La Santa Casa di Loreto, dimora di ogni controrivoluzionario
di Alfredo Monteverdi
Cento anni fa, il 24 marzo 1920, papa Benedetto XV proclamò la Madonna di Loreto Patrona degli aeronauti. Per celebrare tale anniversario, papa
Francesco ha concesso un Giubileo Lauretano per i viaggiatori in aereo, militari e civili, e per tutti coloro che giungeranno pellegrini al Santuario
della Santa Casa da ogni parte del mondo. Qual è la storia di questa straordinaria Casa? È stata davvero trasportata dagli angeli? Perché si vuole oggi tacere su questo aspetto miracoloso?
Cento anni fa, il 24 marzo 1920, papa Benedetto XV proclamò la Madonna di Loreto Patrona degli aeronauti. Per celebrare tale anniversario, papa Francesco ha concesso un Giubileo Lauretano per i viaggiatori in aereo, militari e civili, e per tutti coloro che giungeranno pellegrini al Santuario della Santa Casa da ogni parte del mondo. L’Anno Santo è stato aperto l’8 dicembre 2019 e si concluderà il 10 dicembre 2020. “L’indulgenza plenaria dell’anno giubilare – come ha ricordato il vescovo di Loreto, mons. Fabio Dal Cin – riguarderà i fedeli che varcheranno la Porta Santa per chiedere il dono della conversione a Dio e ravvivare la propria filiale devozione a Colei che ci protegge nei viaggi in aereo”.
Quasi in concomitanza con l’indizione dell’anno giubilare, la Congregazione per il Culto divino, il 7 ottobre 2019, ha introdotto nel Calendario Romano Generale la memoria facoltativa della Madonna di Loreto, da celebrarsi il 10 dicembre, omettendo però totalmente qualsiasi riferimento alla traslazione miracolosa della Santa Casa e dimenticando di sottolineare che lungo i secoli è stata proprio questa ad essere il centro della venerazione dei fedeli.
Si assiste così ad una realtà ambigua e contraddittoria, tipica purtroppo della Chiesa degli ultimi decenni. Da un lato viene ricordato il patronato della Madonna di Loreto sui viaggiatori in aereo, che certamente non sarebbe stato possibile se le sacre pareti fossero state trasportate via mare dagli uomini. E dall’altro, contravvenendo alla secolare liturgia che ha sempre celebrato la Traslazione della Santa Casa e non la Madonna di Loreto, i testi della messa e il decreto del Culto divino ignorano ogni aspetto miracoloso.
Baluardo contro l’islam e luogo di miracoli
Per fare chiarezza in questa situazione intricata e difendere la verità sulla “questione lauretana” è consigliabile leggere “Il Miracolo della Santa Casa di Loreto”, scritto dal giornalista Federico Catani e pubblicato dall’Associazione Luci sull’Est. Il libro, che si segnala per il suo solido e convincente rigore storico e la ricchezza del materiale iconografico, è un’ottima guida per chi, in questo anno giubilare lauretano, vorrà recarsi presso il santuario della Santa Casa, tra quelle pareti dove la Madonna è stata concepita immacolata, è nata ed ha ricevuto l’annunciazione dell’arcangelo Gabriele. Pareti, dove, in definitiva, è iniziata l’opera della nostra Redenzione.
Il volumetto – di facile lettura – non solo difende la veridicità storica delle miracolose traslazioni della Santa Casa, ma affronta tutta la storia del santuario di Loreto e il ruolo imprescindibile che ha ricoperto nella storia della Cristianità universale, come ad esempio la difesa dell’Europa. È alla Madonna di Loreto ad esempio che i Papi e i condottieri si sono rivolti prima di affrontare – tra le altre – le due battaglie più decisive e celebri contro l’islam: quella di Lepanto (1571) e quella di Vienna (1683).
A Loreto poi si sono recati come pellegrini centinaia e centinaia di uomini illustri: re e regine, santi e sante, letterati, filosofi e musicisti. Lì sono avvenuti e tuttora avvengono miracoli straordinari, di guarigione e di conversione.
Tra quelle pareti san Luigi Maria Grignion de Montfort ebbe l’ispirazione di scrivere il suo Trattato della vera devozione a Maria: e infatti, quale luogo più adatto per scegliere di vivere la schiavitù d’amore alla Madonna? Come Nostro Signore, incarnandosi nel grembo di Maria Santissima, si è reso a Lei completamente dipendente, così anche i cattolici che fanno la consacrazione predicata dal Montfort si donano totalmente alla Madre di Dio.
I fatti smentiscono i modernisti
Ma ripercorriamo brevemente la storia.
Tra il 9 e il 10 maggio 1291 avvenne un fatto straordinario in Palestina. Erano i giorni in cui si stava approssimando la fine della presenza crociata in Terra Santa. In quella notte, nella Basilica dell’Annunciazione di Nazareth sparì la preziosissima reliquia lì custodita da secoli: la Santa Casa in cui la Madonna aveva ricevuto l’annuncio dell’arcangelo Gabriele e dove il Verbo si era fatto carne, dando così inizio alla Redenzione dell’umanità.
