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Forza e leggerezza negli angeli

 

di Plinio Corrêa de Oliveira

Se paragoniamo la movenza di un velo con quella di un elefante, vediamo che il primo è molto vivace, mentre il secondo è molto possente. Il velo non ha forza, ma si muove di più. Per esempio, Amin Dada è possente, egli concepisce il comando solo come l’applicazione della forza bruta. Mentre Luigi XIV era capace di ringraziare un generale per aver vinto una battaglia con un semplice sguardo, ispirandolo quindi a continuare la guerra con animo rinnovato. Un piccolo gesto, un grande effetto.

Così possiamo capire come l’azione di un angelo possa essere molto incisiva, molto efficace e molto possente, consistendo appena in un ‘tocco’ leggero. L’angelo, per così dire, ‘tocca’ leggermente un oggetto, ed è capace di muovere pianeti. Mentre nel mondo materiale la fragilità è segno di impotenza e la forza segno di potere, nell’angelo leggerezza e potenza vanno insieme.

Un altro esempio è il cigno. Il cigno sembra nuotare senza fatica, le sue zampe si muovono sott’acqua. Egli nasconde lo sforzo e scivola sull’acqua come se stesse nuotando con un atto di pura volontà, senza nessuno impegno fisico. In ciò rammenta l’angelo, che si muove senza sforzo. L’angelo è sommamente immobile e, allo stesso tempo, sommamente dinamico. Contemplando il cigno, ci facciamo un’idea del movimento dell’angelo, e possiamo sentire tutta la bellezza del movimento nell’immobilità, tutta la bellezza del motore immobile. Cioè, tutta la bellezza di Dio.