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Cosa vuole la sinistra cattolica dal Sinodo?

Nell’ottobre 2014, il movimento internazionale “Noi siamo Chiesa” pubblicò un documento con le proprie proposte per il Sinodo sulla famiglia:

“Libertà di coscienza nel campo della regolazione delle nascite (...)

“Riammissione piena alla celebrazione eucaristica dei divorziati risposati (…)

“Accettazione piena nella comunità cristiana delle persone omosessuali e dei loro rapporti fondati su relazioni stabili e affettivamente fondate. Ciò implica il superamento di una visione dell’omosessualità come deviazione (…)

“Valorizzazione di tutte le relazioni affettive vere, senza preconcette proibizioni (…)

“Presa d’atto di come la scelta di interrompere la gravidanza, assunta in piena coscienza, possa essere ritenuta eticamente giustificata (…)

“Rivalutazione del matrimonio civile (…)

“Una diversa comprensione del celibato dei presbiteri (…)

“Piena partecipazione della donna ai ministeri ecclesiali”.

Qualcuno potrà obiettare che tale programma è talmente radicale da renderlo vano. Ciò implica non conoscere il ruolo delle fazioni radicali nei processi rivoluzionari. Spiega Plinio Corrêa de Oliveira in «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione»: “Si direbbe che i movimenti radicali siano inutili. Ma non è vero. L’esplosione di questi estremismi alza una bandiera, crea un punto di attrazione fisso che affascina per il suo stesso radicalismo i moderati, e verso cui questi cominciano lentamente a incamminarsi”.

Di fronte all’estremismo di “Noi siamo Chiesa”, le proposizioni discusse nel Sinodo, che di per sé avrebbero potuto scioccare come troppo spinte, assumono quasi un’aria moderata. Domani, perfino quelle di “Noi siamo Chiesa” potranno sembrare moderate di fronte a un estremismo ancor più spinto.