Parlano i giovani
Il giorno prima della March for Life si tiene una riunione dei movimenti pro-vita nel Renaissance Hotel, interamente prenotato per l’occasione. Ai vari workshops seguono conferenze di autorevoli relatori e proiezione di filmati. Il centro convegni dell’albergo è invece dedicato alla mostra dei gruppi partecipanti. E anche qui la presenza giovanile è predominante. Abbiamo intervistato alcuni giovani, facendogli una semplice domanda: Come ti chiami e perché sei pro-vita?
Andrew. Il mio nome è Andrew Costantino, e sono pro-vita perché ogni essere umano ha il diritto di vivere. Dio ci ha creato con un’anima immortale che possiede una dignità intrinseca che nessuno può violare. Ciò ci distingue dagli animali. Noi siamo una persona, creata da Dio a Sua immagine e somiglianza. E creati per vivere, non per morire. Nessuno ha il diritto di togliere qualcosa data da Dio. Una volta concepito il bimbo, nessuno ha il diritto di scegliere quale deve vivere e quale, invece, deve morire. È un diritto dato da Dio che nessuna persona, nessuna organizzazione, nessun governo, nessuna dittatura può togliere o coartare. Si tratta non di una scelta ma di un diritto inalienabile. La nostra associazione si chiama Faith Driven (Spinti dalla Fede), siamo cattolici e vogliamo creare un brand in cui ogni cattolico si possa indentificare. Spesso vediamo persone che giustificano la loro posizione per la vita con argomenti naturalistici o umanistici, magari veri ma non sufficienti. Noi fondiamo tutto sulla nostra Fede cattolica, totalmente cattolica, radicalmente cattolica.
Anna. Sono Anna, e sono pro-vita perché penso che ogni persona è creata a immagine e somiglianza di Dio. Perciò tutti abbiamo un valore e uno scopo nella vita, di una grandezza che non possiamo immaginare, poiché ha Dio come misura. Dio ha un progetto per ogni persona, e sopprimerlo mi sembra il peggiore dei crimini. Io mi impegno nel difendere la vita, dentro e fuori dal grembo, specialmente per quelli più vulnerabili, per quelli che non possono lottare per loro stessi.
Paula. Il mio nome è Paula, sono un’attivista pro-vita dell’Associazione Save the One (Salva questo essere unico). La nostra Associazione ha quasi mille membri, tutte ragazze concepite come conseguenza di uno stupro, o a nostra volta stuprate e messe incinte. Le nostre mamme, e noi stesse, abbiamo scelto la vita anziché l’aborto. Alcune sono state poi cresciute dalla propria mamma naturale, altre sono state date in adozione. Io stessa sono figlia di uno stupro e, a mia volta, ho subito uno stupro di gruppo con una pistola puntata alla testa, in conseguenza del quale ho dato alla luce un bellissimo bimbo, che ho scelto di tenere. Lavoriamo anche con famiglie alle quali era stato consigliato di abortire per una malformazione del feto e hanno, invece, scelto di partorire. Se vuole, noi trattiamo i “casi duri”, i casi estremi, i casi eccezionali. Facciamo questo per un motivo molto semplice. Ispirati a una compassione equivoca, alcuni pro-vita ammettono l’eccezione per stupro o per malformazione del feto. Non si rendono conto che anche questi bimbi sono persone. Oltre all’azione propagandistica, facciamo anche lobby politico per impedire che sia approvata l’eccezione per stupro e per malformazione fetale. In concreto, appoggiamo il Rape Survival Custody Act (Legge di protezione alle vittime di stupro), già approvato in alcuni Stati che, mentre offre un percorso alle donne vittime di violenza, infligge pene molto severe agli stupratori.
Joseph. Ciao, mi chiamo Joseph, lavoro per la Fondazione Susan B. Anthony, nella quale sto facendo un internship, come anzi molti giovani che vengono negli Stati Uniti per studiare i temi della vita e per imparare a lottare contro l’aborto. Io sono per la vita perché credo che ogni vita inizia dal momento del concepimento. Se il bambino prima di nascere non ha diritti, vuol dire che non ne avrà mai. Se la vita – e quindi il soggetto dei diritti – non inizia al momento del concepimento, quando è che inizia? Due o quattro settimane, sei o nove mesi, due o tre anni non fanno differenza. Cosa cambia? Certo, il corpo cresce, prima nel grembo poi fuori. La mente si sviluppa. L’essere umano matura. Ma egli esiste già dal concepimento. È un processo continuo, indivisibile. Se i diritti non iniziano al momento del concepimento non inizieranno mai. Perciò io sono per la vita.
