Lettera a mons. Motta
San Paolo, 22 settembre 1945
Eccellenza Reverendissima,
Bacio rispettosamente l’anello di Vostra Eccellenza.
Ho saputo dai giornali della riunione della Commissione episcopale per l’Azione Cattolica.
Questo fatto era già stato anticipato nella prima Lettera Pastorale di Vostra Eccellenza, pubblicata circa un anno fa. In essa, Vostra Eccellenza aveva chiesto la completa cessazione delle polemiche all’interno dell’Azione Cattolica, fino a quando le questioni controverse non fossero state decise dalla Commissione. Sono quindi indotto a ritenere che le suddette materie saranno oggetto del venerato pronunciamento delle Loro Eccellenze alla fine di questa riunione.
Ebbene, il mio libro «In difesa dell’Azione Cattolica» ha toccato tutti, o quasi tutti, i temi sui quali Vostra Eccellenza ha chiesto il silenzio. Questo libro è, quindi, strettamente legato alle discussioni in atto. Pertanto, mi sembra fuor di dubbio che le proposizioni da me esaminate nel libro saranno oggetto del pronunciamento della Commissione, che le ritenga o meno da me sostenute.
Viviamo in un’epoca di sconvolgimenti generali. I recenti eventi mostrano che perfino le stelle possono cadere dal cielo. Appena poco tempo fa, l’anima nazionale rabbrividì al frastuono di una colonna della Chiesa che si spezzava [l’apostasia di mons. Carlos Duarte Costa, vescovo emerito di Botucatu, ndr]. Tutto dunque può temere il nostro Venerabile Episcopato. In questi tristi frangenti, vorrei dichiarare esplicitamente che, se questi fossero tempi normali, io mi considererei esonerato dal dover commentare checchessia, lasciando che il linguaggio dei fatti parlasse per me. Nelle mani di Vostra Eccellenza, mio Arcivescovo, vengo a depositare la mia dichiarazione di rispetto filiale e di risoluta obbedienza a Vostra Eccellenza e all’intera Gerarchia Cattolica del mio Paese. Alzando gli occhi, dichiaro con tutte le forze della mia anima, la mia obbedienza assoluta al supremo e indefettibile Magistero, e alla sacra autorità della Santa Sede Apostolica. In questo momento prego Dio, per l’intercessione della Beata Vergine Maria, di togliermi la vita prima che io consenta al minimo dubbio in qualsiasi punto di dottrina che la Santa Chiesa insegna o insegnerà.
Ho scritto il libro basandomi sempre su testi del Magistero infallibile e su documenti pontifici. Sono disposto a versare il mio sangue, se necessario, per difendere queste verità. Se ho sbagliato nell’interpretare il pensiero del Romano Pontefice, sono fermamente risoluto ad accettare come falso e pernicioso tutto ciò che, a mio privato e fallibile giudizio, era parso vero e buono. E, con la grazia di Dio, ritratterò pubblicamente e senza riserve, praticando questo atto di umiltà con la fierezza con cui i figli del mondo accolgono le glorie della terra.
La conosco, la venero, e confermo qui l’immutato proposito di rendere a Vostra Eccellenza tutta l’obbedienza che gli devo, per istituzione divina e per le leggi ecclesiastiche, nell’esatta misura in cui la Santa Chiesa prescrive tale obbedienza. Questi sentimenti si estendono alla Venerabile Commissione Episcopale, in unione con la quale Vostra Eccellenza ha voluto decidere sulle materie riguardanti l’Azione Cattolica.
Perciò prego la riverita Commissione, per mezzo di Vostra Eccellenza, che, con tutta fermezza e precisione, si pronunci sui temi riguardanti l’Azione Cattolica che io ho esaminato nel mio libro o in qualsiasi altra sede.
Devo anche aggiungere che non mi accontento appena con l’attendere docilmente il giudizio decisivo su tutta questa faccenda, ma che lo desidero ardentemente.
