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Centenario di Plinio Corrêa de Oliveira

 

La Rivoluzione Culturale

 

[A Napoli il convegno in occasione del centenario del prof. Plinio Corrêa de Oliveira si è tenuto presso l’Hotel Excelsior, di fronte al porticciolo di Santa Lucia. L’evento è stato ripreso dal TG3 regionale.]

 

Nella serie dei convegni in occasione del centenario del prof. Plinio Corrêa de Oliveira non poteva mancare Napoli, dove l’incontro si è tenuto presso l’Hotel Excelsior, davanti al porticciolo di Santa Lucia.


In apertura Julio Loredo, della TFP italiana, ha ricordato come Napoli stesse molto a cuore al prof. Plinio Corrêa de Oliveira. Cavaliere dell’Ordine Costantiniano di S. Giorgio, facente capo alla Real Casa di Borbone delle Due Sicilie, egli sempre aveva dimostrato una stima speciale per il capoluogo partenopeo. Ampiamente ricambiato, visto che fu proprio a Napoli, nel 1962, che hanno visto la luce le prime traduzioni in italiano delle sue opere, curate dal compianto leader tradizionalista Silvio Vitale.

A nome del Presidente del Consiglio Regionale della Campania, l’on. Pietro Diodato (AN) ha letto una lettera di adesione al convegno: “Mi complimento per l’iniziativa che rappresenta una preziosa occasione per preservare la memoria per l’impegno culturale e religioso di un uomo che ha lasciato un segno indelebile con l'esempio di una vita spesa con la coerenza e la vitalità del suo pensiero e con la sua incrollabile fede”.


Rivoluzione e Contro-Rivoluzione


Il prof. Giovanni Turco, presidente della sezione di Napoli della Società Internazionale Tommaso d’Aquino, ha svolto una dotta dissertazione sull’essenza liberale della mentalità rivoluzionaria. È proprio questo liberalismo che oggi sta non solo alla base di quel relativismo più volte denunciato da Benedetto XVI, ma anche dell’atteggiamento dialogante e cedevole nei confronti della Rivoluzione da parte di non pochi che dovrebbero, invece, opporvi una ferma reazione.


“Celebriamo oggi il centenario di un autore di molto rilievo — ha esordito il prof. Turco — dal punto di vista intellettuale, dal punto di vista spirituale, dal punto di vista ascetico, dal punto di vista dell’apostolato civico-culturale e politico-sociale. Questo convegno a cento anni dalla sua nascita è allo stesso tempo testimonianza e trasmissione. Testimonianza di un legato, di un’eredità intellettuale, morale e spirituale, e allo stesso tempo trasmissione viva, palpitante, convinta, di quello che Plinio Corrêa de Oliveira ha scritto e ha insegnato”.


“Il legato di Plinio Corrêa de Oliveira — ha continuato — consiste in una diagnosi e una terapia. La diagnosi è quella della crisi contemporanea ed ha un filo conduttore. Riprendendo un insegnamento risalente nel tempo, ma sempre vivo e nuovo, egli dava un nome a questa crisi: Rivoluzione. Ma poi c’è l’aspetto terapeutico di questo pensiero. Qual è la strada autentica per superare la crisi? Anche qui, Plinio Corrêa de Oliveira indica questa terapia con un termine prezioso che merita di essere rimeditato: Contro-Rivoluzione”.


Il prof. Turco ha poi sviluppato la sua tesi in tre punti: la Rivoluzione come unità processuale e l’essenza della Rivo-luzione, ossia lo spirito della modernità; la Contro-Rivoluzione come pedagogia della valutazione; le ragioni dell’attualità del messaggio di Plinio Corrêa de Oliveira. Questa attualità, ha spiegato, è la capacità del suo pensiero di “affrontare e di superare la tentazione neo-lamennesiana”, ovvero quella della mentalità liberale rappresentata, appunto, dal fondatore di questa corrente, Felicité de Lamennais.


