"Il Papa la pensa come noi"
Parola di marxista
In dichiarazioni riprodotte da Radio Mitre, di Buenos Aires (20-01-2020), l’ex presidente del Brasile Luiz Inácio “Lula” da Silva ha avuto parole di affetto e di vicinanza nei confronti di Papa Francesco. “Ho un profondo rispetto per il Papa. Sono felice che abbiamo un Papa così progressista. Lui è tutto ciò che noi desideriamo da un pontefice. La pensa come noi”, ha dichiarato entusiasta il leader del Partito dei Lavoratori (PT).
I rapporti fra Francesco e Lula sono sempre stati molto stretti. Qualche mese fa, per celebrare la sua uscita dal carcere, il Papa gli scrisse una calorosa lettera indirizzata “Al caro Luiz Inácio”: “Il bene vincerà sul male, la verità sulla menzogna. (…) Voglio manifestarti tutta la mia prossimità spirituale. Coraggio e avanti. (…) Che Gesù ti benedica e la Santa Vergine ti protegga. Prometto le mie preghiere e chiedo le tue”.
Chi è Lula e chi sono questi “noi” che la penserebbero come Francesco?
Lula è stato il fondatore, e per lunghi anni il Segretario generale, del Partito dei Lavoratori (PT), un partito di stampo marxista. “È stato il PT a conferire coscienza di classe al proletariato brasiliano, organizzandolo a livello nazionale”, commenta la rivista intellettuale Esquerda Marxista, organo della Corrente Marxista Internazionale. Secondo la rivista, “era assolutamente essenziale [per la rivoluzione comunista in Brasile] che i marxisti si organizzassero per permettere che si concretizzasse la costruzione di un partito proprio dei proletari”. Il ruolo del PT è stato questo. Secondo l’organo intellettuale dei marxisti brasiliani, “qualsiasi tentativo di costruzione di un partito marxista in Brasile va fatto dentro e attraverso il PT” (Serge Goulart, “Sobre a origem e o desenvolvimento do PT, Esquerda Marxista, 3-07-2012. Goulart è membro del Direttorio nazionale del PT, e leader della corrente Sinistra marxista al suo interno).
Non sorprende quindi che, sin dall’inizio, Lula abbia sintetizzato il suo programma in una frase: “Vogliamo fare del Brasile una seconda Cuba”. Non sorprende nemmeno che, impossibilitato di vincere le elezioni da solo, il Partito comunista brasiliano (Pcb) abbia appoggiato Lula in varie elezioni. Quest’ultimo, a sua volta, ha poi ripagato il favore imbarcando nel suo governo vari rappresentanti del Pcb, e anche del Pc do B (di stampo trotzkista), per la prima volta nella storia del Brasile.
Questa simpatia da compagno si estende ai comunisti italiani. In occasione della sua liberazione, l’organo del Partito comunista italiano, Cantiere aperto, pubblicò un ditirambico articolo di copertina (Redazione PCI, “Lula è libero”, 8-09-2019). L’articolo, con aggiunta di commenti laudatori, è stato poi riprodotto e diffuso dalla pagina Facebook di Rifondazione Comunista. “Si tratta certamente di una grande e storica vittoria della sinistra – esultava Rifondazione Comunista – la liberazione di Lula rafforza la lotta popolare contro il fascismo” (“Lula è libero. La lotta continua!”, Rifondazione Comunista, 9-11-2019).
Dal 16 al 18 aprile 2019, i rappresentanti di undici Partiti comunisti latinoamericani riuniti a Lima, Perù, tracciavano le vie della rivoluzione comunista in quel continente. A conclusione dei lavori approvarono un documento di solidarietà a Lula. Leggiamo, tra l’altro: “I partiti riuniti nell’Incontro dei Partiti Comunisti Latinoamericani esprimono la loro solidarietà internazionalista al compagno Luiz Inácio Lula da Silva (…) Portiamo la nostra solidarietà internazionalista al Partito dei Lavoratori” (Marx XI, 19-04-2019).
Il dittatore comunista Fidel Castro apprezzava talmente Lula che gli dedicò un libro – “Lula: Reflexiones del Comandante en Jefe” (Havana, 2008) – in cui lo chiamava capo della rivoluzione in America latina. A sua volta, Lula riteneva Fidel Castro “il più grande latinoamericano”.
Che la sinistra comunista, compresi il Pci e Rifondazione, appoggino Luis Inácio Lula da Silva, non deve sorprendere: lui è uno di loro, un “compagno”. Ciò che sorprende e rattrista, invece, è che Papa Francesco faccia altrettanto. (Julio Loredo)