America Latina: due batoste per la sinistra
La “marea rossa”, che rischiava di inghiottire l’America Latina, sta arretrando.
Dopo la notevole reazione anticomunista in Perù nel 2022, che è riuscita a sconfiggere una rivoluzione in atto, ecco due brutte batoste per la sinistra, arrivate a distanza di pochi giorni: le elezioni presidenziali in Paraguay e quelle per l’Assemblea costituente in Cile.
Il 30 aprile si è votato in Paraguay per le presidenziali. Il noto giornale francese Le Monde parlava di “élection très importante”. Ci si aspettava, infatti, un ribaltone che spezzasse l’egemonia del centro-destra. L’elezione era così importante che pezzi da novanta del globalismo sinistrorso – come il presidente del Foro Economico Mondiale, Klaus Schwab, e l’ambasciatore degli Stati Uniti in Paraguay, Marc Otsfield – si erano sbilanciati favorendo le candidature della sinistra, in una scandalosa ingerenza negli affari interni del Paese.
Contraddicendo gli auspici della sinistra, ha stravinto il candidato Santiago Peña, del partito Associazione Nazionale Repubblicana, detto Partido Colorado, di orientamento conservatore e anticomunista. Egli ha ottenuto più del doppio dei voti del secondo piazzato (le elezioni sono a turno unico). Peña difende il modello di un Paraguay conservatore. “Siamo una società conservatrice, lo spirito conservatore è profondamente radicato in noi, rendendoci cauti di fronte ai grandi cambiamenti della società”, ha dichiarato.
La ferita non si era ancora rimarginata quando la sinistra latinoamericana ha dovuto incassare un altro colpo, forse anche più duro: la netta vittoria della destra in Cile.
Dopo la sconfitta nel plebiscito del settembre 2022, il presidente Gabriel Boric aveva convocato elezioni per scegliere un’Assemblea costituente composta da cinquantuno consiglieri per redigere un nuovo progetto di Costituzione che, ci si aspettava, avrebbe consacrato la fine del Cile uscito dal periodo di Pinochet. Il risultato fu tutt’altro: la destra e il centro-destra hanno stravinto, eleggendo ben trentatré consiglieri. La sinistra non ha nemmeno i numeri per opporre il veto.
Il grande vincitore è José Antonio Kast, leader del Partido Republicano, che i media si ostinano nel definire di “estrema destra”. Egli ha ottenuto il 35% dei suffragi. La destra tradizionale, riunita nel partito Chile Seguro, ha ricevuto il 21% dei voti. La lista Todo por Chile, che raggruppava la sinistra, si è fermata al 9%.
“L’estrema destra si converte nella prima forza politica del Paese. Terremoto nella politica cilena”, titolava con amarezza il quotidiano spagnolo El País (1). Ci sono terremoti che provocano maree, i temuti tsunami. Altri terremoti, invece, le possono estinguere se provocano onde in senso contrario. Sembra che sia questo il caso del Cile.
1. “Giro en Chile: Boric retrocede y la extrema derecha se convierte en la primera fuerza política”, El País, 8 maggio 2023.