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Leader del movimento cattolico

 

Plinio termina i suoi studi secondari nel 1925 a 17 anni e l’anno successivo, seguendo le orme familiari, si iscrive alla Facoltà di Diritto dell’Università di San Paolo, un ateneo molto prestigioso dove si formava la classe dirigente paulista, ma purtroppo dominato dalla mentalità laicista tipica del liberalismo razionalista ottocentesco.


Sconfitta e isolamento


Gli ultimi anni di collegio e i primi d’università sono tra i più duri nella vita di Plinio Corra de Oliveira. Una volta presa la decisione di dedicarsi anima e corpo alla causa cattolica, sollecitato dallo “zelo ardente per il Signore degli eserciti” (I Re 19, 10), egli si lancia con entusiasmo nell’apostolato, cercando di sensibilizzare, in un primo momento, i compagni di scuola e del suo ceto sociale. Di educazione raffinata e modi affabili, è un conversatore affascinante che possiede tutti gli attributi naturali per diventare un grande apostolo della gioventù. Superata la prova spirituale raccontata nella pagina precedente, la sua Fede si consolida. Non passa giorno che egli non si affidi con intera fiducia alla Madonna, chiedendoLe il suo materno aiuto.


Col tempo, riesce ad avvicinare alcuni parenti e amici di società, che dimostrano di voler seguire la morale cattolica, controcorrente rispetto alle cattive tendenze del tempo. In un’epoca in cui la pratica della fede era schernita come bigottismo, o al limite tollerata nei bambini e nelle signore, Plinio intende formare un movimento di ragazzi cattolici, forte e dinamico, in grado di presentarsi audacemente alla società paulista come modello per i giovani, incitando in questo modo alla riscossa il sentimento religioso.


La mamma, Donna Lucilia, lo sostiene assiduamente con le preghiere. In una lettera del 1925 gli scrive: “Caro figlio, devi avere tanta fede nel Sacro Cuore di Gesù che certamente non ti abbandonerà mai. Da parte mia, sto facendoGli ben due novene”.


Il richiamo del mondo, però, si rivela fin troppo forte e, uno ad uno, gli amici cominciano a defezionare. L’ultimo ad andarsene è un suo stretto parente che, da un giorno all’altro, smette di frequentarlo. A diciotto anni, Plinio si ritrova completamente solo, con i suoi bei progetti sfumati nel nulla...


Per nascondere nella misura del possibile questo isolamento, pregiudizievole per la sua immagine e quindi per il suo apostolato, Plinio approfitta del servizio di leva serale, un privilegio allora accordato in Brasile agli universitari, che permetteva loro di non interrompere gli studi. Questo lo mantiene impegnato per un anno.


Il servizio di leva si conclude, l’isolamento però non accenna ad attenuarsi...


L’apostolato di Plinio Corrêa de Oliveira sembra essere giunto precocemente al capolinea. Dal fondo della sua anima scaturisce allora la preghiera del salmista applicata alla Madonna: “Ad te levavi oculos meos...” Levo i miei occhi a te, che abiti nei Cieli. Come gli occhi del servo sono fissi sulle mani dei suoi padroni, così i miei occhi sono fissi sulla signora e Madre mia, affinché Ella abbia misericordia di me” (Ps. 122, 1-2).


E la misericordia venne, nel modo più inatteso!


Congresso della Gioventù cattolica


Una sera, attraversando in tram il centro di San Paolo, Plinio vede l’annuncio di un “Congresso della Gioventù cattolica” che si sarebbe tenuto nella chiesa del monastero di São Bento dal 9 al 12 settembre 1928. Anni dopo egli dirà: “Fu per me la scoperta di un mondo di cui non immaginavo l’esistenza. Ne rimasi allibito: c’erano dunque giovani cattolici! Era proprio quello che cercavo! Fu la mia ancora di salvezza”. Prende velocemente nota dell’indirizzo e la mattina seguente corre ad iscriversi.


