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La vittoria pro-famiglia che ha sorpreso i Paesi Bassi

 

di James Bascom

 

Pochi in Occidente considererebbero i Paesi Bassi un Paese ricettivo nei confronti di un messaggio a favore della famiglia. Meno ancora, immaginerebbero che lì possa esistere un’organizzazione pro-famiglia, tanto meno una che ottenga vittorie.

La reputazione dei Paesi Bassi nella cultura popolare è quella di una Las Vegas europea che attira milioni di visitatori ad Amsterdam per droga, gioco d’azzardo e prostituzione. La sua immagine è quella di un individualismo radicale, di un liberalismo classico in economia e di un libertarismo nella morale. Convinti della loro stessa propaganda, gli esponenti della sinistra culturale olandese si sono adagiati per decenni sugli allori, certi che la rivoluzione sessuale avesse trionfato su ogni opposizione.

Questo mito ha subito un duro colpo a febbraio, quando Civitas Christiana - un’organizzazione olandese a favore della famiglia, membro autonomo della rete internazionale delle Società per la Difesa della Tradizione, Famiglia e Proprietà (TFP) - ha lanciato una petizione attraverso la sua campagna Gezin in Gevaar (Famiglia in pericolo) bloccando con successo la distribuzione di una poesia ai bambini olandesi scritta dall’attivista LGBT e autore pro-pedofilia Pim Lammers.

La vittoria di Gezin in Gevaar ha scatenato un intenso dibattito a livello nazionale e una tempesta mediatica durata oltre un mese. Il movimento LGBT olandese, tutti i media olandesi e persino il Primo Ministro Mark Rutte si sono uniti in un enorme tumulto di rabbia, incredulità e paura. Ogni istituzione ha difeso il diritto di Pim Lammers di pubblicare propaganda a favore della pedofilia, mentre la televisione, le radio e i giornali olandesi hanno deriso Hugo Bos, segretario di Civitas Christiana, per le sue idee cattoliche tradizionali sulla famiglia e sul matrimonio.

L’“affaire Pim Lammers” è iniziato con la Kinderboekenweek (Settimana del libro per ragazzi), un evento annuale nei Paesi Bassi che promuove gli autori di libri per ragazzi appena pubblicati. È organizzato dalla Collectieve Propaganda van het Nederlandse Boek (Promozione collettiva del libro olandese), o CPNB, un’associazione di editori e librerie olandesi che promuove la letteratura olandese. Come riportato per la prima volta da reactionair.nl, il CPNB ha chiesto a Pim Lammers, noto omosessuale e attivista LGBT olandese, di scrivere una poesia da distribuire ai bambini di tutta l’Olanda.

Oltre a essere un noto attivista omosessuale, Pim Lammers è anche uno scrittore di libri per bambini a sfondo sessuale. Uno di questi libri è Il contadino e il veterinario, una storia di due uomini che si innamorano l’uno dell’altro. Un altro è L’agnellino che è un maiale, usato per insegnare la teoria gender ai bambini dell’asilo. Un altro libro ancora, Trainer, parla di un ragazzo di dodici anni che viene abusato dal suo allenatore di calcio adulto, ma sembra esserne contento.

Le polemiche sono iniziate subito dopo l’annuncio del CPNB di aver scelto Lammers per scrivere una poesia per bambini. Alcune celebrità olandesi, tra cui Kim Feenstra e Monique Smit, hanno rilasciato forti dichiarazioni contrarie. Prevedendo le polemiche sulla scelta di Lammers, il CPNB ha replicato affermando di averlo “scelto molto consapevolmente” perché i suoi libri parlano di “essere sé stessi come bambini”. Anche l’Unione linguistica olandese, l’organizzazione internazionale che supervisiona la lingua olandese, ha twittato il suo sostegno al CPNB.

Il 4 febbraio, Gezin in Gaavar ha lanciato una petizione online per chiedere alla Settimana del libro per ragazzi di ritirare l’invito di scrivere poesie a Pim Lammers. Nel giro di 24 ore, la petizione è diventata virale ed è stata firmata da oltre 5.000 persone. Per un Paese di 17 milioni di abitanti, 5.000 è un numero molto significativo, equivalente a circa 100.000 negli Stati Uniti. In seguito, la petizione ha superato le 7.200 firme. La controversia è stata anche di tendenza su Twitter per settimane.

