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1933: la prima Messa “versus populum”

 

Contrariamente a un’idea assai generalizzata, secondo cui le innovazioni liturgiche che portarono al Novus Ordo Missae del 1969 furono conseguenza esclusiva del Concilio Vaticano II, tali innovazioni si erano già diffuse negli anni ‘30, attraverso le correnti neo-moderniste infiltrate in ampi settori dell’Azione Cattolica. Ecco, per esempio, la descrizione della prima Messa versus populum celebrata in Brasile nel 1933, descritta da un partecipante, poi ordinato vescovo, figura centrale del progressismo liturgico brasiliano: mons. Clemente Isnard, OSB. Descrivendo un ritiro spirituale per pochi “iniziati”, tenutosi in una fazenda vicino a Rio de Janeiro nel luglio del 1933, egli racconta:

“Nella sala principale, egli [Dom Martinho Michler, OSB] preparò un altare per la celebrazione della Messa. Ma, con nostra grande sorpresa, invece di accostare il tavolo alla parete, lo collocò al centro della sala, disponendo poi le sedie in semicircolo, dicendo che stava per celebrare di fronte a noi. Fu la prima Messa celebrata in Brasile di fronte al popolo! Nel salotto di una vecchia fazenda di Rio de Janeiro! Dom Martinho fece tutto ciò con naturalezza, ma in quel momento egli compiva in noi una rivoluzione, rompeva un tabù, obbligandoci a seguirlo negli altri passi che ci avrebbe fatto fare. Ci fu un’altra novità. La Messa fu dialogata. In latino, ovviamente. Tutti pregammo, per la prima volta, le parti che competevano al coro e ai cantori. Fu un colpo di fulmine! Era la prima volta in Brasile che, fuori da un convento benedettino, si dialogava la Messa” (1).

Trent’anni dopo, ormai vescovo di Nova Friburgo, mons. Isnard racconterà questo episodio:

“Ricordo questa scena durante la prima sessione del Concilio. La mattina del 4 dicembre 1963 stava per essere promulgata la Costituzione Sacrosanctum Concilium sulla liturgia. (…) Mentre, commosso, attraversavo il portone della basilica di S. Pietro, incontrai provvidenzialmente l’abate Dom Martinho Michler, OSB. Ci siamo abbracciati e ci siamo congratulati. Tutto quanto egli insegnava nel lontanissimo 1933, la sua visione della liturgia nella vita della Chiesa, tutto era stato incorporato nel testo che stava per essere approvato da 2147 vescovi contro quattro, e poi promulgato dal Santo Padre. Le dottrine allora condannate come ‘liturgicismo’ stavano per essere canonizzate dalla Costituzione Conciliare!

“Non credo che quella mattina il cardinale Benedetto Aloisi Masella si ricordasse della prefazione che aveva scritto al libro di Plinio Corrêa de Oliveira. (..) Era per noi un giorno di gioia e di vittoria. (...)

“Oggi, quei supercattolici di allora sono sull’orlo dello scisma [sic], mentre quelli accusati di eresia vedono invece le loro dottrine canonizzate da un Concilio ecumenico” (2).

1. José Ariovaldo da Silva, OFM, O Movimento Litúrgico no Brasil – Estudo Histórico, Vozes, Petrópolis 1983, p. 42. 2. Bernardo Botte, OSB, O Movimento Litúrgico – Apêndice de D. Clemente Isnard, OSB, Ed. Paulinas, São Paulo 1978, pp. 230, 223.