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In memoria di Giovanni Cantoni

Lo scorso 18 gennaio è venuto a mancare, nella sua Piacenza natia, Giovanni Cantoni, fondatore e per molti anni Reggente nazionale di Alleanza Cattolica. Ne abbiamo già dato notizia sulle nostre pagine web, unendoci così all’ampio coro di voci che ha pianto la scomparsa del pensatore e leader cattolico.

Egli è stato un amico della TFP, anzi un “valente amico”, come ebbe a dire certa volta Plinio Corrêa de Oliveira. Già nel lontano 1964 Cantoni aveva scritto un articolo sul Secolo d’Italia in occasione della prima edizione italiana del libro «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione». Nel 1972 si recò a San Paolo del Brasile per conoscere di persona colui che già allora considerava un maestro, appunto il prof. Plinio Corrêa de Oliveira, fondatore della TFP brasiliana. È poi tornato in Brasile in altre occasioni per rafforzare i rapporti.

Con quella serietà e profondità che lo caratterizzavano, Giovanni Cantoni studiò la lingua portoghese per leggere nell’originale, salvo poi tradurla all’italiano, l’opera intellettuale di Plinio Corrêa de Oliveira. In particolare, egli tradusse e diffuse ampiamente in Italia il suo capolavoro «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione», vera spina dorsale del pensiero contro-rivoluzionario moderno. La prima edizione di Alleanza Cattolica uscì nel 1972, corredata da un saggio introduttivo dello stesso Cantoni poi divenuto un classico: “L’Italia tra Rivoluzione e Contro-Rivoluzione”.

Nel 1976, in seguito a una sua specifica richiesta, Plinio Corrêa de Oliveira aggiunse una terza parte al suo libro, aggiornando il panorama della lotta fra la Rivoluzione e la Contro-Rivoluzione. Fu proprio in questo addendo che il pensatore brasiliano tratteggiò la tappa successiva al comunismo: la quarta Rivoluzione, quella culturale. Anni dopo, nel 2009, Cantoni ne curò l’edizione del cinquantenario, corredata da testi integrativi di Plinio Corrêa de Oliveira. Essa fu oggetto di importanti convegni nelle principali città italiane, nei quali l’intellettuale piacentino fu relatore.

Giovanni Cantoni definiva «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione» un “libro da fare”, cioè non un testo da studiare ma un manuale per l’azione concreta. Ed ecco il suo aspetto militante. Per lui, lo studio era propedeutico alla militanza. Egli, infatti, spese la sua vita alla guida del movimento da lui creato nel 1972, insieme alla rivista Cristianità, che diresse fino alla fine. Abbeverandosi a «Rivoluzione e Contro-Rivoluzione», si sono formate successive generazioni di cattolici italiani.

Giovanni Cantoni si manifestava grato a Plinio Corrêa de Oliveira per aver riportato in Europa lo spirito di crociata per la restaurazione della civiltà cristiana, in ciò che egli chiamava il “quinto viaggio di Colombo”. Nel pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira, scrive Cantoni, “ho creduto d’identificare una risposta utile ai miei personali problemi politico-religiosi e a quelli del mondo politico-culturale in cui vivevo: quindi uno strumento per far chiarezza. (...) E mi ha colpito soprattutto il fatto che permettesse di andare oltre la comprensione politica del passato e che, cogliendo aspetti esistenziali del processo rivoluzionario, ponesse nella seconda parte le premesse per un’opera di Restaurazione”. Con la sua scomparsa, l’Italia perde un valoroso riferimento intellettuale e organizzativo. Requiescat in pace.