Il giorno dopo la pubblicazione della petizione online, la Settimana del libro per ragazzi ha annunciato che Lammers aveva rinunciato alla stesura del poema. Lammers ha dichiarato di aver ricevuto “minacce di morte” e di essere stato vittima di accuse “decisamente false” di promuovere la pedofilia.

Subito dopo le dichiarazioni di Lammers, tutti i media olandesi si sono indignati. Il caso Lammers è diventato rapidamente una questione nazionale, con tutti i principali giornali olandesi che ne hanno parlato, tra cui De Telegraaf, Algemeen Dagblad, De Volkskrant, NRC e Trouw. Fin dall’inizio, i media si sono rifiutati di difendere Pim Lammers sulla questione centrale: la moralità della pedofilia. Come se avessero intuito che la letteratura pedofila per bambini è un passo azzardato agli occhi dell’opinione pubblica, i media olandesi hanno semplicemente cambiato argomento. Così, hanno fatto leva sulle presunte minacce di morte nei confronti di Lammers. Secondo loro, Civitas Christiana, in quanto organizzazione di “estrema destra” che attacca la “libertà di parola”, è la vera minaccia per i Paesi Bassi.

Il fatto è che i rivoluzionari sessuali combattono per la sessualizzazione dei bambini da quasi un secolo. Wilhelm Reich, che ha coniato il termine “rivoluzione sessuale”, ha scritto che i bambini sono esseri “sessualmente consapevoli” e che è dannoso reprimere i loro desideri sessuali. Alcuni dei suoi discepoli hanno fondato organizzazioni a favore della pedofilia. Daniel Cohn-Bendit, icona della rivolta studentesca del maggio 1968 alla Sorbona, ha ammesso in interviste ai media e nel suo libro del 1975 Le Grand Bazar di aver avuto contatti sessuali con bambini di cinque anni. Il Partito Verde tedesco è stato costretto a scusarsi nel 2014 per le sue posizioni a favore della pedofilia che risalgono alla sua fondazione nel 1980.

Più recentemente, l’emittente statale olandese NPO ha sollevato polemiche dando spazio a Nelson Maatman, membro del gruppo pro-pedofilia MARTIJN Association, per difendere le sue opinioni. NPO ha anche prodotto un programma chiamato Gewoon. Bloot. (Semplicemente. Nudo) in cui persone adulte si spogliano davanti a dei bambini. Nel 2019, i Giovani Democratici, l’ala giovanile del Partito Democratico Olandese (D66) che fa parte dell’attuale coalizione di governo dell’Aia, hanno pubblicato un documento per chiedere la normalizzazione della pedofilia in quanto “un orientamento sessuale con cui si nasce”. È impossibile negare che l’establishment olandese ed europeo abbia favorito, o almeno sia rimasto indifferente, alla normalizzazione della pedofilia. E a livello culturale, la diffusione delle Drag Queen Story Hours in tutto il mondo è la prova più evidente di come il movimento LGBT voglia educare i bambini ad accettare la sua agenda, come ha ammesso un attivista davanti alle telecamere.

Sabato 4 febbraio, su tutti i principali quotidiani olandesi è apparso un annuncio a tutta pagina con le firme di centinaia di scrittori, intellettuali e altre personalità pubbliche a sostegno di Lammers. Il motivo ufficiale era la difesa della “libertà di parola”. Non sorprende: molti dei firmatari, tra cui Marthijn Uittenbogaard, Sidney Smeets, Arnon Grunberg e Meindert Fennema, avevano infatti già dichiarato di sostenere apertamente la pedofilia. Smeets ha dovuto ritirarsi da parlamentare nel 2021 per aver adescato ragazzi minorenni a scopo sessuale. Non meno di dodici firmatari della dichiarazione in difesa di Lammers sono stati firmatari anche di una dichiarazione nel 2014 a difesa del gruppo pro-pedofilia MARTIJN Association. Uno dei firmatari, l’ex deputato olandese Ed Nijpels del Partito Popolare (VVD), sostiene pubblicamente la depenalizzazione dei rapporti sessuali con i bambini dal 1978.