Jacyntha. Ciao, sono Jacyntha e sono di Saint Louis, Missouri. Io sono pro-vita, anzitutto perché sono cattolica. Poi, sono pro-vita per la grande testimonianza che ci ha lasciato papa Giovanni Paolo II. Egli dovette attraversare periodi di grande sofferenza. La sua mamma morì quando era piccolo, poi morì anche il suo fratello maggiore. All’età di vent’anni, tornando a casa trovò morto il padre, rimanendo quindi solo. Vi furono poi le tremende sofferenze per le vicissitudini politiche e militari: prima l’invasione nazista della Polonia, seguita dalla seconda Guerra mondiale, poi l’invasione comunista, col regime di oppressione e di uccisioni che ne seguì. Conobbe, dunque, sulla sua pelle ciò che poi chiamerà “cultura della morte”. Ecco perché il suo appello per la vita ha un suono diverso, profondo e ispiratore. C’è oggi una totale mancanza di rispetto per la vita umana, e l’aborto ne è l’elemento principale. Io voglio essere parte del movimento che restaurerà la cultura della vita e, con essa, la vera civiltà. Ecco perché sono contro l’aborto, nella qualità di Coordinatrice regionale di Students for Life. Il nostro lemma è molto semplice: We are the pro-life generation - Noi siamo la generazione pro-vita.
Radiance. Il mio nome è Radiance, e sono pro-vita perché credo che ogni vita ha un valore intrinseco, sia dentro che fuori dal grembo. Credo che tutti dobbiamo avere la possibilità di vivere, anche quando c’è qualcosa che non va bene, come una malformazione fisica o un problema mentale. Dio ha dato la vita a tutti, e vuole che la godiamo con Lui fino all’eternità. La nostra fondazione, la Radiance Foundation, offre programmi educativi, specialmente per giovani, sulla sacralità della vita e sui problemi etici e scientifici legati alla causa per la vita. Poi cerchiamo di spingere i giovani a impegnarsi per la vita, per esempio venendo a questa Marcia. Vedendo il grande numero di ragazzi e ragazze qui presenti, credo che abbiamo fatto un bel gran lavoro! Il futuro è dei giovani e, siccome i giovani americani sono sempre più per la vita, credo che la vittoria è solo questione di tempo, ovviamente con la grazia di Dio.
Josh. Ciao, il mio nome è Josh e sono pro-vita per due ragioni. La prima è per la mia fede in Gesù Cristo. Credo che Dio ha amato la Sua creazione sin dal primo momento, ed ama ogni elemento di essa. E se Dio ha amato la Sua creazione sin dall’inizio, io devo fare altrettanto. Ecco la prima e principale ragione. La seconda ragione è che io sono un infermiere. Io conosco benissimo come i bambini crescono nel grembo e poi nascono. Biologicamente parlando, è impossibile negare che il feto, il nascituro, è una persona umana. Ritengo, quindi, un mio preciso dovere lottare per il loro diritto a vivere. La nostra organizzazione si chiama Pro-Life Man perché vogliamo incoraggiare i ragazzi a parlare e a impegnarsi in questa lotta contro l’aborto. Perché qui, negli Stati Uniti, sentiamo questo slogan: “No uterus, no opinion”. Noi invece crediamo che i maschi abbiano il diritto, anzi il dovere, di parlare e di intervenire nel dibattito contro l’aborto e a favore della vita.
Mary. Sono Mary e sono per la vita perché mi piace tanto aiutare le persone, specialmente le donne, di qualunque condizione. Mentre più ci penso, più mi rendo conto che ognuno ha una dignità in quanto persona umana, che va rispettata, sostenuta e promossa. Questa dignità inizia col concepimento. La nascita non fa nessuna differenza per la dignità. L’abbiamo prima e anche dopo. Considero l’aborto un’oppressione, anzi un’aggressione contro le donne. Ecco perché mi sono impegnata nel movimento per la vita. Concretamente, sono impegnata nei servizi sociali, con una speciale attenzione al traffico di esseri umani e alla prostituzione.
Dominique. Sono pro-vita perché credo che tutti abbiamo diritto a vivere. Ognuno di noi ha una dignità superiore, spirituale, che ci viene da Dio, e ciò va rispettato. Dal concepimento alla morte naturale. Senza eccezioni e senza compromessi. Lavoro per The Human Life Review, l’organo intellettuale del movimento per la vita. Qui vedete tanto attivismo, tanto entusiasmo, ma sappiate che dietro c’è anche molto lavoro intellettuale.