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Weihnachtsmarkt

 

di Georg Stillermauer

 

In Germania li chiamano Weihnachtsmärkte, Mercati di Natale, in Baviera, Austria e Tirolo Christkindlmärkte, Mercati del Bambino Gesù. In Italia li abbiamo battezzati Mercatini di Natale. Ormai si realizzano in quasi tutto il mondo, dalla Romania agli Stati Uniti. Nessuno, però, dubita delle loro origini tedesche.

Volle la Divina Provvidenza che nel mondo teutonico il Natale acquisisse alcuni connotati archetipici, ovvero usi e tradizioni poi diventati universali. Dall’albero di Natale – trasposizione moderna del culto del Tannenbaum, ossia dell’abete, l’unico albero a non perdere le foglie d’inverno, e quindi simbolo di Cristo che non ci abbandona mai – allo Stille Nacht, composto nel 1818 a Mariapfarr, presso Salisburgo, e poi diventato il canto natalizio per eccellenza nel mondo intero, tradotto in italiano come Astro del Ciel.

Tra le tradizioni natalizie germaniche ormai diffuse in quasi tutto il mondo vi sono, appunto, i Mercatini di Natale. In Italia, oltre che nell’Alto Adige, troviamo mercatini in quasi tutto l’arco alpino, da Verona a Brescia, Bergamo, Milano... Si tratta di mercati all’aria aperta, generalmente nelle piazze del centro cittadino, dove si vende ogni sorta di oggetti legati al Natale: dalle statuine per i presepi ai regalini per i bambini fino agli addobbi per gli alberi.

Il mercatino nostrano più rinomato è, forse, quello di Merano, che inizia con l’Avvento il 26 di novembre e si chiude a Capodanno. Al centro del mercatino – non poteva essere diversamente – la Weihnachtskrippe, ovvero il presepe, che naturalmente ritrae la Sacra Famiglia in un ambiente alpino. Attorno al presepe e sulle bancarelle, le Zwetschgenmännle, figurine fatte con le prugne secche e vestite come personaggi del luogo: il parroco, il sindaco e via dicendo, nonché i Nussknacker, fatti invece con noci intagliate.

Trattandosi del mondo germanico, l’aspetto culinario è basilare. Gli ambulanti delle bancarelle servono ogni tipo di salsiccia – Bratwurst, Weisswirst, Brühwurst, Blutwurst – accompagnata da patate, pane nero e senape, fino all’infinita varietà di dolci: Lebkuchen e Magenbrot, ovvero biscotti allo zenzero, Christstollen, una sorta di panettone alla mandorla, senza dimenticare le onnipresenti gebrannte Mandeln (mandorle tostate). Il tutto innaffiato con le bevande del periodo: Glühwein, Apfelwien, Eierpunsch, o semplicemente birra.

Non a caso, una frase ricorrente in questi giorni è “Hier riecht es nach Weihnachten!” (Qui profuma come il Natale!).

L’aspetto più importante, però, è il convivio tra le persone, il Zusammengefühl, ovvero il sentirsi insieme, tutti figli dello stesso Dio che sta per nascere, lodandoLo e cantando con gli angeli, questa volta in latino: “Gloria in excelsis Deo e in terra pax hominibus bonae voluntatis!”.