Cercando di cambiare ulteriormente argomento, NPO si è concentrata sulle presunte minacce di morte a Lammers. Un ospite di NPO ha accusato Gezin in Gevaar di aver istigato queste minacce e ha chiesto al governo olandese di indagare sull’organizzazione per i suoi “atti estremisti o addirittura terroristici”. Gezin in Gevaar ha negato con veemenza di aver mai minacciato di morte o di aver usato la violenza in alcun modo e ha sottolineato che l’organizzazione stessa è stata oggetto di diverse minacce di morte negli ultimi cinque anni. I media hanno invece taciuto quando gli attivisti LGBT hanno aggredito fisicamente più volte i volontari di Civitas Christiana o quando i militanti di Antifa hanno vandalizzato i suoi uffici.

Il giorno successivo, il Primo Ministro Mark Rutte ha twittato una dichiarazione in difesa di Pim Lammers, affermando che “la libertà di parola è un grande bene nel nostro Stato costituzionale” e che “solo i tribunali possono porre dei limiti”. Solo un membro del parlamento olandese, Wybren van Haga, ha avuto il coraggio di fare una dichiarazione pubblica contro Lammers. “Qualcuno che glorifica l’abuso di minori non dovrebbe mai salire sul podio”, ha twittato.

Civitas Christiana non nasconde di essere ispirata e guidata dagli insegnamenti tradizionali sociali e morali della Chiesa cattolica. Non sorprende quindi che anche i cattolici progressisti si siano opposti alla sua campagna. Padre Jan-Jaap van Peperstraten, un sacerdote cattolico olandese molto presente sui social media, ha attaccato Civitas Christiana per le sue posizioni contro l’omosessualità, la difesa della proprietà privata e il suo presunto obiettivo di imporre un “califfato islamico” (sic). Anche il vescovo Gerard de Korte della diocesi di Hertogenbosch ha pubblicato una dichiarazione in cui attacca Civitas per non aver accettato la “cultura moderna” e, in particolare, per aver rifiutato i principi della Rivoluzione francese: libertà, uguaglianza e fraternità.

L’ostilità universale e schiacciante dei media e dell’establishment olandese potrebbe far pensare che gli olandesi siano dalla loro parte. Le loro stesse parole, tuttavia, tradiscono il contrario. Lo scrittore olandese Dolf Verroen ha affermato che Pim Lammers rischia di vedere il suo nome associato in modo permanente alla difesa della pedofilia, un “disastro” per lui che sarà “difficile da eliminare e continuerà a spuntare su Internet”.

C’è anche il timore che le idee tradizionaliste e persino reazionarie sulla famiglia, la morale e la religione siano molto più attraenti nei Paesi Bassi di quanto la maggior parte delle persone si renda conto. Alcuni giornali e programmi radiofonici hanno espresso il timore che gruppi come Civitas Christiana stiano “vincendo la guerra culturale e di comunicazione” e che il “movimento anti-gender possa guadagnare forza nei Paesi Bassi”. Altri hanno espresso sconcerto per il fatto che un gruppo così piccolo abbia potuto attuare una “strategia di successo” con una “portata così ampia”. Il successo della campagna è la prova che un piccolo gruppo e un tema ben scelto possono avere un impatto decisivo sull’opinione pubblica e sconfiggere i progressi della rivoluzione sessuale, anche in Olanda.

L’ostilità mediatica senza precedenti non riguardava solo una poesia. La petizione ha rivelato una grave spaccatura nella società olandese in materia di libertà e moralità pubblica. A differenza del Paese libertario ritratto nelle pubblicità turistiche, un'ampia minoranza della popolazione è disgustata dalla rivoluzione sessuale e crede ancora nella famiglia naturale, ma tace per paura.

Mentre le società occidentali scivolano sempre più verso l’anarchia sessuale e sociale, questo segmento di persone finora silenzioso reagisce e rompe il falso consenso. Le terribili conseguenze dell’individualismo radicale, dell’ideologia gender e della pedofilia spingono le persone a rifiutare il paradigma della modernità liberale. Molti guardano addirittura al passato cristiano del Paese in cerca di risposte. Una cosa è certa: l’immagine dei Paesi Bassi come un Paese interamente libertario senza alcuna opposizione alla rivoluzione sessuale è obsoleta.