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Scristianizzazione o crisi dell’aggiornamento?

 

   Dati ISTAT diffusi di recente mostrano ciò che ad occhio nudo si può constatare un po’ dappertutto: le nostre Chiese si svuotano sempre di più. Secondo tale statistica, negli ultimi 15 anni si è verificato un calo del 5,6%  nella frequenza alla Messa domenicale. Il fenomeno è particolarmente acuto fra i giovani: “Giovani in fuga”, titolava in proposito il Corriere della Sera.

   Sarebbe facile, ma anche fuorviante, attribuire questo calo semplicemente alla “scristianizzazione”, vale a dire alla crescente assenza di spirito religioso nell’uomo moderno. Se ciò fosse vero, la scristianizzazione dovrebbe incidere ugualmente su ogni manifestazione di religiosità. E così non è. Mentre molte chiese si svuotano, i santuari straripano di pellegrini. Per non parlare, poi, delle manifestazioni giovanili di massa, come le Giornate Mondiali della Gioventù, che attirano milioni di ragazzi alle celebrazioni religiose.

   Se le chiese si svuotano mentre i santuari straripano, questo vuol dire semplicemente che i fedeli trovano in quest’ultimi qualcosa che non sempre trovano in quelle. Sarà preghiera, penitenza, sacrificio, riparazione, insomma, religione senza se e senza ma?

   Allora, dobbiamo parlare solo di scristianizzazione, o anche di fallimento di un certo “aggiornamento”?