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Editoriale

 

1943-2023: ottant’anni del primo grido di allarme

 

Nel trattare la crisi nella Chiesa si suole indicare come punto di partenza il Concilio Vaticano II, tanto che a volte si parla di “crisi post-conciliare”. D’altra parte, nel trattare il sorgere dei settori “tradizionalisti”, si usa fissare come punto di nascita, o comunque di consolidazione, le reazioni contro il Novus Ordo Missae nei primi anni Settanta.

Ambedue le tesi non sono del tutto esatte.

Chi studia la “crisi post-conciliare” non può non vedervi un risorgimento dell’eresia modernista dei primi anni del Novecento, attraverso la cosiddetta Nouvelle Théologie. D’altronde, anche le reazioni contro la crisi hanno una storia assai più lunga. La prima voce di allarme fu, infatti, il libro «In difesa dell’Azione Cattolica» di Plinio Corrêa de Oliveira, pubblicato nel giugno 1943.

Leader delle Congregazioni Mariane, presidente dell’Azione Cattolica in Brasile, Plinio Corrêa de Oliveira percepì che serpeggiava all’interno della Chiesa una “corrente”, cioè un processo, che andava radicalizzandosi: “Siamo alla presenza di un’idea in marcia, o meglio, di una corrente di uomini in marcia al seguito di un’idea, in cui vanno radicandosi sempre di più, intossicati ogni volta di più dal suo spirito”. Figlia del Modernismo in campo teologico e liturgico, e del socialismo in campo sociale e politico, questa corrente si nutriva anche del clima di lassismo morale che si era diffuso nel mondo dopo la prima Guerra mondiale.

Nel libro, Plinio Corrêa de Oliveira analizza questa corrente sia nei suoi aspetti dottrinali sia in quelli concreti, cioè il modo in cui, fattivamente, la crisi era vissuta nelle fila del laicato cattolico. Era come una nuova “chiesa” infiltrata nella Chiesa Cattolica, soppiantandola e soffocandola. Egli ammonì che, nel caso in cui non si fosse fermata questa corrente, essa avrebbe finito per portare la Sposa di Cristo verso indirizzi diametralmente opposti alla sua vera natura: “Avevo capito che il male veniva disseminato da una folta schiera di proseliti con arte sopraffina e facondia. Bisognava assolutamente lanciare un grido di allarme che svegliasse il mondo cattolico!”.

Per il lettore odierno, questo libro può dare la sensazione di un déjà vu. Infatti, molti degli errori allora denunciati da Plinio Corrêa de Oliveira sono oggi ripresentati dal cosiddetto “Cammino sinodale”, a volte perfino con le stesse formulazioni. A tal punto che non si può sfuggire dall’impressione che si tratti di un libro davvero “profetico”.

Un libro “profetico” che non solo ha avuto il merito di denunciare la crisi sul nascere, ma anche di convocare alla reazione. «In difesa dell’Azione Cattolica» non è solo un libro “da leggere”, ma anche “da fare”.

Forse non è una coincidenza che, nella loro recente Assemblea generale, i vescovi brasiliani – massicciamente schierati con la Teologia della liberazione – si siano mostrati altamente preoccupati, anzi “impauriti”, per il dilagare della reazione tradizionalista in Brasile, soprattutto fra il clero più giovane e i seminaristi. Una reazione che loro attribuis- cono, in buona parte, all’esempio di vita e agli scritti di Plinio Corrêa de Oliveira.

Tutto ciò ci deve dare serenità e coraggio. Serenità per affrontare la crisi nella Chiesa senza lasciarci inghiottire dalle false soluzioni. E coraggio per lottare sempre di più contro i nemici della Chiesa, sia esterni che interni.

Siamo ancora nel mese del Sacro Cuore di Gesù, che promise a Santa Margherita Maria Alacocque: “Io regnerò nonostante i miei nemici. Il mio Cuore Divino regnerà, nonostante tutti coloro che vorranno opporglisi. Satana finirà umiliato con tutti i suoi seguaci!”.