Il futuro della Contro-Rivoluzione
di Paul Wladimir Herzog von Oldenburg
Parole di chiusura dell'Università estiva delle TFP, Kleinheubach, agosto 2008
Perché siamo venuti a Kleinheubach? Perché ci siamo detti: “Attualità della Contro-Rivoluzione”, ecco che questo tema mi interessa, vorrei saperne di più? Quali erano le nostre attese quando siamo arrivati qui domenica scorsa? Credo di poter dire che siamo venuti all’Università estiva delle TFP spinti da un profondo sentimento di inquietudine.
Noi tutti abbiamo davanti ai nostri occhi gli sviluppi nella Chiesa e nella società. Accompagniamo con attenzione la situazione politica dei nostri rispettivi Paesi, analizzandola alla luce dei valori e dei principi che la Chiesa ci insegna, e che non sono negoziabili. E a quale conclusione arriviamo? Che da molto tempo questi valori e questi principi vengono sistematicamente demoliti, rimpiazzati da quella “cultura della morte” denunciata da Giovanni Paolo II.
Se confrontiamo la situazione odierna dei nostri Paesi con la loro storia, non possiamo non concludere che è in atto un processo di distruzione delle nostre tradizioni e della nostra cultura, che giunge alla rovina dell’uomo stesso. L’uomo contemporaneo non solo si sta scristianizzando, ma sta perdendo perfino la sua personalità, la sua identità, diventando sempre più massificato. La famiglia, elemento fondante della società, viene colpita a morte. Si perde il senso della maternità. La donna viene degradata. Abbiamo per modelli artisti che non nascondono la loro omosessualità e uomini politici più volte divorziati.
Il dissidente russo Vladimir Bukovsky ha denunciato che la Comunità Europea sta prendendo una piega sempre più dittatoriale, assomigliando all’Unione Sovietica. Nella nuova Europa che stiamo costruendo vengono volentieri accolti l’aborto e il “matrimonio gay”, mentre si rigettano le nostre radici cristiane e si estromette Dio dal preambolo della costituzione.
Ma più di un analista comincia a notare che questo processo di distruzione sta covando un profondo malessere. Sempre più persone sentono che stiamo avanzando nella direzione sbagliata. Cresce in molti un profondo sentimento di disagio, che spesso si traduce in quella che sta diventando la malattia del secolo: la depressione. E comincia a insinuarsi la sensazione, non sempre esplicita, che la nostra civiltà stia scivolando verso il baratro.
È contro questo quadro di decadenza e di depressione che si staglia la Contro-Rivoluzione, come alternativa valida e portatrice di speranza. Che cosa è dunque la Contro-Rivoluzione?
Si tratta della restaurazione della cultura e della civiltà cristiana. Plinio Corrêa de Oliveira è vissuto nella speranza di questa restaurazione. Egli è vissuto nella consapevolezza che stiamo vivendo un’epoca di intervallo fra la civiltà cristiana che fu e la civiltà cristiana che verrà. E questo nessuno glielo ha insegnato. Lui non ha avuto un maestro, come noi che invece abbiamo lui.
In questa settimana abbiamo considerato la crisi che affligge la società nel suo complesso. Abbiamo imparato a considerarla secondo le categorie spiegate da Plinio Corrêa de Oliveira nel libro Rivoluzione e Contro-Rivoluzione. Questa settimana è stata per noi un’occasione per approfondire gli insegnamenti del nostro Fondatore, per contemplare il suo amore per la Chiesa e per la Tradizione. Abbiamo sentito la parola dei Papi, da Leone XIII a Benedetto XVI, che parlano della crisi moderna e delle sue soluzioni.
Ma non basta vedere e giudicare, bisogna anche agire. E questa azione dipende da una decisione che ognuno di voi dovrà prendere nel suo intimo. Nessuno ve la può imporre. Già da domani, sulla via del ritorno ai vostri Paesi, vi troverete a dover confrontare questa crisi in prima persona. Spero che questa settimana di calma riflessione, con l’aiuto di Dio e della Madonna, vi abbia aiutato a prendere la decisione giusta: quella di lottare contro la Rivoluzione con tutte le vostre forze fino alla vittoria finale!
Perché dico questo così apertamente? In questi giorni siamo stati convocati per una crociata. Abbiamo sentito l’appello della Contro-Rivoluzione, un appello non rivolto da noi, miseri strumenti, ma dalla propria Madre di Dio, Mediatrice di tutte le grazie. Io non vorrei che questo appello cadesse in orecchie sorde. Non vorrei che lo schiamazzo del mondo rivoluzionario copra l’argentea voce di questo materno appello.
Io ho sentito questo appello quando sono rientrato nella Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Questo fu per me un grande passo e rimane sempre una sfida. Io ho sentito questo appello quando ho letto l’ultimo libro del dott. Plinio, Nobiltà ed élites tradizionali analoghe. Era chiaro che la mia vita non poteva continuare come prima. Con la grazia di Dio questo libro ha suscitato in me qualcosa che io desideravo nel profondo del mio cuore. Ecco perché io sono venuto a Kleinheubach.
Non siamo venuti per considerare in astratto la crisi dei giorni nostri né per discutere su come è bella la Tradizione. Siamo venuti per dare un taglio decisivo alla nostra propria vita. Siamo venuti per dire alla Madonna che abbiamo ascoltato il suo appello e che, quindi, da oggi in poi la Contro-Rivoluzione si identificherà con la nostra vita.
Siamo in buona compagnia poiché prima di noi il dott. Plinio ha già preso questa decisione indicandoci la strada. Siamo in buona compagnia, soprattutto, perché abbiamo Maria come Regina.
Noi ci siamo consacrati a Maria come schiavi d’amore secondo il metodo di S. Luigi Grignon da Montfort. Questo vuol dire che non apparteniamo più a noi stessi, ma che siamo figli di questa Regina descritta nelle Sacre Scritture come “terribile come un esercito schierato a battaglia”. A Lei ci rivolgiamo dicendo: “Signora e Regina, fai che con l’aiuto della tua grazia diventiamo lottatori sempre più efficaci contro la Rivoluzione!”.