Il Congresso si apre con una solenne Messa celebrata dal nuovo nunzio pontificio, mons. Benedetto Aloisi Masella, assistito dall’arcivescovo di San Paolo, mons. Duarte Leopoldo e Silva. Plinio crede di sognare: la chiesa traboccava di giovani entusiasti che, con tanto di bandiere spiegate, intonavano a squarciagola l’inno delle Congregazioni mariane: “Avanti soldati di Cristo!”


Già congregato mariano al Collegio San Luigi, egli entra allora nella Congregazione mariana della Legião de São Pedro, annessa alla parrocchia di Santa Cecilia, trovando in essa l’ideale di dedizione a cui aspirava profondamente. Fondata nel 1926 da mons. Marcondes Pedrosa, vicario della parrocchia, aveva un bollettino dal titolo O Legionário e arrivò a contare fino a cento congregati.


Le Congregazioni mariane sono la punta di diamante d’una realtà più vasta, nota col nome generico di “movimento cattolico”. Ecco come lo presentava Plinio Corrêa de Oliveira:


“In quel tempo c’era una grande e luminosa realtà chiamata ‘movimento cattolico’. Questo nome generico comprendeva l’insieme delle associazioni religiose che, da nord a sud, costellavano il paese. È chiaro che in questo insieme, come in ogni realtà composita, vi era una certa eterogeneità. A fianco di associazioni inerti, sclerotizzate o ridotte al nulla da fattori vari, ve n’erano altre d’una incontestabile vitalità, talune perfino di uno slancio straordinario. Fra queste ultime rifulgevano le Congregazioni Mariane. Il movimento mariano, che si era diffuso nel periodo 1925-30, stava toccando il suo apogeo. In un paese come il nostro, dove la pratica religiosa era limitata al sesso femminile e a qualche signore di età matura, il movimento mariano aveva reso un incommensurabile servizio, attirando alla vita di pietà e ad un apostolato generoso intere legioni di giovani di ogni ceto sociale”.


Leader del movimento cattolico


L’inizio dell’attività pubblica di Plinio Corrêa de Oliveira si situa in questo periodo quando, all’interno della Facoltà di Diritto, allora centro di laicismo e di positivismo come abbiamo detto, fonda l’Azione Universitaria Cattolica (AUC) con un manipolo di giovani congregati mariani. In occasione della cerimonia di laurea, l’AUC osa quello che mai era accaduto fino ad allora in una università statale in Brasile: fa celebrare la Messa conclusiva dell’anno accademico non nella contigua chiesa di San Francesco, ma nel patio della Facoltà.


L’AUC si espande poi a molte scuole superiori, spezzando l’egemonia positivista fino ad allora incontrastata negli ambienti accademici. Il commento generale era: qualcosa sta cambiando nella gioventù paulista, e questa volta in meglio.


L’11 dicembre 1930, Plinio Corrêa de Oliveira si laurea in giurisprudenza. Il suo nome, secondo quanto riferisce un giornale dell’epoca, era già “molto noto e ammirato nella gioventù cattolica brasiliana”. Da allora, seguendo l’uso comune in Brasile, passa ad essere conosciuto pubblicamente come il “dottor Plinio”.


Affascinante oratore ed uomo d’azione, grazie alla sua vasta cultura e alla padronanza di diverse lingue, diventa l’esponente più in vista del movimento cattolico, imprimendogli rinnovato vigore e un indirizzo decisamente tradizionale. Im-ponenti manifestazioni danno ai cattolici una crescente visibilità nella vita nazionale.


La LEC


Nel 1930 un movimento populista capeggiato da Getulio Vargas (1883-1954) travolge la Vecchia Repubblica. Di fronte però a importanti reazioni, provenienti soprattutto dallo Stato di San Paolo, il nuovo presidente è costretto a indire elezioni per una nuova Costituente. Plinio Corrêa de Oliveira comprende l’importanza di questa concessione, che offriva l’occasione per creare, più che un partito, un movimento cattolico “al di sopra dei partiti”.