Un anno fa, eravamo in piena polemica. Vostra Eccellenza la fece cessare con un atto legittimo della sua autorità. Ecco la collezione del Legionario [settimanale diretto da Plinio Corrêa de Oliveira, ndr] di questo lungo anno di silenzio e di obbedienza. Nemmeno l’esame più meticoloso potrà indicare una sola linea tracciata dalla nostra penna, né il più vago riferimento ai punti mesi in discussione. Ho aspettato nel silenzio più riverente il pronunciamento di Vostra Eccellenza, che Ella ha rimandato per decidere solo in futuro e in unione con gli eccellentissimi membri della Commissione Episcopale per l’Azione Cattolica. Nelle mie lezioni, nelle mie conferenze, in tutti gli ambienti dove si poteva udire la mia voce, non si è mai sentito che io abbia in qualche modo sollevato un solo punto sul quale, per volere di Vostra Eccellenza, gravava il silenzio più inviolabile.
Mi duole dirlo a Vostra Eccellenza, ma durante quest’anno siamo stati messi alla gogna. L’armistizio è stato osservato solo da una parte. Ci sono stati degli avversari che, non rispettando nemmeno la nostra obbedienza, hanno continuato la battaglia. Per un anno intero è stato scritto e proclamato il contrario di quello che pensiamo, mentre noi eravamo costretti al silenzio; e talvolta anche con riferimenti molto amari nei nostri confronti. Con questa mando a Vostra Eccellenza un ritaglio di stampa che mostra come, nell’ardore della polemica contro di noi, nemmeno l’illustre, santa e meritoria Compagnia di Gesù fu risparmiata.
Per me, il martirio più grande sarebbe il perdurare di questo stato di cose, per la mancanza di una sentenza chiara, indiscutibile, autorevole da parte di un organo così elevato sui punti dottrinali in questione. Per me, questa sentenza sarebbe una vera liberazione, perché così cesserebbe il silenzio forzato cui ci ha ridotto l’obbedienza filiale, e potremmo uscirne verso la piena e fraterna concordia degli animi, in unione con tutti i nostri fratelli nella Fede. Da questa sentenza mi aspetto ciò che essa, e solo essa, può dare: la carità cementata, non nel silenzio su una questione così capitale, ma nell’unione di tutti sotto il regime dell’obbedienza, al Sole insostituibile della Verità.
Il Magistero è fonte di pace nella Chiesa. Davanti a esso io mi inginocchio con riverenza e obbedienza. Dal Magistero aspetto ciò che Vostra Eccellenza aveva promesso un anno fa: un insegnamento retto, ortodosso, che ci indichi una chiara comprensione dei testi sacri e degli insegnamenti infallibili del Romano Pontefice.
Per un anno intero ho rinunciato al naturale e imprescrittibile diritto di difesa. Voglio credere che, se avessi potuto sottoporre a Vostra Eccellenza tutte le sfide dottrinali che sono stato costretto a lasciar passare in silenzio, nell’immobilità più assoluta, avrei avuto la Sua approvazione per dire una parola chiarificatrice. Non l’ho fatto. Sono perfino andato oltre. Ho interrotto le polemiche anche su questioni esterne all’Azione Cattolica. Questa situazione apparentemente insopportabile è diventata per me sopportabile nella prospettiva del pronunciamento che si sta annunciando. Tale è l’attesa filiale con cui aspetto la sentenza della Commissione.
Questi sono, Eccellenza Reverendissima, i sentimenti e le intenzioni che lascio nelle mani di Vostra Eccellenza. Colgo l’occasione per domandare la Vostra benedizione e la Vostra preghiera affinché io possa rimanere sempre saldo nella mia incrollabile fedeltà alla Chiesa.
Di Vostra Eccellenza, Figlio e servo in Nostro Signore,
Plinio Corrêa de Oliveira