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Contro la dittatura gender

 

di Mathias von Gersdorff

 

Il 21 marzo scorso si è tenuta nel cuore di Stoccarda la sesta manifestazione Demo für Alle (Manif pour Tous), contro il piano regionale che introduce l’educazione al “gender” nelle scuole. Il lemma: “Per i diritti dei genitori. Fermiamo l’ideologia gender e la sessualizzazione dei nostri figli”. Fra gli oratori Ludovine de la Rochère, presidente della Manif pour Tous (Francia), Hedwig von Beverfoerde, direttrice di Initiative Familienschutz (Iniziativa Difesa della Famiglia), e Mathias von Gersdorff, direttore della campagna Kinder in Gefähr (Ragazzi a rischio), della TFP tedesca. Sono intervenuti anche alcuni noti politici del Baden- Württemberg.

Il Baden-Württemberg è attualmente governato da una coalizione rosso-verde che ha avviato l’implementazione di diversi punti dell’agenda LGBT, suscitando perciò una fortissima reazione da parte del pubblico. Va ricordato che si tratta di un Land a maggioranza protestante. In particolare, si contesta il ddl Kretschmann, presentato di recente nel Landtag (Parlamento regionale) dal deputato verde Winfried Kretschmann, un “cattolico adulto”. Difendendo “l’accettazione della diversità sessuale”, il ddl propone un piano d’azione per implementare la “parità dei diritti”, introducendo in tal modo l’ideologia gender nell’amministrazione, nell’università, nelle scuole, nell’asilo nido, nelle chiese e via dicendo: un vero piano globale per rieducare l’intera società. Attraverso questo piano d’azione, l’ideologia gender sarebbe elevata al rango di Dottrina di Stato.

Davanti a una folla stimata di oltre 3mila persone riunite nella Marktplatz, la scrittrice Gabriele Kuby ha lanciato l’allarme contro la nuova visione dell’essere umano che cancella l’identità sessuale fra uomini e donne, dissolvendo così ogni norma che possa reggere il comportamento in materia morale.

Ludovine de la Rochère, presidente della Manif pour Tous francese, ha avvertito:

“Questa ideologia del gender è l’ideologia dell’incertezza. È da anni che cercano di imporla. Ma ci sembrava così assurda che non ci abbiamo fatto tanto caso. Adesso ce la troviamo qui, a casa nostra. Bisogna reagire, almeno adesso! (…) Come sapete, l’ideologia del gender non ha alcuna base scientifica, non ha alcuna base oggettiva. Non è niente di più che un sentimento, una percezione soggettiva, un’impressione. (…) Gli esseri umani hanno necessità di vivere in armonia con se stessi. L’uomo è natura e cultura, e questa natura e questa cultura devono essere coerenti e armoniche con quella della donna. Questo dovrebbe essere lo scopo dell’educazione: far accettare pienamente alla ragazza la propria femminilità, e al ragazzo la propria mascolinità. E se questo non funziona, lo sappiamo fin troppo bene, andiamo verso il disastro”.

Mathias von Gersdorff, della TFP tedesca, ha incitato i genitori ad organizzarsi: “La cosa più importante di questa manifestazione è che sono gli stessi genitori che si organizzano per opporsi all’imposizione dell’ideologia gender e alla sessualizzazione dei propri figli. Il governo dovrebbe rispettare la scelta dei genitori. Ricordo l’insegnamento di Giovanni Paolo II nella Familiaris Consortio, quando afferma che la famiglia ha la responsabilità primaria nell’educazione dei figli. Non rispettare questa responsabilità equivale a un totalitarismo, del quale questo governo rosso-verde dà sempre più mostra. Siamo come all’epoca del comunismo, in cui lo Stato chiamava a sé l’educazione delle nuove generazioni secondo un’ideologia di Stato, appunto il comunismo. Oggi non c’è più questo comunismo, ma qualcosa di molto peggiore: il gender”.

 

 

20mila firme in sostegno della famiglia

 

La campagna Kinder in Gefähr (Ragazzi a rischio), della TFP tedesca, ha consegnato quasi 20mila firme al Parlamento europeo a Bruxelles, invitandolo ad adottare risoluzioni in protezione della famiglia e dei figli e ad evitare, quindi, interventi che vadano contro gli interessi del matrimonio.

Rappresentanti della TFP tedesca e francese sono stati ricevuti dall’eurodeputata Anna Záborská, leader del Gruppo popolare e membro della Commissione per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere. Záborská ha elogiato l’iniziativa, sottolineando quanto questo tipo di azione sia importante per incoraggiare i pochi eurodeputati che, a Bruxelles, si battono davvero per i valori tradizionali.