Nel 1932, sull’esempio della Fédération Nationale Catholique, fondata da un leader cattolico e eroe di guerra, il generale francese Edouard de Castelnau (1851-1944), e dopo essersi consultato con la gerarchia ecclesiastica, di comune accordo con altri leader cattolici Plinio Corrêa de Oliveira promuove la formazione della Liga Eleitoral Católica (LEC), della quale viene designato Segretario Generale per San Paolo.


Nonostante la sua giovanissima età — 23 anni — Plinio è scelto come candidato per San Paolo. Questo gli procura un problema di coscienza, giacché non si sente all’altezza del compito. Chiede allora consiglio al suo vecchio confessore, Padre Giuseppe Danti, del collegio San Luigi. Questi non ha dubbi: “Lei mancherebbe al suo dovere di cattolico se non accettasse la candidatura. Lei è perfettamente fedele alla Chiesa. Se si rifiuta, forse verrà eletto qualcuno meno fedele”.


Il 3 maggio 1933 si svolgono le elezioni. Con grande sorpresa generale, il candidato più giovane è anche il più votato del paese con più del doppio dei consensi rispetto al secondo arrivato. Questo successo elettorale è dovuto esclusivamente all’appoggio delle associazioni cattoliche di San Paolo. L’episodio desta stupore, tanto che da quel momento la Lega Elettorale Cattolica è ritenuta una delle principali forze del paese.


Col titolo “Una vittoria mariana”, l’organo dell’arcidiocesi di San Paolo commenta:  “Non c’è bisogno di dire che la figura centrale di questa bella pagina della storia delle Congregazioni pauliste è stato Plinio Corrêa de Oliveira, il pio figlio di Maria, il leader della Lega Elettorale Cattolica, il candidato mariano all’Assemblea Costituente”.


Plinio Corrêa de Oliveira si rivela allora come il leader più influente del gruppo parlamentare cattolico. In quell’assise costituzionale, il gruppo cattolico ottiene l’approvazione non solo delle “Rivendicazioni Minime” della LEC, ma anche della maggior parte del suo “Programma Massimale”. Nell’insospettabile testimonianza di un esponente della sinistra, l’ex-ministro della Giustizia ed ex-presidente della Corte Suprema Paulo Brossard, “la LEC fu l’organizzazione extrapartitica che nella storia del Brasile ha esercitato la maggiore influenza politica”.


A nome dei deputati cattolici, Plinio Corrêa de Oliveira chiede un omaggio al futuro beato gesuita José de Anchieta, l’Apostolo del Brasile. Difende in aula la libertà dell’insegnamento cattolico e il diritto di voto dei religiosi, soffermandosi sul ruolo benemerito della Compagnia di Gesù. Ciò basta perché nel corso del dibattito egli sia attaccato da un deputato comunista come “settario”. “Pongo le mie convinzioni religiose — ribatte il dottor Plinio — al di sopra di tutti gli affetti che posso concepire”.


Questa felice incursione dei cattolici in politica, condotta dal dottor Plinio, ha molteplici e profonde conseguenze.
Anzitutto, è di decisivo freno alla montante minaccia socialcomunista, che non pochi consideravano ineluttabile. Osvaldo Aranha — titolare dal 1930 al 1940 di diversi portafogli, e presidente, nel 1947, dell’Assemblea dell’ONU — giunse a dire: “Se i cattolici non si fossero uniti per intervenire alle elezioni del 1933, il Brasile avrebbe oggi definitivamente svoltato a sinistra”.


Inoltre, la nascita di un robusto movimento cattolico produce una notevole diminuzione del tonus laicista nella vita pubblica brasiliana. L’elezione di tanti deputati della LEC e il loro successo parlamentare è così una dimostrazione dell’immensa forza politica dei cattolici. Una forza che — nell’intento di Plinio Corrêa de Oliveira — avrebbe reso possibile la restaurazione della civiltà cristiana.


Scaduto il suo mandato parlamentare, il dottor Plinio assume la cattedra di Storia della Civiltà nella Facoltà di Diritto dell’Università di San Paolo e, più tardi, di Storia Moderna e Contemporanea nella Facoltà Sedes Sapientiae e nella Facoltà São Bento, ambedue della Pontificia Università Cattolica di San Paolo.