Notizie di attualità
Il “villano ecologico”
Sono sempre di più gli specialisti che puntano il dito contro l’alto costo dell’industrializzazione forzata della Cina, senza nessun controllo effettivo, né sociale né ambientale. Secondo il libro «Soil Pollution and Physical Health», pubblicato nel 2013 dal ministero per la Protezione Ambientale della Cina, ben il 15% della terra coltivata nel paese è inquinata. Oltre tredici milioni di tonnellate di grano sono avvelenati ogni anno da metalli pesanti. Ventidue milioni di ettari sono stati irrimediabilmente danneggiati. Nello Hunan, cuore agricolo del Paese, l’incidenza dei tumori è quasi il triplo della media nazionale, colpendo specialmente la popolazione rurale. Tuttavia i campi continuano ad essere irrigati con acque industriali altamente contaminate. Nel villaggio di Chenjiawan sono rimaste appena venti persone, tutte anziane. Le industrie inquinanti non vengono risanate, perché non è nell’interesse del Governo, che punta solo a una crescita da “superpotenza”. Recentemente, perfino il giornale ufficiale “China Daily” ha pubblicato un editoriale allertando sul fatto che “la contaminazione dei campi con metalli pesanti sta erodendo le fondamenta della sicurezza alimentare del Paese, diventando sempre più un pericolo per la sanità nazionale”.
Venezuela resta a terra
Le compagnie aeree nazionali e internazionali stanno sospendendo i voli in Venezuela perché il governo, ormai in bancarotta, ha bloccato ogni pagamento. Negli ultimi cinque anni, secondo Julio Arnaldes, presidente del Consejo Superior de Turismo, la flotta delle compagnie di bandiera è diminuita del 52%: “Buona parte dei nostri aerei sono a terra per mancanza di soldi per la manutenzione. Altri, più vecchi, non possono operare perché non superano i requisiti tecnici per l’aereonavigalibità”. Sta diventando quasi impossibile uscire dal Paese anche a causa dei severi controlli sulla valuta. I giornali hanno dovuto ridurre il numero di pagine per mancanza di carta, e nei supermercati i clienti devono affrontare lunghe code per acquistare perfino la carta igienica. Benvenuti nel “socialismo bolivariano”.
Migliaia di medici cubani fuggono all’estero
Negli ultimi anni, le università cubane hanno sfornato decine di migliaia di medici, inviati poi in paesi latinoamericani come “assistenti sanitari”. Si tratta, in realtà, di una vasta operazione di propaganda comunista, visto che manca loro la benché minima qualifica professionale. Questi cosiddetti medici, infatti, si rifiutano di sostenere l’esame di Stato, richiesto invece ai medici locali. Abbondano le storielle horror, come quella in cui un sanitario prescrisse medicinali per cavalli, usati a Cuba per curare umani… L’operazione, però, si sta dimostrando un boomerang. Nel solo 2013, quasi tremila “medici” (il 60% in più rispetto all’anno precedente) hanno approfittato del soggiorno all’estero per non rientrare più nel proprio paese. Secondo il dott. Julio César Alfonso, presidente di Solidariedad sin Fronteras, la maggior parte del personale sanitario è fuggita a causa delle durissime condizioni di lavoro a Cuba, paragonate a “un sistema di moderna schiavitù”.
Il ritorno dei gusti tradizionali delude le femministe
Come lucidare una teiera d’argento? Come preparare una indimenticabile millefeuille? Qual è il migliore uncinetto per fare una sciarpa? Ecco alcuni dei temi che, a sorpresa, interessano sempre di più le donne francesi. Lo rivela un articolo pubblicato da “Figaro Madame”, supplemento del noto quotidiano parigino dedicato alla donne. Temi che sembravano ormai spazzati via dai profondi cambiamenti psicologici e culturali degli ultimi decenni, stanno invece suscitando un crescente interesse, soprattutto nelle nuove generazioni. Secondo “Figaro”, “i prodotti rétro stanno tornando di moda”. La tendenza arriva dagli Stati Uniti, dove il movimento di ritorno alla tradizione è fiorente. È stato analizzato, con preoccupazione, dal “The New York Times”, pulpito del femminismo radicale. Aumentano i blog dedicati alla vendita o allo scambio di oggetti appartenenti alle nonne. Le femministe sono scioccate. La giornalista Valérie de Saint-Pierre, fervente femminista, dichiara con rammarico: “Adesso sono io che sono passata di moda!”.
I figli di coppie omosessuali hanno meno possibilità di finire gli studi
Uno studio esaustivo condotto in Canada e recentemente pubblicato sulla “Review of Family Economics”, ha riscontrato che i bambini cresciuti all’interno di “famiglie” composte da persone dello stesso sesso hanno il 35% in meno di probabilità di ottenere il diploma scolastico rispetto ai figli di famiglie costituite da un uomo e una donna. Questa percentuale, stimata per i maschi, diviene più elevata nelle femmine, le cui probabilità sono ancora inferiori. Il professor Douglas W. Allen, economista presso la Simon Fraser University di Vancouver, sottolinea che, a differenza dei precedenti studi fatti su campioni troppo piccoli per essere scientificamente validi e che, quindi, a volte mostravano risultati contrastanti, la ricerca da lui condotta è basata su un numero molto considerevole di persone, in concreto un campione casuale del 20 % della popolazione canadese.
“Libération”, simbolo del maggio ’68, entra in agonia
Il quotidiano “Libération”, simbolo della rivoluzione anarchica e ugualitaria della Sorbonne dovrà chiudere i battenti per mancanza di fondi. “Libération”, nata come pamphlet sulle barricate del maggio ’68, è diventata poi il portavoce dell’estrema sinistra francese dopo la fondazione del giornale vero e proprio, nel 1973, ad opera di Jean Paul Sartre. La situazione, però, è alquanto cambiata e oggi il numero di lettori è calato vistosamente. Il giornale è riuscito a vivacchiare solo grazie ai contributi dell’odiato capitalismo e ai sussidi statali a fondo perduto. Per evitarne il fallimento, nel 2006 è stato rilevato dal banchiere Édouard de Rothschild, al quale si associò poco dopo l’imprenditore italiano principe Carlo Caracciolo. Invano. Sembra che gli ideali anarchici e ugualitari esplosi nel maggio ‘68 non impressionino più l’opinione pubblica francese, sempre più spostata a destra, come hanno dimostrato le ultime elezioni europee.