnante e da alcuni studenti di una scuola islamica che volevano convertirlo all’islam.

Figuriamoci cosa succederebbe se episodi del genere si producessero in Italia ai danni dei “fratelli musulmani”!

 

L’ora di religione sta fallendo

E mentre i musulmani così si espandono, sempre più numerosi e consapevoli, i cattolici si sciolgono come neve al sole. Ne è una prova il fallimento dell’ora di religione nelle scuole.

Ecco i numeri per Milano: nell’anno scolastico 2003-2004, non frequenta l’ora di religione il 47,46 per cento degli studenti delle magistrali, il 46,93 dei liceali, il 53,60 degli iscritti agli istituti tecnici, il 61,12 ai professionali.

Ma il problema non è solo milanese. “È una crisi comune a tutte le grandi città del nord”, commenta monsignor Luigi Manganini, della Curia ambrosiana.

All’orizzonte, una domanda straziante: se questo trend continua, cosa resterà della Fede cattolica in Italia fra due o tre generazioni?