Inghilterra: sulla via di Roma?
Una volta ritenuta il baluardo del protestantesimo, l’Inghilterra si sente oggi percorsa da sentimenti di simpatia nei confronti delle tematiche cattoliche. Lo dimostra, ad esempio, il grande successo della campagna della TFP britannica Britain needs Fatima, la Gran Bretagna ha bisogno di Fatima.
Uno degli sviluppi più interessanti di questo sorprendente mondo post-moderno è la crescente ripercussione che alcune tematiche cattoliche stanno riscuotendo in Gran Bretagna. Una volta ritenuto il baluardo del Protestantesimo, il Paese si sente oggi percorso, in alcune delle sue fibre, da sentimenti di simpatia nei confronti della Chiesa di Roma.
La Dote della Madonna
Per la verità, in grado maggiore o minore, questi sentimenti hanno sempre fatto parte delle mentalità britannica.
Nel Medioevo, l’Inghilterra era conosciuta come Our Lady’s Dowry, La Dote della Madonna, essendo stata a Lei consacrata dal re Ricardo III (1367-1400). Nel 1399, Thomas Arundel, arcivescovo di Canterbury e Primate d’Inghilterra, scriveva in una lettera pastorale: “Noi, inglesi, siamo servi della Madonna come parte della sua eredità e della sua dote”. Questa devozione mariana trovava il suo cardine nel Santuario nazionale della Madonna di Walsingham, costruito nel 1061 e meta di pellegrinaggi di tutti i sovrani inglesi fino alla Riforma protestante.
La Fede cattolica arriva in tutta la sua vitalità almeno fino al ‘500 quando, prima di rompere con Roma, Enrico VIII (1491-1537) scrive un trattato contro Lutero e in difesa della Chiesa, ricevendo perciò da Papa Leone X il titolo di Defensor Fidei, Difensore della Fede, ancor oggi appannaggio della Corona britannica. L’anima cattolica del paese era ancora così salda che, morto Enrico VIII, sua figlia Maria Tudor (1516-1558) poté procedere alla piena restaurazione della Chiesa cattolica, stringendo persino un’alleanza con la Spagna tramite il suo matrimonio con Filippo II. Ricaduta nello scisma con Isabella I (1533-1603), l’Inghilterra conobbe ancora diversi tentativi di restaurazione con Carlo I (1600-1649) e Carlo II (1630-1685).
Un fiume di sangue
Questa persistenza dell’anima cattolica spiega il fatto che, a differenza dei paesi scandinavi, dove la Riforma protestante prevalse in maniera meno cruenta (anche per la sua introduzione assai più graduale), in Gran Bretagna essa dovette invece imporsi col ferro e col fuoco. I martiri si contano a centinaia di migliaia. Molti edifici ecclesiastici furono devastati. Il clero fedele fu ucciso o inviato in esilio. Diceva Churchill che la Francia è divisa in due dal fiume di sangue versato dalla Rivoluzione del 1789. Possiamo dire che l’Inghilterra è rimasta segnata dal fiume di sangue versato per imporre le dottrine di Lutero.
Ma a differenza della Francia, dove i giacobini addirittura si vantano delle loro infelici imprese, in Inghilterra questo aspetto della storia è tenuto un po’ nascosto da una sorta di pudore che, secondo alcuni analisti, cerca di nascondere un profondo sentimento di colpa. Molta della ferocia anticattolica dimostrata, per esempio, nelle guerre contro la Spagna e nella repressione dei cattolici scozzesi ed irlandesi, si può in parte spiegare con una certa bramosia di affogare nel sangue questo sentimento.
Nostalgia di Roma
Ma invano. Quella che viene talvolta chiamata la “nostalgia di Roma” ha continuato ad insinuarsi sotto la corazza anglicana.
Risvegliata da certe congiunture e, soprattutto, aiutata dalla grazia divina, questa nostalgia è affiorata in diverse occasioni, provocando ondate di conversioni e avvicinando ancor di più molti anglicani al cattolicesimo. Nella prima metà dell’800, per esempio, vi fu la grande ondata del Movimento di Oxford, che portò alla conversione di eminenti figure come i cardinali Henry Edward Manning (1808-1892) e John Henry Newman (1801-1890) e, conseguentemente, alla restaurazione della gerarchia cattolica in Inghilterra.
Negli anni ‘20, una nuova ondata scosse il mondo anglicano. Furono avviate, in modo extra-ufficiale, le “Conversazioni di Malines” (Belgio) alle quali presero parte, da parte cattolica, il Cardinale Mercier e, da parte anglicana, Lord Halifax. Queste conversazioni dettero origine all’ARCIC (Anglican-Roman Catholic International Commission, Commissione Internazionale Anglicano-Romano Cattolica).
Più recentemente, la crescente deriva progressista della gerarchia anglicana, a seguito per esempio dell’ordinazione sacerdotale delle donne e dell’accettazione dell’omosessualità, ha spinto interi settori alla conversione o, per usare il loro gergo, a “prendere la via di Roma”. Clamoroso il caso del vescovo anglicano di Londra, Leonard Graham, convertitosi al cattolicesimo nel 1991, e in seguito ordinato sacerdote cattolico. Altrettanto significativa la conversione di alcuni membri della Famiglia Reale, come la Duchessa di Kent e suo figlio, il Conte di St. Andrews.
Britain needs Fatima
Ciò che forse costituisce una novità è che, ormai da qualche anno, questa nostalgia di Roma non si limita più a certe élites intellettuali o sociali, né a un certo periodo storico, ma sembra caratterizzarsi per una certa stabilità, in quanto va interessando settori sempre più ampi della popolazione.
Ne è esempio l’enorme successo della campagna della TFP britannica Britain needs Fatima (la Gran Bretagna ha bisogno di Fatima). Fino a non tanti anni fa una simile iniziativa sarebbe stata impensabile e perfino imprudente. Oggi, invece, è accolta da tanti con simpatia e anche come segno di speranza. Non c’è dubbio che qualcosa sta cambiando, e molto profondamente.
La campagna si prefigge di diffondere la devozione alla Madonna e la recita del Santo Rosario come mezzo per promuovere sia la Fede che la moralità nelle famiglie. Si prefigge inoltre di approfondire lo studio del messaggio di Fatima come chiave interpretativa dei nostri tempi.
Ormai in atto da sette anni, la campagna non dà segni di rallentamento. I numeri parlano da soli (v. riquadro). Recentemente, una “carovana” di universitari della TFP ha percorso la Scozia diffondendo volantini della Madonna e del Rosario. Si moltiplicano le scuole e le parrocchie che chiedono l’intervento dei volontari della TFP per spiegare il messaggio di Fatima. L’anno scorso, i giovani della TFP hanno fatto campagne nelle università di Oxford e di Cambridge.
Dove andrà a finire tutto ciò?
È difficile dirlo adesso. Possiamo, questo sì, dire dove andrà a finire il terzo millennio, visto che la stessa Madre di Dio lo ha profetizzato: nel trionfo del Cuore Immacolato di Maria, del quale certamente queste grazie elargite al Paese “Dote della Madonna”, oltre ad essere una avvisaglia, sono una premessa e una promessa.