Chiunque fosse andato nel paesino della Galilea il 10 maggio 1291 non avrebbe più trovato le tre pareti di cui era composta la dimora della Sacra Famiglia, presenti invece fino al giorno prima.
Le pareti apparvero la mattina di quello stesso giorno nel bosco di Tersatto (oggi un quartiere della città di Fiume, in Croazia). Da quel momento, l’insigne reliquia divenne meta di pellegrinaggi e di devozione per tre anni. Poi, la notte tra il 9 e il 10 dicembre 1294, la Santa Casa sparì miracolosamente così come era arrivata. Le tre pareti consacrate dalla presenza della Santa Famiglia giunsero in Italia, nelle Marche, territorio appartenente allo Stato Pontificio. Storicamente la sua presenza è accertata in tre luoghi prima di giungere dove ancora è possibile venerarla. Ad Ancona (attuale località di Posatora) e nel territorio di Loreto, dapprima in pianura (attuale località di Banderuola), poi nel campo di proprietà di due fratelli (di fronte all’attuale santuario). Infine, nel dicembre 1296, la Santa Casa si posò nel luogo in cui tuttora si trova.
Le suddette traslazioni avvennero tutte miracolosamente; secondo la tradizione (immortalata in innumerevoli dipinti e sculture), ad opera degli angeli.
Purtroppo da alcuni decenni, se almeno ufficialmente nessuno nel mondo cattolico mette in dubbio che a Loreto vi sia la vera Santa Casa di Nazareth, la traslazione angelica della stessa è stata derubricata a una mera leggenda da parte degli stessi ecclesiastici, così come in passato fecero i protestanti, gli illuministi e i modernisti.
Ma è credibile pensare che il trasporto delle sante pareti sia avvenuto per mezzo degli uomini? Come spiegare ad esempio così tanti spostamenti? Sarebbe stato tecnicamente possibile trasportare per nave così tante volte delle pietre che poi sono state perfettamente risistemate? E ancora: perché collocare definitivamente la Santa Casa nel mezzo di quella che all’epoca era una strada pubblica dove, secondo la legge locale, nulla si doveva costruire, pena l’abbattimento coatto?
L’architetto Federico Mannucci, in una relazione del 1923, ebbe a scrivere che «è assurdo solo pensare che il sacello possa essere stato trasportato con mezzi meccanici» e rivelò pure che «è sorprendente e straordinario il fatto che l’edificio della Santa Casa, pur non avendo alcun fondamento, situato sopra un terreno di nessuna consistenza e disciolto e sovraccaricato, seppure parzialmente, del peso della volta costruitavi in luogo del tetto, si conservi inalterato, senza il minimo cedimento e senza una benché minima lesione sui muri». Anche l’architetto Giuseppe Sacconi constatò che «la Santa Casa sta parte appoggiata sopra l’estremità di un’antica strada e parte sospesa sopra il fosso attiguo», ragion per cui non può essere stata fabbricata o rifabbricata, come è, nel posto in cui si trova.
Le ragioni della tradizione
C’è pure un altro elemento da rilevare. La malta con cui le sante pietre sono murate proviene dalla Palestina dell’epoca di Gesù. Come può questo dato essere compatibile con una ricostruzione successiva al trasporto su nave? E come è possibile che, a seguito di tanti spostamenti e di molteplici riedificazioni, non si sia minimamente alterata la perfetta geometria della Santa Casa, che combacia perfettamente con le dimensioni delle fondamenta rimaste a Nazareth?
Recentemente inoltre è stata dimostrata la falsità storica del Chartularium culisanense, documento spesso citato perché proverebbe il trasporto umano delle pietre della dimora nazaretana per mezzo della famiglia Angeli o De Angelis (da cui poi sarebbe sorta la “leggenda” degli angeli…). Il testo in questione però risalirebbe al 1294, tre anni dopo il primo miracoloso trasporto della Santa Casa a Tersatto. E poiché è attestato che nel 1294 questa non era più a Nazareth ma in Dalmazia, la famiglia Angeli non avrebbe potuto portar via nulla direttamente dalla Palestina, come invece si è detto. Inoltre, vi si parla dell’asporto di alcune pietre e non delle tre pareti integre, come sempre si è detto e si è inteso.
Quindi quella del trasporto umano della Santa Casa è una mera ipotesi, senza alcuna prova, che produce solo l’effetto di minare la fede dei semplici, contraddicendo peraltro non solo secoli di studi e dimostrazioni, ma anche secoli di pronunciamenti pontifici e testimonianze di santi.
Ancora una volta, la tradizione della Chiesa è molto più affidabile e “scientifica” della presunta modernità dei progressisti cattolici.