2016
Colombia: un Paese consegnato alla guerriglia
di Eugenio Trujillo
Sconfitta militarmente, la guerriglia comunista delle FARC (Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia) ha ottenuto un colossale trionfo politico. Sotto l’egida del sospettosissimo Raúl Castro, e con la benedizione di papa Francesco, ha firmato un “Accordo di pace” col governo del presidente Juan Manuel Santos. Questo Accordo sarà sottoposto a referendum ad ottobre.
Immediata la reazione del Centro Cultural Cruzada e della Sociedad Tradición y Acción, entrambe consorelle delle TFP. In un manifesto pubblicato sui principali giornali, hanno denunciato che l’Accordo non è altro che la totale resa dello Stato alle esigenze dei comunisti. Vediamo alcuni punti:
- i guerriglieri non saranno costretti a consegnare le armi;
- tutti i guerriglieri saranno amnistiati, mentre i militari che hanno combattuto la sovversione dovranno affrontare un processo davanti a un Tribunale Speciale per la Pace;
- tutti i guerriglieri riceveranno uno stipendio minino mensile per la durata di due anni;
- vaste zone del Paese saranno lasciate nelle mani della guerriglia, con il ritiro di ogni autorità dello Stato;
- alle FARC sarà garantita una quota di dieci senatori e sedici deputati, senza elezioni; - sarà fatta un’ampia riforma agraria socialista e confiscatrice;
- il traffico illecito della cocaina sarà lasciato in mano alle FARC;
- chi si oppone all’Accordo di pace sarà punito penalmente ecc.
La propaganda, conclude il manifesto, vorrebbe far pensare che tutti i colombiani siano soddisfatti con questo Accordo. Niente di più falso! La stragrande maggioranza è perplessa e si sente tradita dal Governo. Di conseguenza, il manifesto invita i colombiani a votare NO nel referendum.