Il dottor Plinio è stato un cattolico della linea di Gregorio XVI, il Papa della prima condanna al liberalismo, simbolo della resistenza della Chiesa ad una modernità che si proclamava figlia della Rivoluzione francese e del liberalismo. Una linea poi continuata dal beato Pio IX, il Papa dell’infallibilità, dell’Immacolata Concezione, del Concilio Vaticano I. Una linea che Plinio Corrêa de Oliveira ha continuato nella lotta contro le forme più recenti della Rivoluzione.


Rivoluzione Culturale

Il dott. Giovanni Formicola ha scelto di trattare il tema della rivoluzione culturale nel pensiero di Plinio Corrêa de Oliveira.


“Il primo punto che vorrei trattare — ha esordito — riguarda la sottolineatura dell’attenzioneforse il contributo dottrinale (e operativo) più originale del pensatore e uomo d’azione brasiliano – ch’egli non ha mai mancato di dedicare al  tema delle ‘tendenze’, cioè gl’impulsi e le manifestazioni primarie dell’uomo che formano la sua cultura elementare”.


“Il professor Plinio presto capisce l’importanza di ambienti, abiti, buon gusto, buone maniere per l’Azione Cattolica, ma potremmo dire anche per un’azione cattolica, per ogni azione cattolica nella società. E non abbandona mai l’argomento. Prima, curando una rubrica sul periodico Catolicismo, intitolata Ambientes, costumes, civilizações, in cui mostra l’influsso delle tendenze, dell’ambiente, dell’arte e del gusto nella formazione della mentalità e della cultura”.


“E così evidenzia, come egli stesso avrebbe detto nel suo Autoritratto filosofico, che ‘la vita di tutti i giorni, nei suoi momenti straordinari o correnti, è suscettibile di essere penetrata dai più elevati principi della filosofia e della religione’. Poi, nella sua opera magistrale, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, attribuendo alle tendenze un ruolo primario nella dinamica della Rivoluzione”.


“Ed in effetti, prima, ma anche dopo, le grandi teorizzazioni e i grandi episodi rivoluzionari, ci sono le tendenze profonde dell’uomo, in cui la Rivoluzione anti-cristiana trova la propria scaturigine e nelle quali ‘deposita’ i propri effetti. Tanto che, secondo il professor Plinio, ‘un processo contro-rivoluzionario non potrà che muovere da una riforma dei gusti, dell’educazione, dell’arte, degli ambienti e della cultura’”.


“Il secondo spunto — ha continuato il dott. Formicola —riguarda l’anticomunismo della TFP, giudicato dopo la morte del prof. Plinio ‘anacronistico’ in certi ambienti. (...) Però, proprio qualche giorno fa hanno denunciato i presuli dell’Europa centro-orientale riuniti a Zagabria:


“Abbiamo l’impressione che il sistema [comunista] abbia smesso di funzionare nelle forme precedenti, ma abbia vissuto una trasformazione presentandosi come suolo avvelenato. La sua struttura è rimasta presente nella legislazione e nel potere giudiziario, nell’economia e nella cultura”.


“In questa prospettiva il silenzio sul comunismo è silenzio sulla sua sopravvivenza culturale, e quindi esso sì sarebbe anacronistico”.


Il dott. Formicola ha concluso con un’analisi della Rivoluzione culturale oggi in corso:


“Uno degli aspetti dominanti della moderna Rivoluzione culturale, che il prof. Plinio individuò in statu nascenti come IV Rivoluzione, dopo quella protestante, quella detta francese e quella comunista, di cui è precisamente esito e compimento. Anzi si può dire che tutto il processo rivoluzionario è gestazione della Rivoluzione culturale, che socializza e istituzionalizza le condotte più immorali e il degrado totale dell'idea stessa di uomo”.


L’ultimo relatore, il dott. Massimo Introvigne, ha svolto una esposizione, necessariamente sintetica, del suo ultimo libro, «Una battaglia nella notte, Plinio Corrêa de Oliveira e la crisi nella Chiesa nel secolo XX», della quale offriamo ampi stralci nelle  pagine seguenti.