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Le strade tedesche in preda all’anarchia

di Soeren Kern,
Gateston Institute

 

Lo stupro di una bambina di dieci anni avvenuto a Lipsia torna ad accendere i riflettori sul crescente livello di crimini violenti perpetrati dai migranti in città e paesi di tutta la Germania, e su cosa sono capaci di fare le autorità e i media tedeschi per censurare le informazioni riguardanti gli autori di questi reati.

La bambina si stava recando a scuola in bicicletta, quando un uomo le ha teso un agguato, l’ha gettata a terra e violentata. La polizia di Lipsia si è apertamente rifiutata di dire se l’indagato è un migrante, ma ha implicitamente ammesso che lo sia. Ha pubblicato un identikit del sospettato accompagnato dal monito politicamente corretto:

“Questa immagine deve essere pubblicata solo dai giornali dell’area metropolitana di Lipsia. La pubblicazione di questa immagine su Internet, e anche sui social media come Facebook, non è stata disposta dal tribunale, pertanto, è vietata”.

Il tentativo di censurare le informazioni sulla violenza sessuale, visto che alle autorità tedesche sta più a cuore tutelare l’identità dello stupratore anziché la salute della vittima e di altre ragazze che potrebbero essere aggredite, è pressoché senza precedenti in Germania.

I crimini violenti – che comprendono stupri, aggressioni fisiche e sessuali, accoltellamenti, effrazioni, rapine, furti e traffico di droga – sono aumentati vertiginosamente da quando Angela Merkel ha permesso a più di un milione di migranti, per lo più maschi, provenienti dall’Africa, Asia e dal Medio Oriente di entrare nel paese. Secondo un rapporto confidenziale della polizia che è trapelato, nel 2015 i migranti hanno commesso 208.344 reati. Tale cifra rappresenta un aumento dell’80 per cento rispetto al 2014 e corrisponde a circa 570 crimini perpetrati quotidianamente dai migranti, ossia 23 reati ogni ora, solo nel 2015.

Il numero effettivo dei reati commessi dai migranti è però molto più elevato, perché il report stilato dall’Ufficio federale della polizia criminale (Bundeskriminalamt, BKA), include solo crimini che sono stati scoperti. Secondo le statistiche della polizia, di tutti i reati commessi nel paese, in media vengono individuati gli autori di circa la metà di essi. Questo comporta che l’attuale cifra dei reati perpetrati dai migranti nel 2015 può superare i 400.000.

Secondo un altro rapporto del BKA, durante i primi sei mesi del 2016, i migranti hanno commesso 142.500 crimini. Il che equivale a 780 crimini perpetrati ogni giorno dai migranti, ossia 32,5 reati commessi ogni ora, un aumento di quasi il 40 per cento rispetto al 2015. Anche in questo caso, i dati includono solo quei reati in cui un sospettato è stato acciuffato.

La maggior parte di questi crimini è stata minimizzata dalle autorità tedesche, a quanto pare per evitare di alimentare sentimenti anti-immigrazione. Quasi sempre si parla di casi isolati (Einzelfälle).

La crescente sensazione che il paese sia in preda all’anarchia è comprovata da un sondaggio del 24 ottobre condotto da YouGov, che ha rilevato che il 68 per cento dei tedeschi crede che la sicurezza nel paese si sia deteriorata nel corso degli ultimi anni. Quasi il 70 per cento degli intervistati ha detto di temere per la propria vita nelle stazioni ferroviarie e nelle metropolitane tedesche, mentre il 63 per cento si sente in pericolo nei grandi eventi pubblici.

Ormai, in molte zone del paese, la polizia locale ammette di avere poche risorse e di non essere in grado di mantenere la legge e l’ordine.

La polizia di Amburgo dice di non riuscire a fronteggiare l’aumento dei crimini commessi dai giovani nordafricani. Thomas Jungfer, vicedirettore del Sindacato tedesco di polizia (DPoIG) locale, avverte che la città non dispone di un numero sufficiente di poliziotti per mantenere la legge e l’ordine: “L’insoddisfazione tra i nostri colleghi è crescente”.

Nella vicina Brema la polizia ha rinunciato a lottare contro la criminalità organizzata gestita da clan dei Balcani e del Kurdistan a causa delle esigue risorse di personale. Rainer Wendt, capo del Sindacato di polizia ha criticato i funzionari comunali per la mancanza di determinazione: “Brema si è arresa ai clan estremamente pericolosi. La sicurezza continua a naufragare”.

A Berlino, i clan criminali dei migranti operano impunemente. Un negoziante ha detto: “In passato, i bambini potevano correre liberamente qui. Nessuno si curava di prestare attenzione alla borsa o allo zaino. Oggi, tutto questo non è più possibile”. Un agente di vigilanza privata ha detto: “Il traffico di droga avviene sotto i nostri occhi. Se interveniamo, veniamo minacciati, insultati o ci sputano addosso. A volte, qualcuno tira fuori un coltello. Sono spietati, senza paura e non si fanno problemi a rubare, prendendo di mira anche gli anziani”.

Nel Reno-Ruhr, la più grande regione metropolitana della Germania, le statistiche della polizia mostrano che gli algerini hanno commesso più di 130.000 crimini nel 2015, più del doppio rispetto al 2014. I marocchini ne hanno perpetrati 14.700 e i tunisini più di 2.000.

Nel Nord Reno-Westfalia un rapporto del ministero dell’Interno ha rivelato che i marocchini hanno commesso 6.028 reati nel 2015; gli algerini 4.995 e i tunisini 1.084. Si tratta di un aumento significativo rispetto agli anni precedenti.

A Düsseldorf, i migranti commettono un reato ogni 3,5 ore. Un ispettore di polizia ha detto: “Il gruppo nel suo insieme è irrispettoso e assolutamente senza vergogna”.

A Stoccarda, la polizia sta combattendo una battaglia persa contro le bande di migranti nordafricani che sono dedite al borseggio. Giovani rom e kosovari saltano la scuola per andare a fare quotidianamente sistematiche incursioni nelle auto, razziando telefoni cellulari e altri oggetti di valore. Entrano anche negli studi medici, nelle residenze per anziani, negli asili e nelle scuole per saccheggiare.

A Lipsia, il numero dei furti sui mezzi pubblici è aumentato in modo esponenziale attestandosi al 152 per cento tra il 2012 e il 2015. Sono aumentati anche i casi di aggressione fisiche e sessuali sui mezzi pubblici. Complessivamente, il numero di reati denunciati e commessi su bus e tram sono saliti di 111 per cento tra il 2012 e il 2015, e gli episodi di crimini perpetrati alle fermate degli autobus in quel periodo sono aumentati del 40 per cento.

A Dresda, i migranti provenienti da Algeria, Marocco e Tunisia hanno preso di fatto il controllo dell’iconica Wiener Platz, una grande piazza pubblica di fronte alla stazione ferroviaria centrale. Essi vendono droga e borseggiano i passanti, di solito impuniti. I raid della polizia nella piazza sono diventati un gioco “della talpa”.

In un libro che è diventato un best-seller, Tania Kambouri, un’agente della polizia tedesca, descrive il deterioramento della situazione della sicurezza in Germania a causa dei migranti che non hanno alcun rispetto per la legge e l’ordine. In un’intervista all’emittente Deutschlandfunk, ha dichiarato:

“Quando pattugliamo le strade, veniamo insultati dai giovani musulmani. Quando ci passano accanto fanno gestacci e lanciano insulti. Se istituiamo un posto di blocco, le aggressioni aumentano sempre più. (...) Stiamo perdendo il controllo delle strade”.


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